AMCO, l’Asset Management Company del Ministero dell’Economia e delle Finanze guidata da Marina Natale, ha collocato una nuova emissione obbligazionaria senior unsecured per un importo nominale di 500 milioni di euro in scadenza il 27 marzo 2026 con cedola annua fissa del 4,375%. Il titolo è stato collocato sotto la pari al prezzo di 99,896 (si veda qui il comunicato stampa).
La domanda per il bond emesso dalla società di gestione specializzata in crediti deteriorati è arrivata da circa 60 investitori istituzionali (circa 1,7 volte l’ammontare finale dell’emissione), di cui il 62% rappresentano l’ammontare allocato. In termini di tipologia, il 47% dell’operazione è stata allocata presso asset manager e il resto presso banche, istituzioni e fondi pensione.
La domanda è stata pari a 1,7 volte l’offerta, a testimonianza di un’accoglienza da parte degli investitori più tiepida, nonostante la durata più breve con un profilo più pridenziale, rispetto alla precedente emissione dell’aprile 2021 da 750 milioni di euro a sette anni, che aveva registrato una richiesta prossima a 3 volte l’offerta (si veda altro articolo di BeBeez).
Deutsche Bank, IMI-Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Morgan Stanley e Santander hanno agito in qualità di Joint Lead Managers, mentre Clifford Chance e White & Case hanno affiancato rispettivamente AMCO e le banche come advisor legali.
La nuova obbligazione è stata emessa all’interno dell’Euro Medium Term Note Programme di AMCO e ha l’obiettivo di diversificare la raccolta. I titoli saranno quotati al mercato regolamentato di Lussemburgo. L’emissione, riservata gli istituzionali, ha ottenuto un rating BBB sia da Standard & Poor’s che da Fitch.
Sempre sul fronte patrimoniale, ricordiamo che le passività finanziarie di AMCO al 30 giugno 2022 erano 3,6 miliardi di euro, inclusive delle obbligazioni unsecured della durata media residua di 3,2 anni relative alle emissioni a valere sul programma EMTN ampliato a luglio 2021 fino a un massimo di 6 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez), e suddivise fino a quel momento in un bond da 1,25 miliardi di euro con scadenza al 2023; uno da 250 milioni di euro con scadenza al 2024; un altro da 600 milioni di euro con scadenza al 2025; due prestiti obbligazionari da 750 milioni di euro ciascuno con scadenze rispettivamente nel 2027 e 2028 (si veda qui relazione semestrale). La società ha in essere anche un programma di Commercial Paper per un ammontare massimo di un miliardo, attualmente non utilizzato. Il tutto per una posizione debitoria netta a giugno scorso di 2,79 miliardi, in calo dai 2,99 miliardi di fine 2021, grazie alla cassa generata dal business, e un patrimonio netto di poco meno di 2,4 miliardi.
Il precedente collocamento obbligazionario senior unsecured di AMCO risale all’aprile 2021, per un importo nominale di 750 milioni di euro a scadenza 20 aprile 2028 con cedola dello 0,75%. Il titolo era stato collocato sotto la pari al prezzo di 99,303 (si veda altro articolo di BeBeez). In quella circostanza, la domanda per il bond emesso dalla società di gestione specializzata in crediti deteriorati era arrivata da circa 100 investitori istituzionali, di cui il 49% asset manager, per un totale di circa 2 miliardi di euro, cioé poco meno di tre volte l’ammontare finale dell’emissione.
Amco oggi si presenta sui mercati forte anche di una prima semestrale per il 2022 chiusa con 32,6 miliardi di euro di crediti deteriorati in gestione, di cui il 42% UTP e il resto NPL (si veda altro articolo di BeBeez). Il dato sugli asset in gestione salirebbe a 34,1 miliardi pro-forma, di cui 13,9 miliardi di UTP, relativi a oltre 42 mila imprese italiane, tenendo conto delle recenti acquisizioni del portafoglio leasing da 1,4miliardi e dei 120 milioni di euro di single name ex Intesa Sanpaolo non ancora contabilizzati a bilancio (si veda altro articolo di BeBeez). Gli AuM erano 32,5 miliardi a fine 2021 (dato rivisto dai 33 miliardi inizialmente comunicati, si veda altro articolo di BeBeez) e 34 miliardi a fine 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). A fine 2019, invece, sui libri della società c’erano NPE per 23,8 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez). Quanto all’utile netto, questo è calato di circa 10 milioni dai 36,5 milioni del primo semestre 2021, per effetto delle maggiori rettifiche di valore a copertura del rischio di credito di specifiche posizioni e della revisione delle valutazioni dei fondi in portafoglio, legata ai movimenti dei tassi di interesse, con particolare effetto sulle quote del fondo Italian Recovery Fund, gestito da Quaestio Capital sgr, valutate a bilancio 622 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).