Un gruppo di investitori finanziari ha acquisito il controllo di Gruppo Golmar, fondato nel 1972 da Mario Gole’ e attivo nella distribuzione di prodotti per la sanificazione a marchio proprio. La famiglia Golé manterrà una partecipazione di minoranza. L’operazione è stata finanziata da Intesa Sanpaolo e Unicredit (si veda qui il comunicato stampa).
Gli investitori sono stati organizzati da J.Hirsch&Co (lo stesso che è advisor esclusivo delle Sicar lussemburghesi della Serie ILP), che, secondo quanto risulta a BeBeez, ha strutturato una nuova piattaforma di investimento lussemburghese, strutturata come sa (société anonyme), al capitale della quale partecipano appunto vari investitori finanziari e che sarà utilizzata anche per prossimi deal.
Gli investitori si sono avvalsi della consulenza m&a di PS Advisory e LF Advisory, di quella legale dello Studio Molinari Agostinelli. EY Transaction Services si è occupato della due diligence contabile, commerciale, giuslavoristica, legale e IT; lo studio Pession Vercellio della due diligence fiscale; e lo Studio BC& della strutturazione dell’operazione.
La pandemia da Covid-19 ha mandato alle stelle il business del gruppo Golmar che ha chiuso il 2020 con 75 milioni di euro di ricavi e un ebitda di 19 milioni e con la sola capogruppo Golmar Italia spa che ha chiuso il 2020 con 32,7 milioni di euro di ricavi (da 23,4 milioni nel 2019), un ebitda di 7,2 milioni (da 2,9 milioni) e una liquidità netta di 9,7 milioni (da 4,3 milioni) (si veda qui l’analisi Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). La società conta 15 sedi in Italia, 450 specialisti dell’igiene professionale, quattro divisioni (Industria, Medicom & Estetica, Food e Igiene Bagno) e 60.000 metri quadri di magazzini.
Alla fine dello scorso giugno, in preparazione dell’operazione di cui sopra, è stata condotta la fusione per incorporazione in Golmar Italia di Golmar Italia Roma srl, Golmar srl, Golmar Adriatica srl e Golmar Mediterrranea srl, sino a quel momento tutte controllate da Mario Golé e già partecipate da Golmar Italia spa. Contestualmente è stata condotta una scissione di Golmar Italia spa inerente il comparto immobiliare e costituita Golmar Immobiliare srl.
La famiglia Golè conferma il proprio impegno a proseguire nello sviluppo del gruppo, con l’obiettivo di incrementare la presenza capillare sul territorio nazionale e di espandersi a livello europeo.
Bruno Golè, neopresidente di Golmar, ha confermato “la soddisfazione per aver completato un’operazione che agevolerà la crescita organica del gruppo, che sarà in grado, tramite una struttura organizzativa rafforzata nelle posizioni chiave, di cogliere opportunità su un mercato la cui domanda si mostra solida a fronte di un’offerta ancora estremamente frammentata”.
Quanto a J. Hirsch, da tempo non annunciava investimenti. Ricordiamo che nell’ottobre 2018 ILP III Sicar di cui J Hirsch (che allora si chiamava ancora J. Hirsch &Co) è advisor esclusivo aveva ceduto Clouditalia, un operatore specializzato nell’offerta di servizi integrati di connettività e data center (si veda altro articolo di BeBeez). A comprare era stato Irideos, il nuovo polo italiano ICT nato dall’aggregazione di Infracom, KPNQWest Italia, MC-link e BigTLC, controllate tlc di F2i sgr e del fondo Marguerite. J HIrsch e la sua controllata lussemburghese Minacom sa, avevano acquisito il controllo di CloudItalia nel 2012, rilevandola dalla procedura di amministrazione straordinaria di Eutelia spa.
Ricordiamo inoltre che J.Hirsch, sempre attraverso ILP III SIcar, aveva promosso insieme a Wise Equity il management buy-out di Alpitour nel 2012. Alpitour era stata ceduta infatti allora da Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, ai fondi per 225 milioni di euro, in una situazione economico-finanziaria piuttosto critica. Allora Exor aveva reinvestito 10 milioni di euro per un 10%. Nella primavera 2018 il veicolo promosso da Tamburi Investment Partners, Asset Italia 1 srl, aveva comprato da Wise sgr e J.Hirsch&Co le loro partecipazioni in Alpitour , come Wise che aveva reinvestito per una piccola quota e J. Hirsch che invece era uscita completamente dal capitale (si veda altro articolo di BeBeez).
Molto prima, nell’aprile 2005, J. Hirsch, attraverso il fondo ILP II, aveva coinvestito con Aletti Merchant e Investindustrial nell’acquisizione dek 90,8% del capitale di Gardaland, con il resto che era rimasto in capo alle famiglie storiche che avevano fondato il parco di divertimenti nel 1975. Gardaland è poi passata sotto il controllo del gruppo Merlin, il colosso europeo dei parchi a tema, una volta quotato a Londra e poi delistato nel 2019, dopo l’opa di KIRKBI (la holding di investimento della famiglia Kristiansen, che controlla al 75% la Lego), Blackstone e Canadian Pension Plan Investment Board (CPPIB), riuniti nella newco Berkeley Bidco Limited (si veda altro articolo di BeBeez).
(Articolo modificato alle ore 14.00 del 5 agosto 2021 – si precisa il ruolo di J. Hirsch come advisor della nuova piattaforma di investimento lussemburghese)