Un maggior coinvolgimento dei capitali di fondi pensione e assicurazioni nei fondi di private equity e venture capital permetterebbe a questi ultimi di avere la liquidità per sostenere le tante piccole e medie imprese in fase di crescita. Di questo tema si è occupato nei giorni scorsi il consiglio direttivo di Aifi, che per questa ragione con i suoi interlocutori istituzionali sta portando avanti proprie proposte sul tema della reperibilità dei capitali da investire nelle imprese (scarica qui il Comunicato di Aifi).
Al momento fondi pensione e assicurazioni sono ancora molto lontani dal settore e verso il private equity adottano un approccio ben diverso dai colleghi europei. Un esempio per tutti? Nel primo semestre del 2013, in Francia la raccolta totale è stata di 3,6 miliardi di euro di cui circa 2 miliardi euro sono arrivati da fondi pensione e assicurazioni, mentre in Italia ci si è fermati a 162 milioni di raccolta indipendente, di cui soli 30 milioni sono arrivati da questa tipologia di investitori.
In realtà, invece, i soldi fondi pensione potenzialmente, potrebbero destinare addirittura fino a 21 miliardi di euro in fondi cosiddetti alternativi (private equity, private debt, infrastrutture, fondi immobiliari). Secondo i dati Mefop, infatti, il patrimonio dei fondi pensione al 31 marzo 2013 era di 107 miliardi di euro e il DM703/96 prevede che i fondi pensione possano investire direttamente, in questa tipologia di fondi, fino al 20% del proprio patrimonio e fino al 25% del valore dei fondi oggetto dell’investimento (si veda MF Private Equity dello scorso luglio).