I fondi di private equity provano a sfilare Unieuro alla Borsa. Secondo i più classici degli schemi di dual track, infatti, un gruppo di fondi hanno fatto pervenire agli advisor Banca Imi e Unicredit le loro manifestazioni di interesse per la catena di elettronica, che ha già come azionista di riferimento il private equity Rhône Capital. Lo scrive Il Sole 24Ore, precisando che tra oggi e domani è stata fissata la scadenza per offerte formali.
E’ possibile, quindi, che il progetto di quotazione vada in soffitta, almeno ancora per un po’ (si veda altro articolo di BeBeez). Giancarlo Nicosanti, amministratore delegato di Sgm Distribuzione sr, la holding della catena di elettronica, aveva infatti annunciato a inizio aprile di aver dato mandato per l’ipo agli advisor. Il progetto dello sbarco in Borsa era già stato anticipato da Nicosanti a MF-Milano Finanza nel giugno 2014, che allora aveva dato un orizzonte temporale di due anni.
Tra i fondi più attivi sul dossier ci sarebbe Ardian, che già tre anni fa, quando era stato organizzato con Mediobanca un processo di asta poi congelato, era tra i favoriti per l’acquisizione.
Unieuro è oggi forte di 175 punti vendita diretti e di oltre 200 negozi affiliati, per un totale di oltre 400 punti vendita, con un fatturato consolidato di circa 1,4 miliardi di euro e un mol di 60 milioni (l’esercizio si è chiuso a fine febbraio), per una valutazione che potrebbe aggirarsi sui 300 milioni.
Il 2014 è il primo esercizio in cui si sono consolidati i risultati di Sgm Distribuzione (ex Marco Polo) e di Unieuro. Sgm Distribuzione srl dal 2005 è controllata, tramite Venice holdings, dal fondo Rhone Capital e dalla famiglia Silvestrini. La società nell’ottobre 2013 è stata protagonista di un’operazione che ha portato le catene distributive Marco Polo Expert (già controllata da Sgm) e Unieuro sotto un’unica regia.
Allora è stata costituita la newco Italian Electronics Holding srl, alla quale sono stati conferiti l’intero capitale di Sgm e di Unieuro spa (prima detenuto al 100% dal gruppo britannico Dixons Retail, che a sua volta l’aveva rilevato nel 2002 dal fondatore di Eataly, Oscar Farinetti). La newco è partecipata per l’85% da Venice holdings e al 15% dal gruppo Dixons. Venice holdings oggi è a sua volta è controllata all’83% da Rhone Capital tramite la lussemburghese International Retail Holding sarl, mentre la famiglia Silvestrini ne detiene il 10%, l’ad Nicosanti ha l’1,68% e un altra piccola quota è in mano ad altri manager.