Pacific Equity Partners ha fatto un’offerta da 230 milioni di dollari australiani (165 milioni di dollari) per acquisire il produttore australiano di cibo confezionato Patties Foods (si veda Reuters). L’offerta implica un prezzo di 1,65 dollari australiani per azione con un premio pari al 24% rispetto alla chiusura di 1,33 dollari australiani di venerdì scorso. Pacific Equity si è riservata la possibilità di inserire nell’offerta azioni di una società non quotata. Patties, che produce dolci surgelati, specialmente di frutta, oltre a cibo salato comprese torte, salsicce, pasticcini, lo scorso febbraio ha annunciato che l’utile netto sarebbe sceso del 12% a seguito del richiamo dal mercato di una serie di prodotti surgelati con frutti di bosco che sembrava potessero trasmettere ai clienti il virus dell’epatite A. Test di laboratorio effettuati successivamente hanno poi escluso tale possibilità. Patties ha annunciato che i colloqui con Pacific Equity sono in uno stadio avanzato e ha invitato gli azionisti a non assumere iniziative che potrebbero mettere in pericolo il deal. Le azioni di Patties sono salited el 16% quest’ anno contro solo il 2 % dell’S&P/ASX 200 index.
La famiglia kuwaitiana al-Kharafi ha deciso di interrompere il processo di vendita della maggioranza di Kuwait Food (Americana), società Usa controllata tramite la società Al Khair, a un consorzio con base nel Golfo Persico (si veda Reuters). Le trattative andavano avanti da mesi. Americana, che detiene i franchising delle catene di fast food KFC e Pizza Hut in medio oriente oltre a vendere prodotti di largo consumo a marchio proprio, è in vendita dell’inizio del 2014. Lo scorso febbraio Adeptio, braccio operativo dell’emergente uomo d’affari dubaiano Mohamed Alabbar, sembrava aver raggiunto l’accordo per acquisire il 69% di Americana con un offerta composta da scambio azionario con un compendio in immobili. Il valore della transazione, tenuto conto della capitalizzazione di Americana pari a 3,11 miliardi di dollari avrebbe avuto un valore pari a 2,15 miliardi di dollari. Prima dell’accordo provvisorio, oggi annullato, una serie di pretendenti si erano detti interessati. Tra questi c’erano il fondo sovrano di Singapore, Temasek Holdings, Savola Group (produttore di cibo saudita), oltre ai fondi di private equity Kkr e CVC Capital Partners. Se l’accordo con Adeptio fosse andato a buon fine, ci sarebbe stata un’opa sul flottante della società. Tra l’altro Citi era uscita nello scorso aprile dal consorzio bancario che avrebbe assicurato un bridge loan da 1,5 miliardi di dollari ad Adeptio. Ora la partita si riapre.
La catena di negozi di caffè Komeda punta a quotarsi a Tokyo a giugno con una capitalizzazione di 908 milioni di dollari (100 miliardi di Yen) (si veda DealStreetAsia). La società di Nagoya si aspetta di ottenere la definitiva autorizzazione da parte della Borsa durante la settimana, riferisce The Nikkei Asian Review. Attualmente controllata dal private equity MBK Partners, Komeda avrà un flottante di oltre il 50%. In caso di successo dell’ipo, si tratterà della più grande quotazione nel mondo dei “food service provider” in Giappone dopo l’offerta di Skylark dell’ottobre 2014 di 220 miliardi di yen. Komeda allo scorso febbraio aveva 683 punti vendita in Giappone ed è la terza catena di negozi dedicate al caffè in Giappone dopo Doutor Nichires Holdings and Starbucks Coffee Japan. Ha aperto il suo primo negozio all’estero a Shangai e ha in programma di aprire 1000 punti vendita entro il 2020. I ricavi di Komeda sono cresciuti del 13% durante l’anno fiscale finito lo scorso febbraio a 21,9 miliardi di yen con un risultato operative cresciuto dell’8% a 4,2 miliardi di yen.