CEME spa, leader mondiale nel settore delle elettropompe a vibrazione ed elettrovalvole a solenoide controllata dalla fine del 2017 da
Investindustrial (si veda
altro articolo di BeBeez), ha emesso
360 milioni di euro di bond senior secured a scadenza 2031, che hanno ottenuto il rating B con outlook stabile sia da parte di
S&P Global Ratings sia da parte di
Fitch, che hanno assegnato lo stesso rating anche all’azienda.
Nel dettaglio, si legge nel report di S&P, i proventi del prestito obbligazionario, insieme a 43 milioni di euro di liquidità, saranno utilizzati per rifinanziare il debito esistente per 304 milioni di euro, rimborsare 85 milioni di euro di shareholder loan e pagare 14 milioni di euro di commissioni e spese relative alla transazione. Il pacchetto di finanziamenti sarà inoltre completato da una nuova linea di credito revolving super senior multicurrency (RCF) di 67,5 milioni di euro, che si prevede non sarà comunque utilizzata al momento della chiusura dell’emissione obbligazionaria.
La chiusura dell’operazione avverrà in concomitanza con il consolidamento in CEME delle società statunitensi
Procon e
Micropump, già possedute da Investindustrial attraverso il veicolo
Fluid Control Acquisitions sarl (si veda
altro articolo di BeBeez), senza alcun relativo esborso di cassa. Nel contesto del rifinanziamento, i 69 milioni di euro di debito in essere presso le entità statunitensi saranno rimborsati insieme ai 235 milioni di euro di debito in essere presso CEME (compresi i prelievi in essere nell’ambito dell’attuale RCF).
A valle dell’operazione S&P Ratings prevede quindi che il debito pro-forma di CEME raggiungerà circa 427 milioni di euro, comprendendo i nuovi bond, circa 7 milioni di euro di linee bilaterali in essere che non saranno rifinanziate, circa 3 milioni di euro di debito in essere per la recente acquisizione di
DTI (si veda
altro articolo di BeBeez)., circa 21 milioni di linea di factoring pro soluto in essere, circa 34 milioni di euro di debiti di leasing, 2 milioni di euro di pensioni e altri compensi differiti post-pensionamento e circa 1 milione di euro di earn-out legati all’acquisizione di DTI.
Fondato nel 1974, CEME è un gruppo meccatronico leader nel mercato della produzione di pompe ad alta e bassa pressione, valvole in ottone e plastica, pressostati e flussostati che permettono il controllo del passaggio di ogni tipo di fluido: acqua, gas, vapore o aria. Il gruppo ha chiuso i 12 mesi a fine giugno 2024 con 327 milioni di euro di ricavi, dopo aver chiuso il bilancio 2023 con un fatturato in netto calo a 265 milioni rispetto ai 322,5 milioni del 2022, anno in cui aveva registrato un ebitda di 64,8 milioni e un indebitamento finanziario netto di oltre 180 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Il calo di fatturato lo scorso anno è stato dovuto a un aggressivo destocking da parte di clienti chiave nel segmento delle macchine da caffè per uso domestico, ma appunto ora il trend si è invertito e S&P prevede che CEME raggiungerà un
fatturato di 335 milioni di euro nel 2024 (pro-forma), in gran parte guidata dall’integrazione delle entità statunitensi e da una crescita organica del 7%, sostenuta principalmente dalla ripresa prevista nel segmento delle macchine da caffè domestiche. S&P prevede inoltre un’ulteriore crescita del
fatturato a 355 milioni per il 2025 e una significativa espansione dell
‘ebitda rettificato, che raggiungerà gli 80 milioni di euro nel 2025 (dai 44 milioni del 2023).
Di conseguenza, S&P si aspetta che il rapporto debito/ebitda si riduca a 5,3 volte entro il 2025, dalle 6,7 volte previste nel 2024 e dalle 6,2 volte del 2023. Anche Fitch si aspetta un margine di ebitda di oltre il 20% dopo il 2024 e tendente al 22%, a fronte anche di un backlog di ordini che a oggi si attesta a 154 milioni di euro.
Il gruppo, sotto la guida del presidente e ceo Roberto Zecchi, ha condotto una serie di acquisizioni negli ultimi anni Nel 2021 ha rilevato il 100% dell’azienda lecchese produttrice di elettrovalvole ODE e di ACL, leader nel settore del vending e della componentistica per macchine da caffè professionali, con sede a Cavenago di Brianza (Monza e Brianza). Le già citate acquisizioni di Procon nel 2022 e Micropump nel 2023 (si veda qui il comunicato stampa dell’epoca) hanno ulteriormente ampliato la presenza globale e il portafoglio di prodotti nel settore industriale. Infine, pochi giorni fa CEME ha annunciato la sigla di un accordo vincolante per rilevare la maggioranza del capitale di
DTI srl, azienda friulana specializzata nella progettazione e realizzazione di soluzioni di elettronica avanzata dedicate in particolare ai settori delle macchine per caffè, del beverage, del pizza & bakery e del professional food service, con circa 6,8 milioni di euro di ricavi nel 2023 (si veda
altro articolo di BeBeez).
CEME ha stabilimenti e Trivolzio, Tarquinia (Viterbo), Colico (Lecco), Cavenago di Brianza (Monza), Zhong-Shan (Cina), Mountmellick (Irlanda), Nogales (Messico) e Vancouver (Stati Uniti), che impiegano complessivamente 1.600 dipendenti. I prodotti vengono distribuiti in settanta Paesi, grazie a una fitta rete commerciale di distributori,
Ricordiamo che investindustrial aveva acquisito il controllo di CEME nel 2017 da
Investcorp, che a sua volta aveva acquisito la società nel 2008 dall’allora
Barclays Private Equity (si veda
qui il comunicato stampa dell’epoca), dopo che CEME aveva chiuso il 2007 con 113,1 milioni di euro di ricavi. A sua volta Barclays Private Equity aveva comprato CEME da
Europe Capital Partners, veicolo promosso da
Vincent Goy e
Renato Mazzolini e di cui è advisor
LBO Italia Investimenti spa.