Moby spa e la sua controllata CIN spa (ex Tirrenia), le due società di navigazione che fanno capo all’armatore Vincenzo Onorato, hanno depositato al Tribunale di Milano l’ennesima nuova versione dei rispettivi piani concordatari, così come era stato anticipato lo scorso novembre 2021 dai commissari giudiziali di Moby e di Cin (Maurizio Orlando e Tiziana Gibillini per la prima, Marco Russo e Giorgio Zanetti per la seconda). Proprio la comunicazione inoltrata dai commissari al Tribunale di voler apportare significative modifiche ai rispettivi piani concordatari, migliorative per i creditori aveva infatti indotto la corte milanese a rimandare ad aprile le adunanze dei creditori fissate inizialmente per lo scorso dicembre (si veda altro articolo di BeBeez).
In una nota Moby ha sottolineato che i piani concordatari depositati, che prevedono percentuali di recupero per i creditori significativamente superiori rispetto ai precedenti piani depositati nel marzo 2021, hanno già ottenuto il benestare dei principali creditori finanziari del gruppo e in particolare di tutte le banche e dei bondholders riuniti nell’Ad Hoc Group (si veda qui il comunicato stampa). Ricordiamo che a fine settembre Moby aveva siglato un accordo con un terzo degli obbligazionisti in possesso del bond da 300 milioni di euro e cedola 7,75% a scadenza 2023 quotato alla Borsa del Lussemburgo (si veda altro articolo di BeBeez), tra i quali i fondi Soundpoint Capital, Cheyenne Capital, BlueBay, Aptior Capital e York Capital. Obiettivo dell’accordo era ovviamente trovare un’intesa sulla ristrutturazione del debito, prima dell’adunanza dei creditori per il voto sul piano concordatario. Ricordiamo che il Tribunale di Milano aveva ammesso Moby al concordato preventivo a inizio luglio (si veda altro articolo di BeBeez e qui il Decreto di ammissione).
Ora lo scoglio da superare è il via libera anche dei commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria, la bad company nata dalla cessione dell’ex compagnia di navigazione pubblica a Moby avvenuta nel 2012. Il termine per il parere dei commissari sulla nuova versione del piano è stato fissato in 45 giorni, prima dell’adunanza dei creditori programmata per Moby il 6 aprile prossimo e per Cin una settimana più tardi. Ma ieri nel corso dell’udienza che si è tenuta ieri al Tribunale di Milano, il pubblico ministero Roberto Fontana ha auspicato che i commissari si esprimano entro la fine di gennaio (si veda qui l’ANSA). In ogni caso, poi, il pubblico ministero ha anche chiesto di estendere l’istanza di fallimento già avanzata per CIN anche a Moby al fine di innescare, nel caso in cui venisse rigettata la proposta di concordato, l’istituto dell’amministrazione straordinaria.
Ricordiamo che, con Tirrenia in amministrazione straordinaria Moby deve ancora sistemare la questione del debito residuo a saldo dell’acquisizione del 60% di Tirrenia-CIN che nel 2012 ancora non era di Moby e che Moby deve ancora a Tirrenia. Quest’ultima era stata valutata 376,9 milioni di euro di cui 135 milioni erano stati pagati al closing dell’operazione nel luglio 2012 e altri restanti 62 milioni pagati nel febbraio 2016 in occasione del rifinanziamento del debito (si veda altro articolo di BeBeez). I restanti 180 milioni dovevano essere pagati in tre rate: la prima rata da 55 milioni andava pagata nell’aprile 2016, la seconda da 60 milioni entro l’aprile 2019 e la terza da 65 milioni nell’aprile 2021. Ma tutte le tre rate non sono ancora state pagate.
Come già trapelato lo scorso novembre (si veda altro articolo di BeBeez), la nuova versione del piano concordatario di CIN prevede una percentuale si soddisfacimento dei creditori dell’80%, con quindi Tirrenia in AS che riceverebbe 144 milioni (in quattro rate scadenziate nel 2022, 2023, 2024 e 2025) del totale di 180 milioni dovuti. Nella realtà, dato che un arbitrato ha riconosciuto in 159 milioni di euro il credito vantato da Tirrenia in AS verso CIN, la percentuale di rimborso arriverebbe a oltre il 90%. In ogni caso, alla base dell’incrementata capacità di rimborso ci sarebbe la vendita di 4 navi durante la procedura, ma soprattutto il trasferimento di tutte le restanti della flotta Moby e CIN a una società veicolo di nuova costituzione, cosiddetta ShipCo, le cui partecipazioni saranno detenute dai soli creditori ipotecari” ossia istituti di credito e bondholder. La nuova ShipCo sarà strutturata come fondo chiuso di investimento e “sarà gestita da una società di gestione del risparmio.
Il piano infatti prevede lo sdoppiamento in due del gruppo: la ShipCo che terrà la flotta e l’altra che si occuperà dell’operatività del servizio di trasporto marittimo affittando quasi tutte le navi, tranne cinque che saranno vendute. A banche e bond holder, ha fatto sapere il gruppo Onorato, è stato proposto un rientro del credito pari al 70-100% in base all’andamento del piano di salvataggio e alla disponibilità di immettere nuova finanza per il rilancio.