Sono attese dopo metà mese le offerte preliminari per il portafoglio eolico di Glennmont Partners e del suo partner, PGGM Infrastructure Fund, il veicolo di investimento infrastrutturale del fondo pensione olandese PGGM. Lo scrive Il Sole 24 Ore, aggiungendo che a lavorare sul dossier sono gli advisor finanziari Rothschild e L&B Partners e i legali di Orrick.
Il portafoglio eolico onshore di Glennmont Partners in Italia ha una capacità complessiva di poco meno di 400 MW ed è composto di impianti situati in gran parte nel Sud Italia e in gran parte eredità dell’acquisizione effettuata nel 2016 quando a cedere gli asset era stata la spagnola Iberdrola. Lo scorso anno, quando il portafoglio aveva una capacità di da 245 MW, si diceva che potesse valere attorno ai 500 milioni di euro.
Le prime voci circa la decisione di Glennmont di mettere in vendita gli impianti si erano diffuse nel giugno 2020 (si veda altro articolo di BeBeez) e poco dopo Glennmont e PPGM Infrastructure avevano annunciato la costituzione della società Green Energy Management Services (GEMS) per gestire i loro portafogli di asset nel settore delle energie rinnovabili in Italia e le forniture di servizi di asset management per terzi (si veda altro articolo di BeBeez).
GEMS è stata costituita da Società Energie Rinnovabili spa (SER spa), controllata al 100% da CEF 3 Wind Energy spa, holding attiva nel settore delle energie rinnovabili e in particolare nella gestione di impianti eolici onshore in Italia, che nell’ottobre 2017 aveva quotato 170 milioni di euro di bond a scadenza 2025 all’ExtraMot Pro (si veda altro articolo di BeBeez). CEF Wind Energy è a sua volta controllata al 50,1% da CEF 2 Wind Energy bv, che a sua volta fa capo a Glennmont Partners. Il restante 49,1% del capitale di CEF 3 Wind fa invece capo a Eolica bv, veicolo controllato da PGGM. La nota diffusa nel giugno 2020 spiegava che, come anticipato più sopra, GEMS avrebbe iniziato a operare con circa 400 MW di asset eolici in gestione, diventando immediatamente uno dei maggiori operatori di asset management del mercato italiano.
Nel dicembre 2019 Glennmont Partners aveva rilevato, tramite CEF 6 Wind Energy (anch’essa controllata dal fondo Glennmont Clean Energy Fund III ), la Andali Energia, proprietaria di un parco eolico in Italia da 30 MW (si veda altro articolo di BeBeez). Quest’ultimo è situato ad Andali, in Calabria.
Gli impianti eolici in questione potrebbero interessare a soggetti industriali come A2A, Eni, Edison, Engie, ma anche a fondi come F2i e Ardian. Ricordiamo che a fine dicembre 2018 Glennmont Partners aveva venduto il portafoglio fotovoltaico italiano ai fondi Tages Helios e Tages Helios II, gestiti da Tages Capital sgr (si veda altro articolo di BeBeez) e che in quell’occasione avevano partecipato all’asta soggetti industriali come A2A ed Erg e Sonnedix Power Holdings, controllato da JP Morgan asset management (si veda altro articolo di BeBeez). Il valore dell’operazione era stato di circa 300 milioni di euro. Allora erano stati ceduti tre impianti fotovoltaici situati in Veneto e Lazio con una capacità complessiva di 85.4 MW (Enersol con una capacità installata di 48 MW, Megasol di 13.2 MW e Phenix di 24.2 MW) sino a quel momento in portafoglio a Glennmont Clean Energy Fund I.
Glennmont Partners è uno dei maggiori gestori di fondi europei che si concentra esclusivamente sugli investimenti nelle infrastrutture per l’energia pulita. Nel giugno 2019 Glennmont Partners ha annunciato il closing finale a quota 850 milioni di euro per il suo terzo fondo dedicato a progetti di energie rinnovabili in Europa e in Gran Bretagna , Clean Energy Fund III, superando di gran lunga il target iniziale di 600 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
A fine febbraio Glennmont Partners ha annunciato il completamento della sua prima cartolarizzazione sintetica condotta attraverso il suo REBS (Renewable Backed Securities) credit fund. Si è trattato del primo deal green SRT (synthetic risk transfer) strutturato in Italia e di uno dei primi in Europa. L’operazione è stata infatti strutturata su un portafoglio di finanziamenti in project finance erogati da Intesa Sanpaolo per il finanziamento di 1,7 miliardi di euro di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaici, eolici e biomasse) in Europa per una capacità complessiva di oltre 7 GW (si veda qui il comunicato stampa). Lo scorso gennaio Intesa Sanpaolo, senza svelare il nome della controparte, aveva annunciato la cartolarizzazione sintetica di un portafoglio di 42 finanziamenti in project finance strutturati per la costruzione di impianti eolici (50% del totale), fotovoltaici (40%) e a biomassa (10%), per un importo complessivo di 1,3 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez), ma poi le dimensioni del portafoglio sono aumentate. L’operazione rientrava nel Programma Gestione Attiva Rischi di Credito (GARC), lanciato dalla banca nel 2014 con l’obiettivo di ottimizzare il profilo di assorbimento di capitale regolamentare ed economico del portafoglio crediti performing del gruppo bancario e di liberare risorse per nuovi finanziamenti a sostegno dell’economia reale. Del programma, BeBeez ha parlato ampiamente nella sua Insight View dello scorso 19 ottobre 2020 (dedicata agli abbonati di BeBeez News Premium).
A oggi Glennmont ha investito in credito in 7 Paesi europei (Germania, Francia, Belgio, Svezia, Spagna, Italia e Portogallo) in relazione a un migliaio di impianti per una capacità installata complessiva di oltre 8 GW.
Lo scorso gennaio Glennmont Partners è stato acquistato dalla società di investimento globale Nuveen, l’asset manager dell’American Teachers Insurance and Annuity Association (TIAA), con 1,1 trilioni di dollari di asset complessivi in gestione (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione porta i real asset privati di Nuveen a oltre 150 miliardi, diversificando ulteriormente la piattaforma che include real estate, terreni agricoli, infrastrutture, foreste, il settore agricolo e le materie prime.