Le aziende fintech hanno incassato 37,9 miliardi di dollari dagli investitori nel primo semestre dell’anno, spalmati su 962 operazioni. Sembra una cifra molto grande, ma in realtà le cose sono andate peggio che nel 2018, quando in tutto l’anno al settore erano andati ben 120 miliardi di dollari spalmati su 2590 operazioni. E il crollo maggiore si è avuto nel secondo trimestre, con investimenti per soli 11,8 miliardi dai 26 miliardi dei primi tre mesi dell’anno.
Lo calcola il report periodico di Kpmg, The Pulse of Fintech. In questo totale sono compresi grandi buyout condotti da fondi di private equity internazionali, tra i quali l’acquisizione di Dun & Bradstreet da 6,9 miliardi di dollari da parte di CC Capital, Cannae Holdings, Thomas H. Lee Partners e Black Knight. quella della tedesca Concardis da 6 miliardi da parte di Advent International e Bain Capital e quella della francese eFront da 1,3 miliardi da parte di BlackRock.
L’Italia va in controtendenza. Le startup fintech italiane o fondate da italiani hanno incassato dagli investitori oltre 147 milioni soltanto nei primi sette mesi del 2019 dopo averne incassati oltre 191 milioni in tutto il 2018. Lo calcola BeBeez Private Data. A oggi la mappa delle startup fintech finanziate da investitori di venture capital, siano questi strutturati come fondi oppure in club deal di investitori privati, compilata da BeBeez, conta 67 società, che dall’inizio della loro attività a oggi hanno raccolto dagli investitori oltre 522 milioni di euro. Tutti i dettagli nel Report Fintech di BeBeez (disponibile per i lettori di BeBeez News Premium, scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese). E che in Italia ci siano opportunità interessanti lo dimostra anche la nuova iniziativa del banchiere Roberto Nicastro (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando ai dati del fintech globale, nel conto di Kpmg, relativo al solo primo semestre dell’anno, non entra quindi ancora il mega-buyout di Refinitiv annunciato lo scorso luglio da parte del London Stock Exchange, che sarà un’operazione da ben 27 miliardi di euro e che vedrà i fondi azionisti di Refinitiv che finiranno azionisti del nuovo gruppo al 37%. Tra gli altri grandi deal che si dovrebbero chiudere a breve ci sono l’acquisizione di WorldPay da parte di Fidelity (43 miliardi di dollari), l’acquisizione di First Data da parte di Fiserv (22 miliardi) e la fusione tra Global Payments e Total System Services (21,5 miliardi).
“L’introduzione dell’open banking è uno dei principali driver degli investimenti in fintech, insieme alle tecnologie di intelligenza artificiale e machine learning”, ha commentato Ian Pollari, Global Fintech co-leader di Kpmg International, che ha aggiunto: “Vediamo un trend di crescita nei settori del wealthtech e proptech e anche un crescente interesse al settore da parte delle grandi tech companies che puntano a fare leva sulla grande quantità di dati che possiedono relativi alla loro base di clientela per espandere la loro attività ai servizi finanziari”.
In particolare, Apple ha svelato il suo progetto per la Apple credit card, che sarà supportato da Goldman Sachs e Mastercard, mentre Facebook ha proposto la creazione della criptovaluta Libra. Per non parlare poi dell’investimento da 300 milioni di dollari da parte della holding tecnologica giapponese Tencent nella challenger bank tedesca N26 o l’acquisizione da parte della cinese Ant Financial del colosso britannico dei pagamenti WorldFirst.
Detto questo, l’attività è calata anche negli Usa e in Europa, sebbene meno di quanto invece sia successo in Asia, specialmente in Cina. Negli Stati Uniti, infatti, si sono registrati investimenti in fintech per 18,3 miliardi di dollari nel semestre, spalmati su 470 deal, contro ben 53,5 miliardi di dollari di deal in tutto il 2018. mentre in Europa si sono registrati investimenti per 13,2 miliardi con dieci deal di dimensioni superiori ai 100 milioni di dollari, contro 38,9 miliardi di euro di deal in tutto il 2018.
Quanto all’attività dei fondi di venture capital, questa è diminuita a livello globale, con investimenti complessivi per soli 12,1 miliardi di dollari nel semestre, un dato che contrasta fortemente con quello del 2018, quando soltanto nel secondo trimestre dell’anno erano stati investiti ben 19,9 miliardi di dollari in startup e scaleup a livello globale. In calo anche l’attività dei fondi di private equity con solo 35 operazioni per un totale di 1,9 miliardi di dollari, dopo 105 operazioni nel 2018 e 4,7 miliardi investiti. Ma come detto più sopra, se si concluderanno prima di fine anno i big deal annunciati nei mesi scorsi, allora le statistiche potrebbero cambiare in maniera significativa.