Unicredit ha venduto un totale di 220 milioni di euro di Npl unsecured retail a MBCredit, servicer italiano del Gruppo Mediobanca, e al servicer polacco Kruk, con il quale Unicredit ha anche stipulato un accordo di forward flow per ulteriori 250 milioni di euro di crediti (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio, Kruk ha acquisito due portafogli di crediti deteriorati unsecured verso clientela retail con una prevalenza di credito al consumo e prestiti garantiti da cessione del quinto dello stipendio, parte di Progetto Colorado (si veda qui il comunicato stampa). L’operazione comprende uno stock di 55 milioni di crediti derivanti da oltre 4.000 clienti con cessione del quinto dello stipendio e un accordo forward flow (cioè un impegno ad acquisire una serie di crediti a condizioni e per un periodo pre-determinati) per la cessione di prodotti bancari suddivisi in quattro tranche trimestrali, che si concluderanno a marzo 2022 per un controvalore nominale massimo complessivo di 250 milioni. II closing e il processo di cartolarizzazione sono stati gestiti con l’esclusivo supporto del dipartimento legale di Kruk Italia. Con circa 18 miliardi di euro di asset in gestione, Kruk è leader nel mercato della gestione del credito in Europa Centrale. L’ultima operazione precedente annunciata in Italia da Kruk risaliva a fine 2019, quando il gruppo polacco aveva rilevato due portafogli di crediti deteriorati per un valore nominale totale di 133 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto a MBCredit Solutions, ha acquisito da Unicredit due portafogli di crediti unsecured retail per un valore nominale complessivo di 165 milioni di euro. I portafogli oggetto di acquisizione contengono anche crediti rinvenienti da posizioni in origine ipotecarie il cui asset è stato venduto (code di mutuo), sulle quali MBCredit Solutions beneficia di una consolidata esperienza derivante da acquisizioni precedenti (si veda qui il comunicato stampa). Sempre ieri MBCredit Solutions ha anche annunciato la conclusione della prima operazione di acquisto con un altro operatore bancario di rilievo di un portafoglio di crediti retail e corporate unsecured per un valore nominale complessivo 33 milioni di euro. Queste due operazioni si vanno ad aggiungere all’acquisizione annunciata lo scorso marzo di un altro portafoglio da 33 milioni ceduto da un operatore leader nel credito al consumo con cui MBCredit Solutions non aveva ancora stretto accordi e al rinnovo di un accordo di forward flow per complessivi 100 milioni di euro circa da un altro primario operatore del credito al consumo (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando a Unicredit, ricordiamo che il gruppo bancario a marzo ha inviato agli investitori i teaser per la cessione di due portafogli di crediti deteriorati, ciascuno da un miliardo di euro: uno misto composto da Npl e Utp, mentre il secondo sarebbe composto solo da sofferenze unsecured (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo che da tempo è attesa poi anche la vendita del portafoglio Dawn, un portafoglio da un miliardo di euro di Utp small ticket (si veda altro articolo di BeBeez). A fine 2020, quando si parlava di una possibile fusione tra MPS e Unicredit, si era ipotizzata anche la cessione di 14 miliardi di euro di crediti deteriorati da parte di Unicredit ad AMCO, con quest’ultima che potrebbe acquistare anche un altro pacchetto di crediti deteriorati da Mps, dopo gli 8,1 miliardi già comprati lo scorso 1° dicembre (si veda altro articolo di BeBeez).
A fine 2020 lo stock di crediti deteriorati del gruppo Unicredit era sceso a 21,2 miliardi di euro circa dai 25,3 miliardi di fine 2019, con un NPE ratio lordo in calo al 4,5% dal 5% e un NPE netto in leggera salita all’1,9% dall’1,8% di fine 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare, poi, i crediti deteriorati non core erano scesi a 3,7 miliardi, al di sotto dell’obiettivo fissato a 4,3 miliardi dal piano industriale per il 2020 e quindi in accelerazione per raggiungere l’obiettivo di zero Npl non core alla fine del 2021
Il trend si è però invertito nel primo trimestre 2021 con le esposizioni deteriorate lorde che sono salite a 22,4 miliardi, per un NPE ratio in salita al 4,8%, trainate in particolare dall’aumento degli Utp, saliti a 13,7 miliardi (da 12,9 miliardi a fine 2020) come conseguenza dell’applicazione della nuova definizione di default dell’EBA, in vigore dal 1° gennaio 2021. Sostanzialmente invariate, invece, le sofferenze lorde a quota 7,6 miliardi. I crediti deteriorati lordi escludendo il portafoglio non core sono saliti infatti a 18,8 miliardi (8,6 miliardi di euro netti) dai 17,6 miliardi di fine 2020, con 5,6 miliardi di euro di sofferenze e 12,1 miliardi di Utp. Quanto ai crediti deteriorati non core erano scesi a 3,6 miliardi, con l’azzeramento del portafoglio non core che è confermato entro la fine dell’anno (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).