Passa interamente sotto il controllo della famiglia reale del Marocco il big delle creme spalmabili alla nocciola Nutkao, controllato da White Bridge Investments e sul mercato dalla scorsa primavera (si veda altro articolo di BeBeez ). Lo scrive Il Corriere della Sera, precisando che a comprare l’azienda che ha sede a Govone (Cuneo) è la holding Al Mada, società di investimento partecipata in larghissima parte dal re Mohammed VI e dalla sua dinastia, attraverso Teralys, braccio degli investimenti nell’agroalimentare nato un anno fa per puntare sulle filiere, che ha messo sul tavolo 450 milioni di euro.
Il nome della famiglia reale marocchina è una sorpresa per il mercato. Nei mesi scorsi infatti circolavano voci sull’interesse da parte di vari gruppi industriali del settore, come le tedesche Baronie e Kruger, la francese Andros, la spagnola Natra e la Caffarel del gruppo svizzero Lindt (che è tra i clienti di Nutkao per il cioccolato liquido). Ma il dossier, si diceva, era allo studio anche di alcuni fondi di private equity come Towerbrook, Bain Capital, Capvis, Rhone Capital e BCPartners.
Quello che invece non sorprende è il valore dell’investimento. Anzi, per la verità circolavano una cifra superiore, attorno ai 500 milioni di euro, sulla base di un fatturato di Nutkao Holding atteso per il 2024 di circa 340 milioni, di cui due terzi realizzati all’estero, e un margine operativo lordo di circa 40 milioni.
Guidata dall’aprile 2023 dal nuovo amministratore delegato Gianfranco D’Amico (si veda qui il comunicato stampa), Nutkao Holding ha chiuso il bilancio 2023 con 323,2 milioni di euro di ricavi netti, un ebitda di 34,5 milioni e un debito finanziario netto di 96 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente), dopo aver superato la soglia dei 300 milioni nel 2022 (si veda qui il comunicato stampa).
Ricordiamo che White Bridge Investments aveva comprato il controllo di Nutkao nel luglio 2018 dalla famiglia Braida che era rimasta con una minoranza (si veda altro articolo di BeBeez), con White Bridge che ha poi condiviso una quota dell’investimento con un ristretto club di investitori privati allestito da Banca Profilo. L’operazione era stata finanziata da Banco BPM, dal fondo Antares AZ1, gestito da Azimut Libera Impresa sgr, e dal fondo Green Arrow Private Debt (si veda altro articolo di BeBeez).
Successivamente, nel 2021 Nutkao ha acquisito, prima, la società belga Boerrineke con sede a Sint-Amands in provincia di Anversa, a sua volta produttrice di creme spalmabili (si veda altro articolo di BeBeez), e poi ha vinto l’asta per Antichi Sapori dell’Etna srl, la società produttrice dei noti pistacchi PIstì, con sede a Bronte (Catania)(si veda altro articolo di BeBeez).
Oggi Nutkao, oltre che creme spalmabili alla nocciola, produce anche vari semilavorati per l’industria dolciaria: creme Bio, Free From, Pistacchio, Ice-cream Specialties, Bakery Specialties, Fillers, cioccolato liquido e in gocce prodotto in Ghana in uno stabilimento proprio. Nel 2018, infatti, Nutkao ha acquisito Afrotropic, una società proprietaria di uno stabilimento dedicato alla trasformazione delle fave di cacao, che processa granella di cacao, burro di cacao naturale, burro di cacao deodorato, liquore di cacao e cacao in polvere. Il principale impianto di produzione di Nutkao è a Canove di Govone (Cuneo), a cui si affianca quello di Battleboro, in North Carolina negli Usa. L’azienda produce crema alla nocciola per conto dei marchi propri di Esselunga, Conad, Carrefour, Pan di Stelle e da qualche tempo anche di Walmart più altre private label della distribuzione tra Usa ed Europa.
A oggi il capitale della società operativa Nutkao srl è interamente controllato da Nutkao Holding srl, che a sua volta fa capo per l’82,52% da Ambrosia Investments spa, il veicolo di investimento di White Bridge Investments e dei suoi coinvestitori, e partecipato all’8,2% dall’imprenditore Giuseppe Braida e per il 4,99% da Aletti Fiduciaria, con il resto che è distribuito a soci minori (tra i quali anche Barbara, Davide e Monica Braida) con quote inferiori all’1%