Stefano Bargagni, pioniere nel settore IT e digital e fondatore nel 1994 di Chl, la piattaforma di e-commerce poi quotata a piazza Affari nel 2000, raccoglie 2,5 milioni di euro in otto mesi e lancia da Silicon Valley la sua ultima creatura, coinvolgendo nel progetto una sessantina di soci, tutti investitori privati, di cui molti toscani come il fondatore. Lo scrive MF-Milano Finanza in edicola da sabato 20 settembre.
Si tratta della fiorentina Cynny spa, una start up innovativa che ha sviluppato una app che permette all’utente di condividere e archiviare i propri dati in quantità illimitata e sottoforma di qualunque tipo di file (foto, video, documenti etc), in cloud e in sicurezza. L’app è stata lanciata lo scorso agosto con l’obiettivo primario di aggredire il mercato Usa dei giovani tra i 16 e i 30 anni. L’applicazione, al momento disponibile solo in inglese, è scaricabile da Apple Store e Google Play. L’applicazione è totalmente basata sulla tecnologia proprietaria di Cynny (scarica qui la presentazione della società agli investitori),
Lo sviluppo tecnologico di Cynny è iniziato nel 2005, con investimenti di seed capital da parte di Bargagni, che oggni controlla il 56% del capitale, della sua famiglia e di amici per un totale di circa 2,5 milioni. Nel marzo 2013 è stata costituita Cynny srl che è stata poi trasformata in spa un anno dopo. Tra marzo e settembre 2014, poi, con due diversi aumenti di capitale sono stati raccolti altri 2,5 milioni. Il capitale fin qui raccolto dalla società in due tranche è stato destinato per la quasi totalità alla ricerca, sviluppo e acquisto di hardware. Oltre allo sviluppo della app, Cynny ha infatti creato un sistema sinergico hardware/software per e ha inventato il microserver più piccolo al mondo, basato su tecnologia ARM, già operativa con 3 rack (“armadi”) da 532 microserver ciascuno attivi in Europa e negli Stati Uniti.
Cynny ha sviluppato i progetti sull’hardware a Taiwan grazie alla collaborazione con Ambedded Technology, la società fondata da Aaron Joue, che Cynny partecipa con un 2% e che a sua volta è socia di Cynny per una quota di circa l’1%. Il micro server ha costi molto più contenuti di quelli dei principali competitor e così anche l’hardware diventerà una linea di business per Cynny, anche se secondaria. Nelle scorse settimane Ambedded Technology ha consegnato i primi 15 campioni di server CY7 alla SCSK Corporation, multinazionale giapponese attiva nell’IT con 2,7 miliardi di dollari di ricavi nel 2012 e 24 Datacenter.
Cynny ha installato le proprie piattaforme hardware in Usa (California, Virginia) e Francia. Negli Usa Cynny controlla al 99% Cinny Inc, la società tramite la quale conduce lo sviluppo commerciale e che viene gestita in stretto contatto con Renato Iwersen, da tempo amico di Barbagni e sino a poche settimane fa responsabile delle partnership strategiche di Tango, la startup-up specializzata in mobile app nella quale lo scorso marzo il colosso cinese dell’e-commerce Alibaba, che peraltro ha esordito in ipo proprio lo scorso venerdì 19 settembre, ha investito 215 milioni di dollari accanto ai vecchi soci che nel nuovo round ne hanno investiti altri 65. Operazione gestita direttamente da Iwersen. infine, l’altro socio operativo chiave è il rumeno Chiristian Varvara a capo della rumena Cynny Social Cloud, controllata al 90% dalla spa italiana, dove risiedono i progettisti delle app.
Quanto agli altri soci italiani, si contano per esempio Anna Siccardi, fondatrice del sito di crowdfunding retedeldono.it e e socio di controllo del sito di annunci bakeca.it; Simone Pratesi, cfo di B&C Speakers; Andrea Manganelli, ad di Toscana Finanza e Franco Margani, ex presidente di Firenze Tecnologia, azienda speciale della Camera di Commercio, e fondatore di Logitron, società specializzata in automazione industriale ceduta nel 1999 alla statunitense Gilbarco.
Il progetto di Bargagni è molto ambizioso: “Nel 1994 ho fondato Chl prima di Amazon, ma l’ho fatto a Firenze e questo a livello globale mi ha penalizzato, anche se l’esperienza è stata comunque molto positiva. Questa volta, però, parto direttamente da Silicon Valley e sono convinto che faremo grandi cose”.
Quanto ai prossimi passi, ha concluso Bargagni, «in questo settore tutto va molto veloce. Non abbiamo ancora deciso nulla». Ma fa capire che a breve potrebbe ripresentarsi agli investitori e che nel giro di un anno potrebbe coinvolgere dei venture capital Usa o pensare alla quotazione.