Reviva, prima startup in Italia specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari, fondata da Ivano De Natale e Giulio Licenza, ha segnalato che nel primo semestre di quest’anno ci sono state 108.137 aste in tutta in Italia, dato in crescita del 16,1% rispetto allo stesso periodo del 2021, anche se ancora in flessione del 17,5% rispetto al 2019, ultima annata prima del biennio pandemico (si veda qui il comunicato stampa). Un andamento che ricorda da vicino quello del primo trimestre dell’anno, ma che evidenzia anche un pur lieve rallentamento rispetto ai primi tre mesi del 2022, peridoo in ciui le aste sono state 52.627, con una crescita del 17,7% rispetto al primo trimestre 2021, e in flessione del 10% , quindi meno marcata, rispetto allo stesso periodo del 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che nel primo semestre 2021 le aste sono state registrate 93 mila, quasi il doppio rispetto alle sole 48.333 dello stesso semestre del depresso 2020 si veda altro articolo di BeBeez), ma ancora ben al di sotto del primo semestre del 2019, che registrava invece 131 mila aste (si veda altro articolo di BeBeez).
Sempre nei primi sei mesi del 2022, la somma dell’offerta minima (intesa come il prezzo a cui sono andati in asta gli immobili) è stata di 14,8 miliardi, cioè il 23,3% in più rispetto al 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Per quanto riguarda invece la tipologia degli immobili interessati, il 34,6% è non residenziale (laboratori, uffici, locali commerciali, alberghi ecc) mentre le abitazioni sono tornate in maggioranza, con il 54,6%, invertendo la tendenza che si era verificata durante la pandemia. In proposito Licenza ha commentato: “Nonostante il dato positivo, che dimostra la ripresa del settore, non possiamo non sottolineare un valore più preoccupante, ossia un forte aumento del valore medio degli asset residenziali. Se infatti nel 2021 l’offerta media minima era di 82.500 euro, ora che sono tornati in asta tutti gli immobili relativi alle procedure sospese, molti dei quali per la prima volta o comunque con un minor numero di ribassi, il valore medio è schizzato 112.300 euro e questo rischia di tagliare fuori una fetta consistente di potenziali acquirenti posti davanti a un aumento di prezzo del 36% in un solo anno.”
Questo è un momento florido per il mercato immobiliare italiano: per la prima volta da anni, infatti, i prezzi delle case sono aumentati dello 0,5%, a causa del minor numero di costruzioni, rallentate dalla pandemia, e di una domanda invece aumentata. Per le aste, questa rappresenta una grande opportunità: essendo la domanda superiore agli immobili disponibili nel libero mercato, l’acquirente finale potrebbe trovare nelle aste la soluzione alla propria ricerca. Occorre, però, che qui il marketing dia la svolta decisiva, così da attirare un maggior numero di interessati e trasportarli dall’acquisto sul mercato libero alle aste, avendo così un grande impatto sul numero di aggiudicazioni e sul recupero dei crediti a sofferenza.
Un altro dato molto significativo emerso riguarda la modalità di vendita: infatti le aste puramente telematiche sono aumentate del 243% rispetto al 2019 e rappresentano ad oggi la maggioranza rispetto alle vendite classiche in presenza o miste. Al riguardo, Licenza ha concluso: “Per partecipare a un’asta telematica è necessario essere muniti di PEC, firma digitale e passare attraverso un processo di compilazione estremamente lungo e complesso, con il risultato che un gran numero di offerte vengono considerate invalide o comunque vengono esclusi buona parte dei privati che sono normalmente sprovvisti di questi strumenti, con un risultato anche in questo caso negativo sulle vendite. Ci auguriamo che con il venir meno delle restrizioni legate alla pandemia si possa virare verso modalità di partecipazione miste (telematiche e in presenza), in attesa che avvenga una semplificazione delle vendite telematiche, che ad oggi costituisce una barriera alle partecipazioni in asta, a discapito di creditore, debitore e tutto il mercato immobiliare”.
Nata nel luglio del 2017, Reviva si propone di vivacizzare le aste immobiliari, rendendole più liquide, con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e del marketing esperienziale. La combinazione dei due strumenti consente di aumentare il numero di immobili venduti in asta ed evitare che i cespiti si svalutino a causa delle numerose aste deserte. Da settembre 2020 Reviva, che fa parte del Fintech District, sta studiando l’espansione all’estero, con un progetto che potrebbe coinvolgere dal 2023 anche Francia e Spagna.
Ricordiamo che nel novembre scorso Reviva aveva comunicato il lancio della sua Reeco (Real Estate External Company), un’alternativa alle Reoco (Real Estate Owned Company), ovvero società possedute da società di gestione di crediti deteriorati, adottate proprio nelle aste immobiliari in quei casi in cui la valutazione di un immobile, seppure potenzialmente elevata, è eccessivamente penalizzata dalla mancanza di offerenti in asta. La prima acquisizione da parte di Reeco, che intende completarne almeno altre 10 entro metà 2022, è avvenuta il 21 settembre scorso a Milano: all’asta vi erano 6 laboratori e 4 box ubicati in via Mola, nella periferia milanese. Il prezzo di base asta era di 275 mila euro, ma l’immobile aveva un alto potenziale di apprezzamento, in quanto convertibile in 6 loft di elevato standard qualitativo con i rispettivi box auto. Reviva ha quindi stimato tutti i costi (dalla ristrutturazione, fino al cambio di destinazione d’uso) e i valori di rivendita, decidendo di partecipare quindi all’asta, che l’ha vista rilanciare fino ad aggiudicarsi la proprietà intera per un valore di 520 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel luglio 2021, invece, Reviva ha incassato un round da 300 mila euro sottoscritto da business angel (si veda altro articolo di BeBeez). Il round seguiva di pochi mesi quello da 250 mila euro incassato nel marzo 2021, preceduto da trattative condotte con un fondo di venture capital, che non si erano poi concretizzate (si veda altro articolo di BeBeez).