Dopo i timori di fine estate 2023, procurati da alcuni disegni di legge portati all’attenzione della Commissione Finanze della Camera, con l’obiettivo di venire in contro ai debitori di posizioni creditizie deteriorate, che nella pratica rischierebbero però di creare non pochi problemi al funzionamento del mercato e allontanare gli investitori (si veda altro articolo di BeBeez), non solo il governo italiano ha fatto capire che non intende procedere lungo strade che possano mettere a repentaglio quanto di buono è stato fatto, ma anche a livello internazionale sono arrivati chiari segnali in questo senso.
L’ultimo monito è arrivato pochi giorni fa dal Financial Stability Board nel suo ultimo Peer Review on Italy dedicato al mercato dei crediti deteriorati. Si legge nel report che dopo i successi ottenuti nella riduzione dello stock di crediti deteriorati sui libri delle banche, “le autorità dovrebbero continuare a monitorare e promuovere il mercato secondario degli NPL, anche opponendosi a misure che comprometterebbero i successi ottenuti in passato; inoltre, la Banca d’Italia dovrebbe continuare a rafforzare la propria supervisione sulle entità sottoposte a vigilanza, compresi i servicer”.
Sulla stessa linea anche il post su The Supervision Blog pubblicato lo scorso ottobre da
Elizabeth McCaul, membro del Supervisory Board della BCE, e Korbinian Ibel, direttore of Universal & Diversified Institutions, che, pur non citando direttamente l’Italia, hanno detto chiaro: “La collaborazione tra banche, politici e autorità di vigilanza si è finora dimostrata efficace nel ridurre gli NPL a una frazione di quello che erano alcuni anni fa. Per questo motivo siamo molto preoccupati per le proposte legislative che potrebbero compromettere l’efficace risoluzione degli NPL. Invece di mettere a rischio i risultati faticosamente raggiunti in questo periodo di incertezza economica, dobbiamo continuare a rafforzare le strutture che consentono la riduzione degli NPL e ne impediscono l’accumulo. Le famiglie e le piccole e medie imprese traggono vantaggio quando le banche sono in grado di mantenere i volumi dei prestiti e bilanci sani. E questo, a sua volta, sostiene la salute della nostra economia”.
Da parte del governo italiano, ricordiamo invece che venerdì 22 settembre all’11a edizione dell’NPL Meeting, l’evento annuale organizzato da Banca Ifis a Villa Erba a Cernobbio, Valentino Valentini, vice ministro delle Imprese e del Made in Italy, aveva rassicurato la fitta platea di operatori presenti e aveva detto: “Abbiamo un mercato che funziona e svolge una funzione sociale: sapevate che ci sono dei disegni di legge che intendevano intervenire, su questo ci sarà una vastissima interlocuzione, abbiamo parlato di dialogo, ascolto, rispetto, questo vale anche per il legislatore”. E aveva aggiunto: “L’intendimento era riportare bonis le pmi, ma senza fughe in avanti, qualora intervenisse una normativa o una modifica alla normativa, il mio auspicio è non turbare un mercato delicato e importante ma aiutarlo e con l’aiuto di chi c’è qui oggi sarà possibile“ (si veda altro articolo di BeBeez).
Intanto, proprio pochi giorni fa due senatori del Movimento 5 Stelle, Dolores Bevilacqua e Pietro Lorefice, hanno depositato la proposta di modifica 7.1 dell’art. 7 della Legge di delegazione europea 2022-2023 (DDL 969), attualmente appunto all’esame del Senato. La proposta riguarda l’articolo 7, che stabilisce i princìpi e i criteri direttivi per l’esercizio della delega per il recepimento della direttiva (UE) 2021/2167, relativa ai gestori di crediti e agli acquirenti di crediti e che modifica le direttive 2008/48/CE e 2014/17/UE (si veda qui il Dossier del Senato sul DDL). In sostanza i due senatori propongono di inserire alcune norme a difesa dei debitori. In particolare che introducano “specifiche limitazioni all’utilizzo dei dati personali del debitore ai casi di effettivo interesse, tenuto conto dei princìpi di necessità e di proporzionalità, fermo restando l’obbligo di informazione e autorizzazione preventiva del debitore con riferimento a qualsiasi attività di trattamento dei dati”. Dopodiché chiedono che “la garanzia che le tutele e i diritti riconosciuti al debitore non subiscano alcuna diminuzione nei casi di cessione del credito, anche in ipotesi di trasferimento novativo del contratto di credito tra un ente creditizio e un acquirente di crediti” e che “nei casi in cui i gestori dei crediti siano autorizzati a ricevere e detenere fondi dai debitori nello svolgimento di attività di gestione dei crediti”, vengano introdotte “adeguate garanzie di tutela dei debitori allo scopo di ovviare ai rischi che potrebbero insorgere in caso di insolvenza, vale a dire la segregazione dei conti e dei fondi, nonché in caso di esdebitazione del debitore”.
Secondo quanto risulta a BeBeez, si tratta comunque di un emendamento che a oggi non ha forza per poter passsare. Detto questo, resta vero che tutto è migliorabile e che effettivamente ci sarebbero delle questioni di cui il legislatore si dovrebbe occupare per andare incontro ai debitori di posizioni creditizie deteriorate, cercando però appunto di non mettere a rischio il buon funzionamento del mercato. Ed è per questo che tra gli addetti ai lavori il dibattito continua (si veda anche altro articolo di BeBeez).
