Cherry Bank, nata a ottobre 2021 dalla fusione del servicer Cherry 106 spa con l’istituto padovano Banco delle Tre Venezie e controllata da Giovanni Boss (si veda altro articolo di BeBeez), ha chiuso il 2022 con circa 600 milioni di euro erogato, con una crescita del 5% rispetto al 2021. La bank si è occupata di oltre 2.500 imprese attraverso le sue tre business unit dei servizi bancari tradizionali, crediti fiscali e special situations (si veda qui il comunicato stampa).
Più nel dettaglio, la banca è attiva con servizi dedicati a finanziamenti, finanza straordinaria, interventi personalizzati a favore di imprese con situazioni finanziarie che richiedono un supporto immediato a favore di business model sostenibili e internazionalizzazione. A questi si aggiungono prodotti parabancari come l’attività di factoring e di leasing, il noleggio operativo e il noleggio auto e lo sviluppo del ramo assicurativo che prevede forme di consulenza per soluzioni personalizzate.
Ricordiamo che lo scorso ottobre, ovvero in appena dodici mesi di vita, Cherry Bank poteva già contare su un portafoglio di asset deteriorati acquisiti di 3,7 miliardi di euro nominali (si veda altro articolo di BeBeez), avendo finalizzato sino a quel momento 13 operazioni, tra cui la più rilevante è rappresentata da un portafoglio, originato dal settore bancario e acquisito nel mercato secondario per un valore nominale pari a 1,9 miliardi di euro. I crediti acquisiti sono stati principalmente di natura unsecured e hanno riguardato complessivamente 191 mila posizioni debitorie, originate per oltre l’85% del valore totale dal segmento bancario, mentre circa il 15% fa riferimento al credito al consumo. Le operazioni di acquisizione sono state effettuate per il 92% del valore totale nel mercato secondario.
Lo scorso settembre, dopo il lancio precedente della divisione Special Situations (si veda altro articolo di BeBeez), Cherry Bank ha presentato quella dedicata al Wealth Management avviando contestualmente un piano di assunzioni ad essa dedicata (si veda altro articolo di BeBeez) per la creazione di un nuovo pool di professionisti nella gestione del risparmio da dislocare nelle zone già presidiate dalle filiali della banca (Padova, Mestre, Treviso, Verona e Vicenza) e in altri territori target per disponibilità di ricchezza, con l’obiettivo di creare una boutique per risparmiatori e imprese.
Bossi ha dichiarato: “I nostri clienti sono prevalentemente pmi localizzate nel Nordest, con fatturato compreso tra i 2 e i 30 milioni di euro. Lavoriamo perseguendo tre obiettivi di intervento: aumento dei ricavi, ottimizzazione dei costi, protezione dai rischi potenziali. Per garantire tali risultati, operiamo con un approccio tailor made, basato su consulenza personalizzata e dialogo con l’impresa: puntiamo a instaurare una relazione autentica con il cliente, capace di portare valore e generare nuove opportunità”.
L’area dedicata imprese di Cherry Bank consta anche di un team dedicato al settore Ecobonus, che fornisce un supporto alle imprese del settore edilizio o energetico impegnate nella realizzazione degli interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico per la gestione dei crediti fiscali. A gestire le pratiche, giovani formati nel settore della consulenza e per il 75% donne. Ad oggi, la divisione Ecobonus conta oltre 15mila contratti sottoscritti e un valore nominale contrattualizzato di quasi 3 miliardi di euro.
Ricordiamo che, pur essendo la fusione avvenuta a inizio ottobre 2021, la nuova entità nata dall’incorporazione del servicer Cherry 106 spa (ex Cassiopea NPL) nell’istituto di credito padovano Banco delle Tre Venezie ha assunto la denominazione di Cherry Bank soltanto a marzo 2022. Oggi, Bossi è socio di maggioranza relativa con il 40,7% e ricopre la carica di amministratore delegato (si veda altro articolo di BeBeez). A seguito della fusione, i preesistenti soci del Banco Tre Venezie detenevano il 49% del capitale sociale della banca post-fusione, mentre gli ex soci Cherry 106 possedevano il 51%, con appunto Bossi in maggioranza relativa.
Cherry 106 spa era la ex Cassiopea NPL, un intermediario finanziario iscritto al registro di Banca d’Italia di cui all’art. 106 Testo Unico Bancario (TUB), di cui Bossi aveva acquisito il 65% nel novembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2020 la società è poi cresciuta di organico nelle tre sedi di Roma, Milano e Padova e ha ampliato le aree di attività, dopo i settori degli Npl e della tecnologia applicata al credito (Cherry Bit, la piattaforma di intelligenza artificiale sviluppata da Cherry srl fondata sempre nel 2020 da Giovanni Bossi, si veda altro articolo di BeBeez), si sono infatti aggiunti i servizi legali con la nascita della società tra avvocati Cherry Legal (si veda altro articolo di BeBeez) e la compravendita di crediti fiscali, grazie al lancio, insieme a Banco Bpm, della piattaforma fintech SuperB Cherry106, dedicata all’acquisto di crediti fiscali derivanti dagli interventi di riqualificazione energetica superbonus, ecobonus, sismabonus (si veda altro articolo di BeBeez).