La milanese Bending Spoons, primo sviluppatore europeo di app per dispositivi mobili con oltre mezzo miliardo di utenti, ha appena chiusi un megaround di raccolta da 100 milioni di euro, (si veda qui il comunicato stampa), che segue di poco meno di un anno un’altra gignatesca raccolta di fondi da 340 milioni di dollari, chiuso a settembre del 2022 (si veda altro articolo di BeBeez).Nel nuovo round Bending Spoons è stata assistita per gli aspetti legali dallo studio Clifford Chance
Tuttavia questo nuovo fundaising, rispetto all’operazione del 2022, presenta due differenza fondamentali: è tutta in equity, mentre lo scorso anno il venture debt pesava per non meno di 300 milioni di dollari contro 40 di equity, e soprattutto vede protagonisti alcuni dei principali investitori in private equity, tra cui NB Renaissance, (seguita da New Deal Advisors e Gatti Pavesi Bianchi Ludovici per gli aspetti legali) uno dei principali buyout investor italiani, assieme al fondo britannico Baillie Gifford (assistita dallo studio legale CMS) che attualmente gestisce asset per circa 230 miliardi di sterline (poco meno di 300 miliardi di dollari) tra equty e debt, e che ha effettuato diversi investimenti nel fintech, tra cui la piattaforma di lending crowdfunding Funding Circle (si veda altro articolo di BeBeez). A questi ultimi si è affiancata la multinazionale di Atlanta (Georgia) Cox Enterprises, un gigante da 21 miliardi di dollari di fatturato consolidato, realizzato soprattuto nei settori automotive e tlc. Al round hanno partecipato, recita la nota diffusa da Bending Spoons, anche StartTIP (che fa capo a Tamburi Invesment Partners) e Nuo Capital, veicolo di investimento che fa capo a Exor, holding della famiglia Agnelli/Elkann, e alla famiglia imprenditorialie cinese Pao Cheng. Entrambe erano entrate nel capitale di Bending Spoons nel 2019, acquisendo una quota di minoranza (5,7%) della software house (si veda altro articolo di BeBeez).
L’anno scorso invece i protagonisti erano stati alcuni business angel, tra cui star internazionali dello sport e dello spettacolo come Ryan Reynolds, attore e produttore di fama mondiale e co-fondatore della casa cinematografica e agenzia Maximum Effort; Kerry Trainor,fondatore di Creator Partners e ceo di Vimeo e SoundCloud e il calciatore Keisuke Honda, affiancati da Eric Schmidt, ex ad di Google (oggi Alphabet), e Diego Piacentini, presidente di Exor Seeds.
Pochi mesi prima, a fine 2021, la scaleup italiana fondata da Luca Ferrari, Francesco Patarnello, Matteo Danieli e Luca Querella aveva effettuato un altro round da 9 milioni di euro, al quale avevano partecipato la Red Circle Investments di Renzo Rosso, patron di Diesel e presidente e fondatore della holding di moda Only the Brave (si veda altro articolo di BeBeez) e altri investitori, tra i quali Nerio Alessandri, fondatore di Technogym, con la sua Alfin; la Zedef del rapper Federico Leonardo Lucia (in arte Fedez); la Akela di François De Brabant, fondatore di Jakala; la Andre Agassi Foundation for Education dell’omonimo ex tennista; la B Holding del business angel Fabio Cannavale; e la Mavis di Federico Marchetti, fondatore di Yoox. In quell’occasione era entrata nel capitale anche Cherry Bay Capital, piattaforma monegasca che affianca famiglie industriali e imprenditori con un modello integrato di multifamily office, che da organizzatore di club deal si è nel tempo trasformato in vera e propria holding di investimento, e che adesso ha arrotondato la sua quota (in questo assistita da DWF). Prima ancora, nel luglio 2019 erano entrati nel capitale come detto StarTIP (braccio di investimento in venture capital della TIP di Gianni Tamburi), H14 (il family office di Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi) e Nuo Capital (fondo con capitale asiatico ma guidato da Tommaso Paoli, ex top manager di Banca Imi) (si veda altro articolo di BeBeez).
Con quest’ultima operazione, che ha più le caratteristiche di un deal di private equity piuttosto che di venture capital, e che quindi non contraddice la frenata in atto in Italia in quest’ultimo comparto (si veda altro articolo di BeBeez), Bending Spoons entra quindi in una nuova fase del suo sviluppo, quella della maturità, confermata, come accennato sopra, dalla presenza di investitori come Baillie Gifford e NB Renaissance (ex braccio operativo nel rpivate equity di Intesa Sanpaolo, tra i principali finanziatori di Bending Spoons). Quest’ultimo in particolare è molto impegnato nel settore della tecnologia, per esempio nello sviluppo del gruppo informatico Engineering, al fianco di Bain Capital e del veicolo di co-investimento quotato a Piazza Affari NB Aurora. che si sta snodando lungo una serie di acquisizioni anche all’estero. Bending Spoons dovrebbe seguire un percorso non dissimile. “L’obiettivo di NB Renaissance è sostenere il forte percorso di crescita di Bending Spoons anche attraverso acquisizioni per creare un leader globale di settore” ha infatti confermato Stefano Bontempelli, partner di NB Renaissance.
Giunta al decimo anno di vita, Bending Spoons, nata a Copenaghen ma dal 2015 basata a Milano, ha fatturato nel 2021 (ultimo dato disponibile) poco più di 107 milioni di euro contro 96 milioni l’anno precedente, generando un ebitda di 19 milioni (16 nel 2020).