Il tribunale di Roma ha omologato il concordato preventivo di Mare Nostrum Romae srl, società che fa capo all’imprenditore Domenico Ricciardi, impegnata nella realizzazione dell’Acquario di Roma Sea Life, l’acquario didattico al di sotto del laghetto del quartiere EUR di Roma, sui terreni dati in concessione da EUR spa (si veda qui il comunicato stampa). L’acquario sarà gestito dal colosso britannico dei parchi a tema Merlin Entertainment, che controlla anche Gardaland ed è stato delistato dal London Stock Exchange lo scorso novembre a seguito dell’opa da parte di KIRKBI (la holding di investimento della famiglia Kristiansen, che controlla al 75% la Lego), Blackstone e Canadian Pension Plan Investment Board (si veda altro articolo di BeBeez).
Ora Mare Nostrum Romae eseguirà il piano di continuità aziendale, che la porterà all’apertura dell’acquario didattico a Roma nei prossimi mesi. Il progetto dell’acquario un centro scientifico didattico ed espositivo comprensivo di una sala auditorium multimediale emisferica, una zona commerciale e un parcheggio.
Mare Nostrum Romae è stata assistita nell’operazione dall’avvocato Antonio Di Iulio e dallo studio legale DLA Piper. La procedura di concordato preventivo è stata vigilata dai commissari giudiziali Marco Imparato, Alessandro Ireneo Baratta e Claudio Magnanti, i quali continueranno a vigilare sull’esecuzione del piano di continuità. Per le attività liquidatorie, con il provvedimento di omologa, è stato nominato liquidatore giudiziale Fabio Lacalamita. Per la redazione del piano concordatario, la società è stata supportata da Banca Finnat, Francesco Rossi e Marco Pavoni. Il piano concordatario è stato attestato da Angelo Novellino e l’attestazione ex art. 160, comma 2 della Legge fallimentare è stata redatta da Enrico Maria Capozzi.
L’omologa del concordato è arrivata dopo un lungo percorso di risanamento di Mare Nostrum Romae, avviato nel 2018. La società presentò la domanda di concordato preventivo il 5 febbraio 2018, cui fu ammessa dal tribunale di Roma il 14 febbraio 2018 (si veda qui il decreto di concessione del termine). Non è la prima volta che Mare Nostrum passa per una procedura concorsuale. Nell’aprile 2015, infatti, il Tribunale Fallimentare di Roma aveva omologato l’accordo di ristrutturazione dei debiti (sulla base dell’art. 182-bis della Legge Fallimentare) di Mare Nostrum Romae srl (si veda altro articolo di BeBeez)
Per la realizzazione dell’intero progetto, Mare Nostrum Romae aveva sottoscritto un contratto di finanziamento a medio-lungo termine con Intesa Sanpaolo e Unicredit, che però nel giugno 2012 avevano bloccato le linee a seguito dello slittamento nell’esecuzione dei lavori, con la conseguenza che il mancato completamento della struttura e la mancata apertura avevano reso impossibili gli incassi nei tempi originariamente previsti, portando quindi al default della società.
Il piano industriale a supporto della ristrutturazione del debito prevedeva il rinvio della realizzazione, con affidamento a terzi, dell’Expo a data successiva, al fine di concentrare tutte le risorse di Mare Nostrum per il completamento e l’apertura al pubblico dell’acquario e dell’annessa galleria commerciale. E proprio per accelerare i lavori di completamento dell’acquario e permetterne l’apertura entro l’estate 2015, Mare Nostrum Romae aveva richiesto e ottenuto la concessione di nuova finanza per 8 milioni di euro da parte di Unicredit, Intesa Sanpaolo e MedioCredito, con Banca Imi in qualità di banca agente. La nuova linea si sommava ai precedenti finanziamenti e aveva portato il costo complessivo del progetto a un totale di 90 milioni di euro.