Nella prima metà di quest’anno, sono stati investiti 5,2 miliardi di euro nel settore immobiliare italiano. Un valore superiore a quello del primo semestre 2018 (3,5 miliardi di euro) e secondo solo a quello della prima metà del 2017, anno record per il settore. Lo rileva CBRE Italy, secondo cui il 2019 dovrebbe chiudersi con investimenti vicini al record raggiunto nel 2017 (si veda qui il comunicato stampa).
“Dopo un primo trimestre stabile, i volumi sono quasi raddoppiati. A contribuire sono stati di certo la situazione politica italiana meno instabile e i provvedimenti accomodanti di Fed e Bce che hanno reso più espansiva la politica monetaria” ha commentato Alessandro Mazzanti, ceo di CBRE Italy.
A livello di segmenti, continua la crescita degli uffici, con investimenti per 1,79 miliardi di euro, contro il miliardo dello stesso periodo del 2018. Milano è leader in questo segmento, con 1,15 miliardi investiti in 20 operazioni (contro i 724 milioni del primo semestre dell’anno precedente). Nel capoluogo lombardo cresce sempre più l’interesse per gli investimenti value added, grazie ai molteplici progetti di trasformazione e ai nuovi sviluppi da cui è interessata la città. I rendimenti sono stabili rispetto al Q1, con prime e good secondary yield rispettivamente al 3,4% e 5.0%, mentre i rendimenti dei business district semicentrali sono al 4,25%. Si intravedono tuttavia gli estremi per una potenziale riduzione del gap tra i rendimenti nel semicentro/good secondary location e le prime location: ciò è spiegabile, in parte, grazie alla pressione esercitata da investitori di tipo core, che prima erano strettamene legati al central business district e che adesso si muovono in cerca di affari su un’area più ampia. Il volume di investimenti a Roma, invece, è pari a 367 milioni (contro i 272 milioni del primo semestre 2018). Il rendimento netto prime è stabile al 3,75% e l’outlook per i prossimi mesi si conferma positivo.
Per quanto riguarda gli hotel, sono stati investiti 2,3 miliardi, contro il 500 milioni del primo semestre 2018. Merito del notevole incremento delle performance alberghiere previste in crescita anche nel prossimo futuro, nei mercati primari in particolare dove si concentra il massimo interesse degli investitori.
La logistica è stabile e dovrebbe chiudere il 2019 con valori vicini a quelli del 2017. Il settore è in fase di consolidamento. Tra i trend dell’asset class, rientrano i magazzini multipiano (che occupano quindi sempre meno spazio), la sempre più alta vicinanza ai consumatori (il fenomeno ormai noto del “last mile”) e soprattutto l’importanza di location che abbiano la capacità di attrarre risorse e forze lavoro specializzate, che porta alla creazione, negli asset logistici, di spazi riservati al benessere del dipendente. I rendimenti degli immobili logistici prime restano invariati al 5,3% rispetto al trimestre precedente.
Gli investimenti in immobili commerciali sono invece scesi del 10% rispetto allo stesso periodo del 2018, attestandosi a 675 milioni di euro, di cui metà investiti nell’high street. Per l’Italia, la causa principale del rallentamento del settore è da rintracciare nella predominanza di capitali esteri nel mercato: gli investitori americani e inglesi, nello specifico, sono molto restii agli investimenti sul retail perché preoccupati dall’impatto che l’e-commerce avrà sui centri commerciali. Anche Yard e Rur hanno sottolineato in un loro recente studio quest’ultimo punto (si veda altro articolo di BeBeez). CBRE si aspetta numeri inferiori al 2018 per gli immobili commerciali.