Il leader italiano delle colle e dei tessuti adesivi per scarpe e pelletteria, per il settore automotive e del packaging flessibile, Industrie Chimiche Forestali spa, andrà in borsa con la Spac EPS Equita PEP. L’operazione di business combination tra le due società è stata infatti deliberata dal Consiglio di amministrazione di EPS lo scorso venerdì 19 gennaio, mentre il 26 febbraio è stata convocata l’assemblea ordinaria e straordinaria di EPS per approvare tutte le fasi dell’operazione, che prevede la scissione parziale della Spac nella nuova Spac EPS2, visto che l’acquisizione della quota in ICF assorbirà solo parte dei capitali a disposizione di EPS (scarica qui il comunicato stampa). EPS è stata assistita sul piano legale da BonelliErede e su quello finanziario da EY. Mediobanca ha agito quale Nominated Adviser.
EPS Equita Pep è la Spac promossa in maniera paritetica da Equita Group, Private Equity Partners spa (Pep), Fabio Sattin (presidente di PEP), Giovanni Campolo (amministratore delegato di PEP), Stefano Lustig (capo ufficio studi e consigliere di Equita sim e a capo della nuova divisione Alternative asset management) e Rossano Rufini (responsabile private equity di Equita sim), riuniti nella società veicolo Equita PEP Holding srl, che lo scorso fine luglio si è quotata all’Aim Italia dopo aver raccolto 150 milioni di euro dagli investitori (si veda altro articolo di BeBeez)
ICF è al momento controllata dai fondi Progressio sgr, Mandarin Capital Partners e Private Equity Partners sgr e partecipata dal management. Mandarin e Private Equity Partners ne avevano supportato il management buyout nel giugno 2014, mentre Progressio ha affiancato gli altri due fondi due anni fa (si veda altro articolo di BeBeez). A seguito di quell’ultima operazione, oggi il 51% del capitale di ICF fa capo a Mandarin (tramite Cantarellus sa), il 39,28% a Progressio sgr, il 4,17% a Pep e un altro 4,17% all’amministratore delegato Guido Cami.
Fondata a Maccagno (Varese) nel 1918, il gruppo ha sede e stabilimento a Marcallo con Casone (Milano) e impiega 120 dipendenti. La capogruppo ICF ha chiuso il 2016 con 70,7 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 10,7 milioni e un debito finanziario netto di 9,4 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). ICF ha chiuso i primi undici mesi 2017 con un fatturato di circa 72,9 milioni di euro, un ebitda di circa 9 milioni, un utile netto rettificato di 4,4 milioni e un debito finanziario netto di 15,3 milioni.
ICF è società leader in Italia nel settore dei tessuti per puntali e contrafforti e negli adesivi per il settore calzaturiero, pelletteria, automotive, packaging e del mobile imbottito. ICF esporta circa il 70% dei suoi prodotti in tutto il mondo, dalle Americhe al Far East e dalla Russia al Sud Africa. Ponendo da sempre al centro della propria attività il prodotto e la capacità di supportare i clienti per lo sviluppo di nuovi progetti, ICF è oggi punto di riferimento per brand prestigiosi nel mondo che producono calzature e borse, oltre che per il settore automobilistico e dell’imballaggio flessibile.
Come descritto nel Documento Informativo, l’operazione prevede ora, in sintesi, i seguenti passaggi:
- scissione parziale e proporzionale di EPS a favore di EPS Equita PEP SPAC2 spa, una società costituita da EPS lo scorso 12 gennaio, le cui azioni saranno ammesse a quotazione sull’Aim Italia e alla quale saranno assegnate le disponibilità di EPS non necessarie a effettuare l’acquisizione, al netto dell’esborso che sarà eventualmente sostenuto da EPS per acquistare le azioni proprie eventualmente oggetto di esercizio del diritto di recesso da parte dei soci di EPS che non avranno approvato la business combination (il valore di recesso è stato fissato in 10 euro per azione e l’operazione è condizionata al fatto che recedano al massimo tanti azionisti che rappresentino complessivamente più del 30% meno un’azione del capitale ordinario di EPS);
- acquisizione da parte di EPS dell’intero capitale sociale di ICF dagli attuali soci, a fronte di un corrispettivo complessivo di 69,075 milioni, sulla base di una valutazione della società pari a 6,7 volte l’ebitda rettificato 2016;
- ingresso nel capitale sociale di EPS di ulteriori 11 manager di ICF, in aggiunta al reinvestimento dell’amministratore delegato Guido Cami e di Pep, mediante sottoscrizione di un aumento di capitale a pagamento riservato, con esclusione del diritto di opzione per un massimo di 5,12 milioni, di cui 2,84 da imputarsi a capitale e il resto a riserva sovrapprezzo e con un prezzo di sottoscrizione di 10 euro per azione di nuova emissione. Pep reinvestirà la totalità del corrispettivo ricevuto dalla vendita delle azioni ICF, mentre Cami ne reinvestirà la gran parte: in caso di integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale, Pep e i manager di ICF deterranno complessivamente il 6,8% del capitale di EPS;
- acquisto da parte dei manager di ICF, che abbiano investito in EPS, anche di azioni speciali di EPS attualmente possedute da Equita PEP Holding, Equita sim, Stefano Lustig e Rossano Rufini, al prezzo di 10 euro per azione: in caso di esecuzione integrale della compravendita azioni speciali, i manager di ICF verranno a detenere complessivamente il 20% delle azioni speciali di EPS post-scissione.