Golden Goose, società proprietaria dell’omonimo marchio di moda luxury, controllata da Permira e partecipata da Carlyle, in attesa della quotazione al New York Stock Exchange (si veda altro articolo di BeBeez), ha acquisito il suo principale fornitore, la leccese Italian Fashion Team – IFT, dall’amministratore delegato Michele Zonno e dalla sua famiglia (si veda qui il comunicato stampa). Il closing dell’operazione è previsto entro la fine dell’anno, dopo il via libera delle autorità competenti, tra le quali l’Antitrust.
Golden Goose è stata assistita dallo studio legale Giliberti Triscornia e Associati. Maisto e associati ha curato la due diligence fiscale, mentre KPMG ha seguito quelle finanziaria, ESG, labour e IT. IFT è stata assistita per gli aspetti legali da Ughi e Nunziante, lo studio associato Cacciapaglia & Liguori ha curato quelli fiscali, Dell’Atti Liberato & Partners quelli giuslavoristici. Clearwater International è stato il M&A advisor per IFT.
Fondata nel 2007, IFT è specializzata nella produzione e distribuzione di calzature di alta gamma. La sua acquisizione rappresenta “un passo strategico verso l’integrazione verticale della catena di fornitura all’insegna di una crescita responsabile”, ha spiegato Golden Goose nella nota stampa relativa all’operazione. Zonno, continuerà a guidare l’azienda, che ha chiuso il 2021 con un fatturato di 36,5 milioni di euro, un ebitda di 6,4 milioni e un debito finanziario netto di 1,3 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).
L’acquisizione di IFT, quindi, è ulteriore ampliamento del perimetro molto utile in vista dell’attesa quotazione del gruppo Golden Goose. Ricordiamo, infatti, che lo scorso marzo si erano diffuse voci su un imminente quotazione a Wall Street, ma la società aveva frenato, precisando che si trattava di “speculazioni inaccurate. Non stiamo esplorando attivamente alcuna opzione con nessuna banca e non abbiamo una tabella di marcia” (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia, lo scorso dicembre 2021 in occasione della vincita del premio per il settore moda dell’edizione del Pambianco Award leQuotabili 21, il ceo Silvio Campara aveva dichiarato: “Ricevere il riconoscimento leQuotabili è un onore per tutta la famiglia Golden e per i nostri azionisti. In questi primi 20 anni, Golden si è distinta per la creazione di valore attraverso i suoi prodotti e le sue comunità, l’obiettivo è continuare in questa direzione in modo autentico e lungimirante. Un’eventuale futura apertura del capitale della società potrebbe essere valutata, anche in Borsa”.
Fondata nel 2000 e famosa per le sneakers di lusso, Golden Goose è presieduta da Maureen Chiquet, già global ceo di Chanel dal 2003 al 2016, ha sede a Venezia e i suoi prodotti sono distribuiti in tutto il mondo attraverso una rete di negozi multimarca esclusivi e franchising , insieme ai negozi monomarca a gestione diretta.
Ricordiamo che Permira aveva acquisito il controllo di Golden Goose nel giugno 2020 rilevandolo appunto da Carlyle, sulla base di un enterprise value di 1,28 miliardi di euro, pari a 13 volte i 100 milioni di euro di ebitda allora attesi per il 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Golden Goose ha poi chiuso il 2020 con un ebitda rettificato di soli 69,3 milioni a causa dell’impatto del Covid (da 91,4), per cui il multiplo effettivo è stato di 18,5 volte l’ebitda. Permira aveva acquisito l’83% della società, mentre il venditore Carlyle aveva mantenuto una quota di minoranza e il management aveva a sua volta reinvestito per un 8%. Detiene una quota di minoranza anche DVR Capital, l’operatore di private equity fondato da Carlo Daveri, che in precedenza era stato azionista di Golden Goose insieme a Ergon Capital nel 2015.
Il bilancio 2021 ha poi registrato un netto recupero, con 277,5 milioni di euro di ricavi netti (da 210,6 milioni nel 2020), un ebitda di 99,9 milioni, un utile netto di 89,1 milioni (da 2,5 milioni) e un debito finanziario netto di 405,3 milioni (da 417,1 milioni) (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Il debito include il bond da 480 milioni di euro emesso nel maggio 2021 per rifinanziare il prestito da 470 milioni di euro a supporto del buyout (si veda altro articolo di BeBeez). L’emissione, secondo il Prospetto dell’obbligazione, quotata alla Borsa del Lussemburgo, ha scadenza 2027, è stata collocata al prezzo di 98 centesimi e offre una cedola variabile pari al tasso Euribor a 3 mesi (con floor a zero) più il 4,875% annuo, con reset trimestrale. Al bond Moody’s aveva assegnato un rating B2 e FitchRatings un rating B+.