Dopo aver raccolto oltre 7 milioni di euro, a un anno dal lancio l’acceleratore biotech Biovelocita srl ha presentato ieri il suo primo investimento in una startup, Enthera, e un altro progetto di ricerca che ha intenzione di trasformare in startup. L’acceleratore ha anche annunciato che punta continuare la raccolta per arrivare a un totale di 15 milioni di euro di potenza di fuoco, per costruire un portafoglio ben diversificato.
Biovelocita è un acceleratore di progetti biotech in stadio precoce, innovativi e dotati di alto potenziale, fondato da Silvano Spinelli, Gabriella Camboni e da Sofinnova Partners, operatore di venture capital leader a livello internazionale nel settore delle life sciences. Lo scorso aprile nel capitale di Biovelocita è entrato anche il fondo Atlante Seed (il fondo di seed venture gestisto da Imi Fondi Chiusi sgr, gruppo Intesa Sanpaolo) con 800 mila euro di investimento e un gruppo di investitori privati, presentati da Banor sim (si veda altro articolo di BeBeez).
Spinelli e Comboni sono manager molto noti nel settore, visto che sono stati i fondatori di EOS, società venduta nel 2013 a Clovis Oncology per 470 milioni di dollari (si veda altro articolo di BeBeez) e, precedentemente, di Novuspharma, quotata sul Nuovo Mercato nel 2000 e poi venduta a Cell Therapeutics. Sofinnova Partners aveva investito in entrambe le società fin dai loro esordi.
Andando nel dettaglio del primo investimento, Biovelocita ha aiutato a trasformare in aziende un’idea del team del professor Paolo Fiorina, medico e ricercatore dell’Ospedale San Raffaele di Milano e del Boston Children’s Hospital della Harvard Medical School. Lo studio ha portato inizialmente alla scoperta di un nuovo ruolo dell’ormone IGFBP3 che, prodotto dal fegato, si lega alle cellule staminali presenti sulla superficie dell’intestino attraverso uno specifico recettore. Nelle persone affette da diabete tale ormone viene generato in quantità eccessiva portando alla distruzione delle cellule staminali dell’intestino e danneggiando l’integrità della mucosa intestinale. È stato quindi riconosciuto il ruolo di IGFBP3 nella insorgenza della enteropatia diabetica, un disturbo intestinale di cui soffre circa l’80% delle persone affette da diabete mellito.
Enthera, il cui nome è frutto della crasi dei termini entero (intestino) e therapy (terapia), otterrà una licenza esclusiva a livello mondiale dall’Ospedale San Raffaele, detentore della proprietà intellettuale. Verranno investiti nella ricerca, condotta principalmente presso l’Ospedale San Raffaele, circa 1,5 milioni di euro nell’arco di 18 mesi.
Non è ancora stato strutturata in una newco, invece, il progetto di ricerca sui meccanismi sentinella per la stabilità del dna nato da una scoperta effettuata in Ifom (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) nel laboratorio del dottor Fabrizio d’Adda di Fagagna, all’avanguardia internazionale nello studio dei meccanismi di segnalazione e riparo dei danni al dna.
Il dna delle cellule viene spesso danneggiato da molteplici fattori interni ed esterni, come i raggi X. Fino a poco tempo fa era ancora ignoto per la comunità scientifica il meccanismo che permette alla cellula di riconoscere e segnalare dove si localizza il danno e quali strategie adottare per ripararlo. Il dottor Fabrizio d’Adda di Fagagna ha scoperto che nel tratto di dna danneggiato vengono prodotte delle specifiche molecole di rna che attivano il meccanismo di segnalazione e riparo.
Il progetto prevede di applicare questa scoperta allo studio di nuovi farmaci antitumorali che potrebbero essere efficaci e selettivi in alcune forme di tumore, tra cui il gliobastoma multiforme. Ma non solo: una volta dimostrato che agendo sul meccanismo si ottiene un effetto terapeutico, potrebbero aprirsi altre aree di applicazione tra cui la cura di alcune malattie legate all’invecchiamento come la cirrosi epatica ed altre forme di infiammazione cronica.
Secondo gli accordi in essere, negoziati con TTFactor, la società di trasferimento tecnologico fondata da Ifom e Ieo, al termine del piano di ricerca, che prevede l’impiego di circa un milione di euro in 18 mesi, la licenza esclusiva sui diritti commerciali verrà conferita ad una spin-off compartecipata da Ifom e Biovelocita.