CCRVE, il fondo pensione dei dipendenti della ex Sicilcassa (alias Cassa centrale di risparmio Vittorio Emanuele per le province siciliane), ha venduto all’asta 15 dei 180 immobili del suo portafoglio tramite Real estate discount, portale del network IT Auction (si veda qui il comunicato stampa).
IT Auction è la società di Renato Ciccarelli, che pochi giorni fa ha stipulato una partnership con Banca Illimity (si veda altro articolo di BeBeez). Il valore degli immobili venduti è attorno a 5,65 milioni di euro. Nello specifico, sono stati venduti 11 immobili commerciali e 4 residenziali. La maggior parte degli asset che hanno trovato un acquirente si trova a Palermo ma ci sono state vendite anche a Caltanissetta (un ex studio medico) e a Catania, dove è stata comprata quella che era in precedenza la sede di un istituto di credito; infine, due appartamenti sono stati venduti a Roma.
Sempre tramite IT Auction verranno venduti anche gli immobili rimanenti del portafoglio CCRVE il prossimo giugno. Oltre la metà di questi sono immobili a reddito garantito già locati. Tra gli immobili ancora in vendita ci sono due edifici direzionali a Palermo: in via Filippo Cordova, con base d’asta superiore ai 20,5 milioni di euro; in via Pasquale Calvi, con base d’asta di 10,6 milioni. Entrambi gli edifici sono locati, con una rendita del 10%.
CCRVE è sopravvissuto al crack del 1997 da 3 mila miliardi delle vecchie lire della banca, che negli anni ’70-’80 era una delle più grandi casse italiane e il secondo istituto di credito siciliano dopo il Banco di Sicilia. Quest’ultimo, a seguito del crack, ne ha poi rilevato gli sportelli, prima di entrare nel gruppo Banca di Roma-Capitalia confluito, infine, dentro Unicredit.
La cessione delle attività e passività dell’istituto a seguito della liquidazione coatta non interessò infatti il fondo. Nel 2008 fu deliberato all’unanimità da parte del consiglio di amministrazione del fondo il nuovo statuto, adeguandolo alla legge 27 dicembre 1997, n. 449 (recante “Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica”), che prevedeva l’attivazione della Sezione A del fondo, a contribuzione definita, volta anche a perseguire la liquidazione del fondo stesso, ripartendo le plusvalenze dalla vendita del patrimonio immobiliare ai suoi iscritti (si veda questa risposta a un’interrogazione sul tema dell’allora Ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero).
Il costo del progetto risultava pari a circa 330 milioni di euro, da raccogliere anche tramite la dismissione del patrimonio immobiliare del fondo, con un importo obiettivo di 250 milioni di euro. Fu bandita una gara pubblica di vendita dell’intero patrimonio immobiliare nel 2009, avente come advisor Mediobanca, ma l’operazione non ebbe successo e nemmeno successivi altri tentativi.
Nel marzo 2018, a 21 anni dalla dichiarazione di insolvenza di Sicilcassa, cinque ex amministratori della Cassa di risparmio Vittorio Emanuele per le province siciliane sono stati condannati in modo irrevocabile dalla Cassazione, che ha confermato le prime sentenze emesse dai giudici di primo grado, dichiarando inammissibili i ricorsi dei difensori.
Lo scorso maggio 1,5 miliardi di euro di crediti in sofferenza ex Sicilcassa erano stati ceduti a MB Finance srl, veicolo di cartolarizzazione che fa capo a GMA srl, servicer specializzato nella gestione di Npl, guidato da Emanuele Grassi (si veda altro articolo di BeBeez). Restano ora da vendere gli immobili del patrimonio per chiudere definitivamente la vicenda.