L’adunanza dei creditori di Astaldi, che si è tenuta ieri in via telematica, ha votato con una maggioranza del 58,32% a favore del piano concordatario della società, superando così la maggioranza richiesta per la sua approvazione. Una buona notizia per il futuro di Astaldi, che arriva il giorno dopo che la Commissione Europea ha approvato l’acquisizione del controllo unico di Astaldi da parte di Salini Impregilo, ritenendo che l’operazione “non pone problemi di concorrenza a causa del suo impatto limitato sulla struttura del mercato” (si veda qui il comunicato stampa).
Accelera quindi il Progetto Italia, il piano di Salini Impregilo e Cdp per l’aggregazione e la creazione di un grande player delle infrastrutture italiano (si vedano qui il comunicato stampa di Astaldi e qui la nota di Salini Impregilo).
Il nuovo player andrà sotto il nome di Webuild, come verrà ribattezzato il gruppo Salini Impregilo (si veda qui il comunicato stampa). Nel Progetto Italia rientra appunto il salvataggio e l’acquisizione del controllo di Astaldi da parte di Salini Impregilo, che vedrà come anchor investor Cassa Depositi e Prestiti (si veda altro articolo di BeBeez) e la partecipazione di Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco Bpm.
Il via libera al piano concordatario di Astaldi è arrivato nonostante le contestazioni pre-voto sul concordato da parte degli obbligazionisti di Astaldi (si veda altro articolo di BeBeez). Gli obbligazionisti di Astaldi, detentori di senior notes da 750 milioni di euro con scadenza 2020 e cedola del 7,125%, a metà marzo avevano rigettato la proposta concordataria, con il 73,2% dei presenti in assemblea che aveva votato no (si veda altro articolo di BeBeez). Il no degli obbligazionisti alla proposta di Astaldi era atteso, visto che lo scorso 4 febbraio il comitato dei bondholder aveva fatto recapitare al gruppo di costruzioni una prima lettera nella quale contestava una serie di vizi sia procedurali sia di sostanza e chiedeva all’azienda ritirare la proposta concordataria presentata e di riformularla.
“L’approvazione della proposta concordataria da parte dei creditori rappresenta un passo fondamentale nel percorso che la società sta affrontando da oramai oltre due anni per il risanamento del Gruppo Astaldi, nonché verso l‘esecuzione di Progetto Italia, il piano Salini Impregilo per l’aggregazione e la creazione di un grande player delle infrastrutture italiano, WeBuild“, ha sottolineato Astaldi nella sua nota.
Pietro Salini, amministratore delegato Salini Impregilo, ha commentato: “E’ stata realizzata una operazione storica di sistema, e grazie al supporto di tutti gli attori in gioco, in particolare Cdp e istituti di credito, si crea il Gruppo Webuild, per guardare con fiducia al futuro dell’Italia e pianificare con coraggio nuova occupazione nel settore delle infrastrutture, che rappresenta circa l’8% del Pil nazionale. Il Paese ha dimostrato una grande coesione ed un forte senso di responsabilità per il raggiungimento di un obiettivo comune: rimettere in moto l’intero settore in Italia, lavorando tutti insieme alla creazione di opportunità di occupazione per i giovani soprattutto nel Sud Italia, e tutelando i lavoratori del settore che in molti casi rappresentano l’eccellenza delle competenze a livello globale. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e far partire concretamente i lavori. Serve un grande impegno a livello nazionale per rimettere in piedi un settore che sta perdendo terreno nei confronti dei competitor internazionali, che ha grandi opportunità di crescita e che può creare immediato lavoro in Italia”, ha commentato
Il Gruppo Webuild, risultante dal progetto di integrazione con Astaldi, impiegherà circa 70 mila lavoratori diretti e indiretti a livello globale, che arrivano a circa 130 mila, considerando l’intero indotto. Solo in Italia l’occupazione di Webuild post integrazione con Astaldi arriverà a contare 11 mila dipendenti diretti ed indiretti, con un totale di circa 25 mila persone occupate considerando l’intero indotto. Progetto Italia intende valorizzare il know how italiano e creare opportunità di crescita per le pmi italiane della filiera delle costruzioni: solo Salini Impregilo ed Astaldi in Italia hanno effettuato ordini per quasi 1.300 milioni nel biennio 2018/2019, e la sola Salini Impregilo ha lavorato nel 2019 con oltre 1.500 aziende, il 90% delle quali di piccole e medie dimensioni. La convergenza di interessi per la ripresa del settore a livello di sistema potrà permettere di sbloccare 36 miliardi di opere infrastrutturali attualmente in una situazione di stallo, che possono essere attivati creando un ulteriore effetto volano su occupazione e filiera. Tra le opere da sbloccare ce ne sono alcune immediatamente cantierabili nel 2020, per un valore di circa 30 miliardi, cui sono agganciati nuovi occupati per un valore stimato di 37.500 persone, molte delle quali nel Sud Italia.
Ricordiamo che intanto Salini Impregilo nel marzo scorso ha lanciato un beauty contest per selezionare fondi infrastrutturali che fungano da partner per lo sviluppo delle sue attività commerciali all’estero su progetti che richiedono forti investimenti in equity, avviando anche attività per stabilizzare la generazione di cassa del gruppo (si veda altro articolo di BeBeez).