Exprivia spa, società quotata su Euronext Milan e attiva nello sviluppo di tecnologie software innovative e di prestazione di servizi IT, potrebbe dare presto il suo addio a Piazza Affari. Il suo primo azionista Abaco Innovazione spa, che fa riferimento al presidente Domenico Favuzzi e che sinora deteneva una partecipazione del 46,5% nel capitale sociale di Exprivia e il 63,5% dei diritti di voto, ha infatti lanciato un’opa volontaria totalitaria che mira al delisting del gruppo (si veda qui il comunicato stampa).
Abaco pagherà 1,60 euro per ciascuna azione portata in adesione, con il corrispettivo che incorpora un premio del 22,9% rispetto alla chiusura del titolo Exprivia in Borsa al 30 maggio scorso, pari a 1,30 euro.
L’offerta verrà promossa attraverso un veicolo societario di nuova costituzione che farà fronte agli impegni finanziari necessari al pagamento del corrispettivo attraverso l’assunzione di un finanziamento bancario, erogato da Banco BPM e Banca Popolare di Puglia e Basilicata.
L’obiettivo è acquisire la totalità delle azioni ordinarie di Exprivia in circolazione, dedotta la quota in mano ad Abaco Innovazione e le azioni proprie (pari al 9,9% del capitale), pari quindi a circa 22,56 milioni di azioni, rappresentative del 43,474% del capitale sociale (del 29,675% dei diritti di voto, computando nel capitale sociale le azioni proprie, e del 31,847% dei diritti voto esercitabili nelle assemblee, al netto delle azioni proprie)
Come si legge nella nota di Abaco, l’opa è strumentale al perseguimento dei programmi futuri di crescita e al rafforzamento della società, nella misura in cui il delisting “consentirebbe di perseguire i propri obiettivi in un contesto di mercato e in una cornice giuridica caratterizzati da maggiore flessibilità gestionale e organizzativa, con tempi di decisione e di esecuzione più rapidi e beneficiando altresì di una riduzione dei costi di gestione“.
Exprivia, specializzata in information and communication technology, impiega complessivamente circa 2.400 persone in 6 Paesi nel mondo avvalendosi di un team di esperti in diversi ambiti della tecnologia e della digitalizzazione: dall’intelligenza artificiale alla cybersecurity, dai big data al cloud, dall’IoT al BPO, dal mobile al networking e alla collaboration, presidiando interamente il mondo SAP.
Lo scorso 27 aprile, l’assemblea ordinaria degli azionisti del gruppo ha approvato il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2022 (si veda qui il comunicato stampa e qui i risultati di bilancio), anno in cui il gruppo ha fatturato circa 184 milioni di euro (+1,1% dal 2021), con un ebitda di 25,1 milioni (da 24,6 milioni), pari al 13,7% dei ricavi, e un utile netto di 11,5 milioni di euro (+10,1%). Il debito finanziario netto è invece migliorato passando a 18,3 milioni rispetto ai 26,5 milioni del 2021.
Sempre nel corso del 2022 si è chiuso il capitolo Italtel. A partire dal 1° aprile 2022, infatti, la società Nuovo Polo Impiantistico spa (che fa capo a PSC Group, Clessidra Capital Credit e TIM ) ha assunto tutte le attività e le passività di Italtel, dopo che a fine 2021 il Tribunale di Milano ha omologato il piano concordatario di Italtel e ha dato il via libera all’ingresso dei nuovi soci (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che nel dicembre 2017 Exprivia aveva comprato l’81% di Italtel nel contesto della patrimonializzazione della società per un totale di 113,8 milioni di euro, nell’ambito dell’accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182-bis della Legge fallimentare, con il restante 19% che era rimasto in capo a Cisco (si veda altro articolo di BeBeez). Per comprare la quota, Exprivia aveva impiegato risorse proprie per per 6 milioni, convertito crediti commerciali nei confronti di Italtel per 2 milioni ed emesso un prestito obbligazionario per 17 milioni di euro sottoscritti da Anthilia Capital Partners sgr (per 8 milioni di euro), Banca Popolare di Bari (per 6,5 milioni), Consultinvest Asset Management (1,5 milioni) e Confidi Systema! (per un milione) (si veda altro articolo di BeBeez). Il bond era stato poi ampliato di altri 6 milioni di euro nel gennaio 2018 sottoscritti dal fondo di private debt di Mediobanca sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Nel giugno 2019 Exprivia aveva quindi annunciato che la cedola del bond era stata abbassata dal 5,8% al 5,3% così come previsto dal regolamento del prestito, dato che il rapporto tra PFN ed ebitda a fine dicembre 2018 era risultato essere di 3 volte, quindi inferiore al limite delle 3,6 volte (si veda qui il comunicato stampa). Da fine 2019 per Italtel era iniziato un periodo burrascoso e nella primavera 2020 aveva presentato una domanda di concordato preventivo (si veda altro articolo di BeBeez), rimanendo al centro di lunghe trattative per le quali la stessa Exprivia aveva presentato un’offerta vincolante a supporto di una sua proposta di concordato in continuità (si veda altro articolo di BeBeez). Alla fine, il cda di Italtel, riunitosi il 31 dicembre 2020, aveva però deliberato di accettare l’offerta vincolante di PSC Partecipazioni spa a supporto di una proposta di concordato (si veda altro articolo di BeBeez), cui si erano poi affiancate TIM e Clessidra Capital Credit sgr, attraverso il suo fondo dedicato all’acquisto di UTP dalle banche (si veda altro articolo di BeBeez).