Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno impugnato di fronte alla Corte d’Appello di Bologna due decreti del tribunale di Reggio Emilia, emessi entrambi nel maggio scorso. Il primo è quello con cui la sezione fallimentare ha accolto la rinuncia di Ferrarini alla domanda di concordato; il secondo è quello con cui lo stesso tribunale ha accolto la richiesta dell’azienda di poter presentare una nuova proposta concordataria (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo riferisce Reggionline, secondo cui Unicredit e Intesa contestano due aspetti: il ricorso a loro dire abusivo a un nuovo concordato e la competenza territoriale, che secondo le due banche non sarebbe del tribunale di Reggio, ma di quello di Bologna.
La tesi delle banche è che il vero obiettivo di Ferrarini sarebbe quello di prendere ancora tempo, ostacolando la presentazione di una proposta alternativa a quella del gruppo Pini (si veda altro articolo di BeBeez), concorrente in particolare a quella della cordata Bonterre-OPAS-Casillo-Intesa Sanpaolo, presentata a novembre per acquisire Ferrarini e la controllata Vismara, ma subito rigettata da Ferrarini (si veda altro articolo di BeBeez). Intesa però non si è data per vinta enel frattempo ha incassato anche il supporto esterno di Unicredit, una delle quattro banche esposte verso Ferrarini assieme a Intesa, Amco e Mediobanca, che complessivamente vantano un credito di 200 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Intanto Vismara ha presentato una nuova proposta concordataria, modificata in senso peggiorativo per i creditori dopo che Amadori ha ritirato il suo impegno a investire fino a 30 milioni di euro nell’azienda. Come scrive Reggionline, il piano firmato dal presidente Lucio Ferrarini, elaborato dagli avvocati Sido Bonfatti e Sabrina Dazzi, prevede che i flussi di cassa generati dalla gestione ordinaria siano utilizzati per rimborsare al 100% i creditori in prededuzione e con prelazione. I creditori chirografari, che vantano crediti per 84 milioni di euro, dovrebbero accettare, in compensazione dei crediti che vantano, strumenti finanziari di partecipazione (sfp), cioè titoli in misura pari al 20% del credito ammesso al passivo. Tra il 2026 e il 2028, Vismara verserebbe a questi creditori l’8,4%. Poi nel 2028, alla fine della durata del piano, l’azienda riscatterebbe i titoli arrivando ad un versamento pari appunto al 20%. Nel caso in cui l’azienda non riuscisse a rimborsarli, il piano potizza che i creditori conservino gli strumenti finanziari di partecipazione per 15 anni, fino al 2035, percependo ogni anno un dividendo pari al 2,5% dei crediti vantati. Sulla nuova proposta di concordato di Vismara ora è atteso il via libera del tribunale.
Il gruppo Ferrarini era entrato in tensione finanziaria per colpa di un incremento dell’indebitamento dovuto a finanziamenti che Veneto Banca aveva erogato a Ferrarini affinché acquistasse azioni della banca stessa. Il debito in questione ammonta a circa 360 milioni di euro, dei quali 112 milioni milioni in capo alla società operativa e il resto a carico di società agricole e holding varie.
Nonostante Ferrarini avesse visto i ricavi fare un vero e proprio salto nel 2017 a 335 milioni, con un ebitda che era salito a 29,5 milioni, quindi, il peso del debito risultava ancora eccessivo. Il debito include 35,5 milioni di euro di minibond quotati all’ExtraMot Pro. Nel dettaglio, si tratta di un bond da 5,5 milioni a scadenza dicembre 2020 con cedola 5,625%, emesso nel dicembre 2016 e sottoscritto dal fondo di minibond di Duemme sgr (gruppo Mediobanca), e di un bond da 30 milioni a scadenza aprile 2020 e cedola 6,375%, emesso nell’aprile 2015.
Ferrarini e la controllata Vismara avevano depositato al Tribunale di Reggio Emilia nel luglio 2018 una richiesta di ammissione alla procedura di concordato in bianco(si veda altro articolo di BeBeez). Solo poche settimane prima Ferrarini aveva fatto saltare unilateralmente le trattative esclusive che aveva aperto con Italmobiliare e QuattroR. Allora si erano diffuse voci circa una trattativa parallela con un investitore industriale, che molti avevano individuato in Amadori, ma quest’ultimo aveva seccamente smentito (si veda altro articolo di BeBeez). Poi Amadori nel febbraio 2019 si era fatto avanti per acquisire Vismara, ma si era poi ritirato dalla trattativa.