Il Parlamento europeo ha votato ieri a favore del Regolamento che recepisce le proposte della Commissione in tema di passaporto europeo per i fondi di venture capital e a supporto delle imprese sociali. Entro il prossimo 21 marzo sarà il turno del Consiglio europeo. A quel punto il Regolamento verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue ed entrerà in vigore 20 giorni dopo.
Come spiegato dal CommissarioUe al mercato interno Michel Barnier in una nota, l’obiettivo del nuovo Regolamento è quello di stabilire regole standard perché i venture capital e i fondi che promuovono imprese sociali si possano dotare di un passaporto europeo, per avvantaggiarsi rispetto ai concorrenti nella raccolta dei capitali su tutto il territorio della Ue.
Perché un piccolo gestore possa andare a cercare capitali anche in Paesi diversi da quello in cui ha sede, infatti, fino a oggi il gestore in questione doveva identificare una struttura societaria che potesse essere adeguata per tutti gli investitori, creare strutture di fundraising ad hoc, ottenere le approvazioni dei prospetti da diverse autorità e rispondere a diverse autorità di vigilanza. Tutto possibile, ma estremamente complicato. Invece, grazie alle nuove regole, questi gestori, una volta ottenuta l’autorizzazione dall’Autorità competente nel proprio Paese, potranno condurre il marketing per i propri fondi di venture capital e di supporto alle imprese sociali su tutto il territorio della Ue, presso investitori sia istituzionali sia privati, con un obbligo di investimento minimo di 100 mila euro. Il tutto senza doversi registrare o ottenere alcun tipo di autorizzazione da parte delle Autorità di vigilanza degli altri Paesi Ue. Tutto questo a condizione che i fondi in questione investano almeno il 70% dei capitali da loro raccolti in equity di piccole e medie imprese non quotate o in equity o debito di imprese sociali.