Gli investimenti immobiliari in Italia sono scesi del 27%, dopo 5 anni di crescita a doppia cifra, fermandosi a quota 8,4 miliardi di euro. Siamo 24esimi nella classifica globale degli investimenti immobiliari, capeggiata da Argentina, Australia e Austria. Un valore che tuttavia resta superiore alla media degli ultimi 10 anni. A livello di rendimenti degli uffici, l’Italia è sempre 24esima in classifica (sul podio ancora Argentina, Australia e Austria), con office yield del 3,50%. Lo rileva il Global Investment Atlas 2019, l’ultimo report realizzato dalla società di servizi immobiliari Cushman & Wakefield, società leader nei servizi immobiliari a livello globale (si veda il rapporto completo).
Secondo il rapporto della società leader nei servizi immobiliari, i fondamentali del nostro paese restano solidi e il mercato immobiliare solido e dinamico, nonostante la volatilità. Particolarmente dinamica è Milano, che attira ogni anno 2-4 miliardi di euro da investitori di tutti i tipi. Anche Roma è cresciuta molto, con quasi 2 miliardi di euro investiti nel 2018 ma gli investitori sono più attenti e selettivi.“Oggi continuiamo a vedere un gran numero di investitori sul mercato italiano. Agli investitori storici si stanno affiancando nuovi investitori e nuove fonti di capitali – come quelle di alcuni Paesi Asiatici – che cercano di entrare, spesso scontrandosi con un mercato dove le opportunità sono ancora poche rispetto alla domanda. Cresce la competizione per asset sia core che value add e opportunistici nei settori degli uffici e della logistica mentre il retail è visto in un’ottica di riposizionamento e ripensamento alla luce della forte sfida introdotta dall’e-commerce e dalla crescente sharing economy”, ha spiegato Carlo Vanini, Responsabile del tema di Capital Markets di Cushman & Wakefield in Italia.
Gli investitori nel real estate italiano cross-border sono prevalentemente europei (40% del capitale del 2018, pari a 3 miliardi di euro), provenienti soprattutto da Francia, Gran Bretagna, Svizzera e Germania. A sua volta, gli operatori italiani hanno investito oltre 2 miliardi di euro in Europa. La domanda di chi utilizza gli spazi in tutte le asset class sta cambiando velocemente e i proprietari si stanno adeguando. Per questo il 2019 dovrebbe essere un altro anno interessante.“Nel 2019 continuerà ad esserci abbondanza di capitali, anche per l’Italia, che sosterrà il mercato e i valori. Oggi la pipeline che vediamo sul mercato italiano è di almeno 9 miliardi di euro, per asset, singoli o portafogli, a reddito e da riposizionare ed escludendo gli sviluppi che rappresentano un’ulteriore fonte di investimenti. Salvo nuovi scossoni politici che potrebbero rallentare, ma non fermare, l’attività degli investitori internazionali in Italia, il 2019 potrebbe essere ancora un anno positivo per il nostro mercato”, prevede Joachim Sandberg, Head of Italy e Southern European Region per Cushman & Wakefield.