Illy, il gruppo triestino tra i maggiori produttori italiani di caffè che fa capo all’omonima famiglia e partecipato per il 20% dal fondo Rhône Capital, ha certamente risentito degli effetti della pandemia nel 2020, ma ha comunque retto allo tsunami Covid. I ricavi hanno toccato i 446,5 milioni di euro (-14% dal 2019), mentre l’ebitda rettificato è calato del 25% a 57,7 milioni ( 77,4% dell’anno precedente). Certo l’utile netto non ha superato i 5 milioni contro i 19 milioni dell’esercizio precedente, tuttavia la posizione debitoria netta 103,3 milioni, si è ridotta di 10,7 milioni rispetto al 2019 (si veda qui il comunicato stampa).
Ciò che ha consentito di reggere l’urto della pandemia al gruppo triestino, le cui vendite tradizionalmente provengono per più del 50% dal segmento Ho.Re.Ca., soprattuttto all’estero, è stato l’aumento del 39% delle vendite tramite e-commerce e gli altri canali legati al consumo domestico mentre le esportazioni hanno riflesso l’andamento della pandemia nelle varie aree del mondo.
Massimiliano Pogliani, amministratore delegato di illycaffè, ha commentato: “I risultati 2020, ancorché penalizzati dalla debolezza dei consumi fuori casa, confermano la forza del brand illy, l’efficacia delle azioni sviluppate per mitigare l’impatto della pandemia, e la nostra capacità di rispondere alle mutate esigenze dei consumatori. L’incessante orientamento alla sostenibilità, che è da sempre parte dei valori fondanti della illycaffè, ha trovato ulteriore conferma nel recente conseguimento della certificazione B Corp che rappresenta un’altra pietra miliare nel nostro percorso di miglioramento continuo.”
Nei giorni scorsi illycaffè, divenuta società benefit di diritto italiano alla fine del 2019, è stata infatti la prima azienda italiana del settore a conseguire la certificazione B Corp, rilasciata da un autorevole ente terzo internazionale alle sole aziende che operano e conducono il business secondo i più alti standard sociali e ambientali e possono quindi definirsi sostenibili. Lo scorso anno illycaffè è stata parimenti confermata, unica azienda italiana e per il nono anno consecutivo, tra le World’s Most Ethical Companies.
Ricordiamo che Rhône Capital, società di private equity globale con una presenza paneuropea, nordamericana e transatlantica, aveva annunciato l’acquisizione del 20% di illycaffè nel novembre scorso (si veda altro articolo di BeBeez) e a fine febbraio era stato completato l’ingresso nella compagine azionaria del fondo, selezionato come partner strategico “per la sua capacità di contribuire all’espansione internazionale di illycaffè, in particolare negli Usa, e più in generale al rafforzamento dei piani di crescita aziendali”, ha sottolineato ancora l’ad Pogliani.
Al gruppo illy fa capo anche la sub-holding Polo del Gusto, che raggruppa marchi di the (Dammann Frères), di cioccolato (Domori), di pasticceria inglese (Prestat), di confetture (Agrimontana) e di vino (Mastrojanni). Polo del Gusto è guidata da Riccardo Illy e dal ceo Andrea Macchione. La nomina di quest’ultimo nell’aprile scorso (si veda altro articolo di BeBeez) si colloca nel contesto della cessione di una minoranza (20-40%) del Polo del Gusto, valutato 250 milioni di euro, tornata calda nel febbraio scorso (si veda altro articolo di BeBeez).