
Credimi, la piattaforma fintech dedicata al lending alle pmi, cofondata da Ignazio Rocco di Torrepadula, ha chiuso il 2021 con numeri da record: 434 milioni di euro erogati alle pmi (+38,2% dal 2020) a fronte di richieste complessive di finanziamenti per oltre 6 miliardi, raggiungendo un totale di 1,9 miliardi di euro di crediti erogati da inizio attività (si veda qui il comunicato stampa).
BeBeez aveva già anticipato che Credimi nei primi 11 mesi 2021 aveva già erogato e cartolarizzato circa 400 milioni di euro di prestiti alle pmi, portando il totale di erogato dall’inizio dell’attività nel 2017 a oltre 1,84 miliardi di euro (si veda qui P2P Market Data e qui il Report BeBeez Quanto vale il fintech italiano pubblicato lo scorso settembre con i dati dei primi 8 mesi 2021 di tutte le piattaforme, disponibile agli abbonati di BeBeez News Premium e BeBeez Private Data).
La scaleup ha raggiunto anche un’ulteriore crescita dei ricavi del 40% nel corso del 2021, superando i 15 milioni di euro, dopo aver chiuso il bilancio 2020 con un margine di intermediazione di 8,1 milioni di euro (da 2,7 milioni nel 2019). E se il 2020 aveva ancora visto una perdita netta di 4,15 milioni (da -7,07 milioni) e debiti finanziari lordi per 13,6 milioni (da 21,5 milioni), secondo quanto risulta a BeBeez gli ultimi mesi del 2021 sono stati a break-even. La qualità degli algoritmi di selezione ha permesso inoltre di contenere il costo dei rischi di credito sempre sotto l’1%, per tutti i 5 anni di vita dell’azienda, sia prima sia dopo lo scoppio della pandemia.
Proprio l’importante sviluppo del business ha richiesto a fine dicembre che la scaleup varasse un aumento di capitale da 5,7 milioni di euro, per permettere a Credimi di continuare a rispettare le regole di vigilanza bancaria (si veda altro articolo di BeBeez). Come noto, infatti, gli intermediari finanziari iscritti all’albo di Bankitalia sulla base dell’art. 106 del Testo Unico Bancario, così come è il caso di Credimi, devono rispettare precisi ratio patrimoniali relativi al totale dei finanziamenti erogati. Il round è stato sottoscritto in via riservata da alcuni dei soci esistenti e in particolare da Vertis sgr (per 1,8 milioni), Merloni Holding (circa un milione), United Ventures sgr (620 mila euro) e lo stesso Ignazio Rocco (circa 500 mila euro). Ma visto che i progetti di crescita di Credimi sono massicci, secondo quanto risulta a BeBeez, per i prossimi mesi è allo studio un aumento di capitale di dimensioni molto più importanti, si parla di 80-100 milioni, nel quale la scaleup punta a coinvolgere fondi di venture capital internazionali.
In precedenza la scaleup aveva raccolto capitali in altri due round. Il primo da 8 milioni di euro in due tranche successive chiuse a febbraio 2016 da noti imprenditori e professionisti della finanza (si veda altro articolo di BeBeez) e l’altro da 10 milioni nel settembre 2018, guidato da UV2 (United Ventures sgr) e Vertis Venture 2 Scaleup (Vertis sgr) (si veda altro articolo di BeBeez).
La crescita dell’erogato è stata spinta negli ultimi due anni da una serie di accordi con varie banche commerciali che hanno sottoscritto note di cartolarizzazione partly-paid di prestiti che via via vengono erogati alle pmi attraverso la piattaforma Credimi. L’ultimo accordo di questo tipo è stato sottoscritto lo scorso dicembre per 30 milioni di euro da Banca Sella e da Banca Patrimoni Sella & C. (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel 2021 inoltre la fintech ha più che raddoppiato la base clienti grazie ad un importante ampliamento dell’offerta: ha infatti lanciato il nuovo prodotto “Credimi Subito”, il primo finanziamento digitale dedicato alle ditte individuali, nato grazie alla tecnologia all’avanguardia di Credimi che le permette di analizzare in modo efficiente anche le imprese più piccole, attraverso processi di valutazione del rischio e della frode sviluppati interamente in casa che hanno permesso alla società di processare e valutare 14.137 richieste di finanziamento di ditte individuali su un totale di 48.265 richieste di finanziamento ricevute (nel 2021).
Il 2022 vedrà la nascita dei primi servizi di Software as a Service dedicati interamente a piccole imprenditrici e imprenditori, nonché dei primi servizi di finanziamento integrati in transazioni commerciali grazie a connettori basati su PSD2.
Nel corso del 2021 la società è cresciuta anche in termini di personale: grazie principalmente a una campagna di assunzioni lanciata a fine 2020, il team è passato da 56 a 75 dipendenti (ma oltre 80 contando le persone in stage) ed è oggi composto da una sempre maggiore presenza femminile, con una percentuale di donne che si attesta al 40% dei nuovi ingressi e al 33% del totale, un’età media di 35 anni e competenze che toccano più campi, dal machine learning alla statistica, dalla finanza alla cybersecurity, dal marketing all’uso di strumenti low-code passando anche per il customer service. Credimi investirà ancora sulle persone: nel 2022 sono previste circa 25 nuove assunzioni, tra cui i ruoli principali cercati sono professionalità fondamentali per la crescita (Digital Campaign Manager, Content Specialist, Lending Manager) e profili necessari a migliorare sempre più l’esperienza dei nostri clienti (UX e frontend developer; back-end engineer).
Ignazio Rocco, founder & ceo di Credimi, ha commentato: “Sono grato al mio team e alle pmi che ci hanno scelti, perché nel 2021 confermano una traiettoria di crescita, avviata già l’anno scorso, che stiamo percorrendo grazie all’impegno di tutti: non solo abbiamo erogato un ammontare di finanziamenti molto alto, sia quest’anno che dall’inizio dell’attività, ma stiamo anche crescendo rapidamente in termini di dimensione aziendale e fatturato. Anche quest’anno, la crescita di Credimi è al pari, se non più rapida, di quella delle altre fintech europee, nate qualche anno prima, e questo ci riempie di orgoglio, perché significa che l’Italia sta recuperando terreno velocemente. E racconta di un contesto che vede sempre più il fintech come uno strumento di investimento nel tessuto imprenditoriale italiano: accanto a noi, infatti, ci sono asset manager, fondazioni, clienti delle gestioni patrimoniali, enti regionali, e banche, che ci hanno permesso indirizzare i risparmi delle famiglie verso lo sviluppo delle migliori PMI italiane. Nei prossimi mesi, ci aspettiamo di continuare a crescere con questi ritmi, attraverso l’ascolto continuo delle reali esigenze delle pmi italiane, all’uso di dati e tecnologia con l’obiettivo di aiutarle a crescere e investire”.