L’e-commerce spagnolo dei fiori Colvin ha incassato un round di serie B da 14 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). L’operazione è guidata da Milano Investment Partners (MIP), società di gestione venture growth specializzata nei settori lifestyle e tech di cui è azionista anche Angelo Moratti; dal venture capital P101 sgr, attraverso il suo secondo veicolo P102 e il fondo ITA500 (gestito da Azimut Libera Impresa sgr e che coinveste con P102); e dal fondo spagnolo Samaipata. Tutti e tre gli investitori erano già soci della startup.
Si è trattato del quarto round per Colvin, dopo quello di serie A da 8 milioni di euro chiuso nell’aprile 2019, cui avevano aderito per 2 milioni complessivi MIP e AD4Ventures, il corporate venture capital di Mediaset, che ha garantito copertura mediatica in cambio di quote della startup (si veda altro articolo di BeBeez) e per 6 milioni raccolti in una prima fase dello stesso round nell’ottobre 2018 dal fondo P102 (si veda altro articolo di BeBeez). In altri due round precedenti, Colvin aveva raccolto finanziamenti per un totale di 3 milioni di euro, di cui 2 milioni a dicembre 2017, raccolti dal fondo di venture spagnolo Samaipata Ventures e da Mediaset Spagna.
I proventi del round saranno impiegati per l’ampliamento del team del 20% (attualmente conta 115 lavoratori) nelle aree di technology & business, con l’obiettivo di rafforzare il cambiamento in un settore che muove oltre 100.000 milioni di euro all’anno. Sarà inoltre consolidata la penetrazione del brand nei mercati esistenti: Italia, Spagna, Germania e Portogallo. Grazie a questa nuova immissione di capitale, Colvin raggiunge finanziamenti per un totale di 24 milioni di euro.
Colvin è stata fondata nel novembre 2016 da Sergi Bastardas, Andrés Cester e Marc Olmedillo, tre ex studenti ESADE, dopo la loro esperienza in multinazionali come Amazon, Citigroup e Gsk. E’ la prima azienda verticale ad aver scelto di innovare il settore dei fiori e delle piante in Europa, scommettendo su un modello di business disruptive basato sulla disintermediazione del prodotto e accorciamento della filiera. Oggi è presente in Italia, primo mercato estero in cui la startup spagnola è entrata nell’aprile del 2018, in Portogallo e in Germania. Grazie alla sua filiera “dal campo al vaso”, la startup punta solo sui coltivatori europei e italiani e consegna i fiori al cliente finale entro 24 ore dalla raccolta, con prezzi fino al 50% più vantaggiosi rispetto agli standard di mercato. Dall’inizio dell’anno, le vendite globali si sono quadruplicate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, arrivando a raggiungere volumi di consegna del valore di 1 milione di euro in un unico giorno.
“Attualmente, il 65% del commercio mondiale di fiori e piante passa attraverso l’asta olandese, un modello tradizionale altamente frammentato i cui effetti si ripercuotono sul prezzo e la qualità del prodotto. Con l’obiettivo di innovare il settore, Colvin rimuove gli intermediari che intercorrono tra produttore e cliente finale e fornisce tecnologia a un settore non digitalizzato, dando così la possibilità di ottimizzare la gestione operativa”, ha dichiarato Andrés Cester, ceo e co-fondatore di Colvin.
Stefano Guidotti, partner di MIP e membro del Board di Colvin ha commentato: “L’Italia è stato il paese da cui Colvin è partita per espandere il proprio business all’estero, un punto di partenza strategico che ha aperto la strada a una crescita vertiginosa e a una vera rivoluzione del mercato dei fiori. Crediamo fortemente nella capacità del team di Colvin di essere protagonista anche in futuro di questo ambizioso cambiamento, che siamo convinti potrà portare a un arricchimento anche alla filiera italiana del settore. Colvin è un perfetto esempio degli elementi che da sempre consideriamo la vera chiave del successo: innovazione e tecnologia al servizio dello sviluppo sostenibile e della crescita”.
Andrea Di Camillo, managing partner di P101, ha aggiunto: “Nel 2018 investire in Colvin voleva dire portare l’innovazione digitale all’interno di un settore molto tradizionale come quello dell’industria floreale. Oggi, a distanza di soli due anni, complice il lockdown che ha incrementato enormemente l’utilizzo degli e-commerce, la nostra scommessa si è rivelata vincente: il mercato è pronto per uno sviluppo su larga scala che rivoluzionerà inesorabilmente l’intera filiera dei fiori”.