Sul tema BeBeez era già intervenuta lo scorso autunno, ospitando alcune proposte e commenti. In particolare quelle di di Giovanni Pastore, fondatore dall’Associazione Favor Debitoris e Mirko Frigerio, direttore generale di Noomery srl, sia in tema di cartolarizzazioni a valenza sociale sia in tema di ristrutturazione dei mutui ipotecari per gli immobili in procedura esecutiva (si veda altro articolo di BeBeez). E ancora prima, a fine agosto, BeBeez aveva pubblicato anche il commento di Norman Pepe, managing partner di ILS, studio legale con un forte track record nel settore delle cartolarizzazioni di crediti deteriorati, il quale, facendosi portavoce degli operatori, aveva auspicato che i disegni di legge, più che il punto di arrivo di una riflessione sui temi sociali connessi al mercato NPL, costituissero il punto di partenza di un dibattito tra i soggetti coinvolti “in cui gli operatori del settore (al di là degli interessi delle singole categorie) siano in grado di offrire al legislatore, in sede di eventuali audizioni parlamentari o incontri con i ministri competenti, una visione di insieme del mercato NPL, della sua collocazione e del suo futuro nel più ampio sistema economico nazionale”.
E proprio per continuare il dibattito su questi temi, BeBeez ha chiesto un ragionamento a Ginevra Roscioni, head of legal affairs di Prelios spa e general counsel di Prelios Credit Servicing. Secondo Roscioni, “la cartolarizzazione con scopo sociale potrebbe essere effettivamente un valido strumento per supportare i debitori in difficoltà, preservando comunque l’interesse degli investitori. Ma dal mio punto di vista la normativa andrebbe parzialmente modificata”.
Ricordiamo che le operazioni di cartolarizzazione aventi una valenza sociale prevedono, contestualmente alla cessione dei crediti a un spv, il trasferimento degli immobili posti a garanzia di quei crediti a una società veicolo d’appoggio (Reoco) e la loro concessione in locazione agli originari debitori. A questi ultimi, poi, viene attribuita un’opzione di riacquisto degli immobili a condizioni predefinite. Il tutto con l’assistenza di un’associazione di promozione sociale iscritta all’apposito registro da almeno 5 anni. Il problema, però, come già sottolineato più volte da questo giornale, la normativa sulla cartolarizzazione a valenza sociale è rimasta sinora lettera morta e sul mercato non si è mai chiusa alcuna operazione di questo tipo. Ma questo perché evidentemente le norme attuali non sono sufficientemente flessibili.
Roscioni, in linea con quanto proposto da Pastore e Frigerio, propone per esempio “la possibilità che la Reoco, nell’ambito di una cartolarizzazione a scopo sociale, possa intervenire non soltanto acquistando in asta gli immobili a garanzia dei crediti ceduti, ma che possa acquistarli anche direttamente dai debitori“. E, aggiunge Roscioni: “In quel caso alla Reoco dovrebbero essere consentite le medesime facilitazioni fiscali (nonché esonero per le regolarizzazioni catastali e urbanistiche) che sono attualmente previste per le ReoCo standard, sempre nel caso in cui l’operazione venga effettuata in favor debitoris”. L’operazione sarebbe vantaggiosa per entrambe le parti, continua la manager di Prelios: “Il debitore, da un lato, avrebbe un vantaggio nel non perdere l’uso del bene immobile tramite un contratto di locazione, che consentirebbe dall’altro lato alla ReoCo di avere a reddito il bene. Il prezzo di locazione dovrebbe essere stabilito da un agente immobiliare terzo secondo parametri di mercato rilevati da Osservatori di settore; i termini e le condizioni della locazione potrebbero essere, altresì, stabilite per legge, così come i requisiti per poter accedere a questo beneficio. Si potrebbero valutare anche altre forme di contratto (es. vendita con riserva di proprietà) che possano facilitare la fruizione immediata del bene al debitore, preservare la capacità di recupero della ReoCo a favore della spv ottenendo un immediato vantaggio economico dal bene immobile”.
Non solo. Questo tipo di attività della ReoCo si potrebbe estendere, a certe condizioni, anche nel caso di cartolarizzazioni standard, già costituite. Aggiunge Roscioni: “In questo caso si potrebbero individuare dei criteri identificativi del debitore che potrebbe accedere a tale possibilità (es.: prima casa; mutuo fondiario; persona fisica), previa l’introduzione di una disciplina che faciliti la costituzione di una ReoCo che abbia anche questo tipo di operatività (potremmo definirla con prevalente destinazione sociale). E poi dovrebbe essere previsto anche uno strumento che consenta l’estensione della cartolarizzazione oppure il coinvolgimento di appositi Fondi di Garanzia ove la cartolarizzazione abbia termine o se il debitore non riesca a ripagare il bene”.
In tema di cartolarizzazione sociale, lo scorso ss è intervenuta anche Save Your Home, marketplace nel settore dei mutui in sofferenza, che coniuga gli interessi di debitori, creditori e investitori, con una proposta presentata in occasione di un evento organizzato alla Camera (si veda qui il comunicato stampa). Secondo Save Your Home, la cartolarizzazione sociale “rappresenta una soluzione concreta ed efficace, che permette di salvaguardare il diritto all’abitazione delle famiglie, favorendone la re-inclusione finanziaria”. E ancora, “per realizzare pienamente questi obiettivi, è necessario implementare misure ad hoc che incentivino gli investitori e gli istituti di credito ad utilizzare questo strumento, scoraggiando azioni speculative aggressive”. Durante l’incontro, il ceo Gianfranco Dote, ha sottolineato l’importanza di “migliorare rapidamente l’efficacia dell’attuale legge sulle cartolarizzioni a valenza sociale, da un lato riducendo la tassazione a cui sono soggetti attualmente gli investitori ‘etici e socialmente responsabili’ e dall’altro stimolando banche e creditori all’utilizzo di questo strumento, evitando così l’intervento di speculatori aggressivi ai danni delle famiglie che si trovano in una situazione di temporaneo dissesto finanziario”.