E’ durata poco la partnership tra Mps e Cerved. Dopo meno di 2 anni, il consiglio di amministrazione della banca senese ha deliberato l’esercizio del diritto di recesso dal contratto di servicing decennale stipulato con Juliet spa, la piattaforma di gestione dei crediti deteriorati che Mps aveva ceduto a Quaestio Holding e Cerved, contestualmente alla sigla di una partnership industriale per le attività di special servicing su una parte dei titoli della cartolarizzazione di 26,1 miliardi di euro di Npl (si veda qui il comunicato stampa).
Nel novembre 2016, infatti, Cerved era riuscito ad aggiudicarsi la gara per Juliet, con tanto di accordo annesso per la gestione di un terzo degli npl lordi del gruppo bancario senese, cioè 9 miliardi di quelli che allora erano 27 miliardi lordi di npl da cartolarizzare e cedere, in un’operazione che era stata strutturata contestualmente al progetto di ricapitalizzazione firmato JP Morgan-Mediobanca, poi naufragato. Con lo stop a quel progetto, però, anche l’accordo di cessione della piattaforma Juliet era andato in soffitta. Solo a luglio 2017 c’era stata la svolta e, oltre a vedere risolto il tema della ricapitalizzazione della banca, la questione piattaforma Npl si era sbloccata e con quella anche la mega-cartolarizzazione per la quale era stato dato mandato di master servicer a Credito Fondiario (si veda altro articolo di BeBeez e qui il comunicato stampa di allora).
L’operazione di cessione era stata contestuale alla sottoscrizione di un contratto di servicing pluriennale per la gestione in outsourcing dei flussi futuri a sofferenza di tutte le banche italiane del Gruppo Mps, mentre non includeva i crediti a sofferenza al 31 dicembre 2016 e oggetto della cartolarizzazione Siena NPL 2018 srl. Soltanto nel febbraio 2018, infatti, a Cerved Credit Management era stato affidato il mandato di special servicer di circa 14,5 miliardi di euro lordi di crediti in sofferenza originati dal Gruppo Monte dei Paschi di Siena e oggetto di cartolarizzazione al veicolo Siena NPL 2018 srl, con l’accordo che queste attività fossero poi gestite da Juliet spa (si veda altro articolo di BeBeez).
Il recesso anticipato comporta il pagamento di un indennizzo di 40 milioni di euro da parte di Mps, che, si legge nella nota della baanca, “è integralmente compensato dagli effetti positivi derivanti dal venir meno di tali oneri prospettici”. Mps spiega anche che “la decisione si è resa necessaria per disporre della massima flessibilità nel processo di accelerazione della riduzione dell’esposizione nei crediti deteriorati in coerenza con le indicazioni ricevute dal regolatore in sede di Srep 2019″. Mps nel gennaio scorso aveva ricevuto la richiesta della Bce di “implementare, nei prossimi anni (fino alla fine del 2026) un graduale aumento dei livelli di copertura sullo stock di crediti deteriorati in essere alla fine di marzo 2018”, in linea con le indicazioni della Vigilanza sulla gestione dei crediti deteriorati. Inoltre, la revisione degli accordi “è funzionale anche alla riduzione dell’indice di rischiosità complessivo in un contesto che vede il significativo deterioramento del quadro economico registrato negli ultimi mesi”.
Ciò non significa che Juliet e Mps non lavoreranno più insieme. La nota, infatti, precisa che l’obiettivo è quello di “preservare la relazione commerciale, su basi diverse rispetto a quelle attuali, coniugando la necessaria flessibilità della banca nella gestione delle sue NPE (riacquisita a seguito del recesso) con le specifiche competenze sviluppate da Juliet per la riduzione delle NPE. Nell’ambito dell’accordo è previsto il coinvolgimento di Juliet, a termini e condizioni di mercato, quale advisor della Banca nella perimetrazione di uno o più portafogli oggetto di cessione per un ammontare complessivo di 3 miliardi di euro di valore lordo“.