La paytech italiana Nexi ha spuntato un periodo di esclusiva di 10 giorni per trattare la fusione con la società di pagamenti elettronici danese Nets, attiva nel mercato scandinavo e nella regione DACH (Germania, Austria, Svizzera). Nell’operazione, Nexi è assistita da Centerview e HSBC come advisor finanziari. Mercury UK (il veicolo dei fondi Advent International, Bain Capital e Clessidra, che possiede oggi il 20% di Nexi) è seguita da Mediobanca come advisor finanziario (si veda qui il comunicato stampa). I rumor sull’interesse di Nexi per Nets si ricorrevano da inizio ottobre (si veda altro articolo di BeBeez).
Nets fa capo ad Hellman & Friedman, al fondo sovrano di Singapore GIC e ai loro coinvestitori Bain Capital e Advent International, che l’avevano comprata per 33 miliardi di corone danesi (circa 5,3 miliardi di dollari) in un’operazione annunciata a settembre 2017. Advent International e Bain Capital sono gli stessi fondi che, insieme a Clessidra, sono soci di Mercury UK, il veicolo che controlla oggi il 20% di Nexi, dopo l’ultima cessione di quote in un’operazione di accelerated bookbuilding a inizio ottobre (si veda altro articolo di BeBeez).
Nets sarebbe valutata quasi 10 miliardi di euro, corrispondenti a un multiplo di ben 27 volte l’ebitda, che nel 2019 è stato di 295 milioni di euro, a fronte di ricavi per 747 milioni. I rumor sul processo di vendita di Nets sono partiti lo scorso agosto, ma allora si parlava di un multiplo di ebitda più contenuto di 18-20 volte, sulla base però di un ebitda che si diceva molto più alto, tra i 300 e i 400 milioni (si veda qui Mergermarket).
Nexi da parte sua ha chiuso il 2019 con 984,1 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 502,5 milioni e una posizione finanziaria netta di 1,47 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez) e ieri capitalizzava 8,3 miliardi di euro a 12,85 euro per azione. Il gruppo guidato da Paolo Bertoluzzo sta lavorando a uno scambio azionario finalizzato al raggiungimento del controllo della società danese, che poi verrebbe fusa in Nexi. Sono previsti impegni di lock-up di lungo periodo per tutti gli azionisti. La nota diffusa ieri da Nexi precisa che l’operazione prospettata implica una valutazione delle due società con un approccio “iso-multiplo”, ovvero sulla base dello stesso multiplo calcolato sull’ebitda atteso per il 2020.
L’operazione, quindi, non prevede ricorso ad ulteriore indebitamento. Tale approccio consentirebbe agli azionisti di entrambe le aziende di beneficiare appieno di importanti sinergie industriali, che si stima possano ammontare a circa 150 milioni di euro. Tali sinergie sarebbero in aggiunta a quelle già identificate (e di simile importo) nel contesto della fusione tra Nexi e Sia, il gruppo leader nei servizi e nelle infrastrutture di pagamento, controllato da Cdp Equity (si veda altro articolo di BeBeez) e sarebbero realizzate con modalità e tempistiche opportunamente pianificate e compatibili. La combinazione delle due iniziative genererà per gli azionisti una significativa cash EPS accretion.
Nets è uno dei principali player integrati pan-europei nel settore paytech, attivo in 20 paesi, con una posizione di leadership nei mercati dei pagamenti digitali più avanzati, come i paesi nordici, nonché nei mercati meno penetrati con un significativo potenziale di crescita (come Germania, Austria, Svizzera, Polonia e Europa centrale e orientale). Negli ultimi 3 anni, sotto la guida di Hellman & Friedman, Nets ha subito trasformazioni e investimenti significativi che hanno portato a una consistente crescita del suo core business, sia organicamente che tramite M&A strategiche come la fusione con Concardis Payment Group e le acquisizioni di Dotpay / eCard, P24 e PeP. A seguito della vendita dell’attività account-to-account di Nets a Mastercard, che sarà completata prima della chiusura della fusione con Nexi, Nets oggi si concentra sul merchant services, con una forte esposizione all’e-commerce e su servizi di pagamento digitali innovativi. Nel 2019 Nets ha generato ricavi per circa 1 miliardo di euro e ebitda adjusted di circa 0,4 miliardi di euro, e presenta un profilo di crescita nel medio termine sostanzialmente in linea con quello di Nexi.
Advent International, Bain Capital e Clessidra avevano comprato il controllo di Nexi (che allora si chiamava ancora Icbpi) nel 2015 (si veda altro articolo di BeBeez), e avevano poi diviso da un lato le attività di pagamento e dall’altro quelle di banca depositaria, convogliate in DEPOBank (si veda altro articolo di BeBeez). I fondi avevano poi quotato il nuovo gruppo Nexi dedicato alle attività di pagamento nell’aprile 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) e poi ridotto progressivamente la loro quota in Nexi. Lo scorso aprile Nexi ha poi collocato 500 milioni di euro di obbligazioni senior unsecured equity-linked con scadenza 2027 per finanziare parte del corrispettivo previsto per l’acquisizione delle attività di merchant acquiring da Intesa Sanpaolo, con la banca che a sua volta ha acquisito da Mercury il 9,9% di Nexi (si veda altro articolo di BeBeez). A inizio ottobre, poi, è arrivato l’annuncio ufficiale della prevista integrazione tra Nexi e Sia, da realizzarsi tramite la fusione per incorporazione di Sia in Nexi (si veda altro articolo di BeBeez), mentre nella prima settimana di ottobre i tre fondi hanno ridotto la loro posizione all’attuale 20% a valle di un’ultima operazione di accelerated bookbuilding (si veda altro articolo di BeBeez).
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