Enrico Marchi e Andrea De Vido, cofondatori del gruppo Finanziaria Internazionale, rompono il muro contro muro per trovare una soluzione che li veda ancora insieme in Finint Lo scrive oggi MF Milano Finanza, precisando che la decisione, è stata presa ieri nel corso di un consiglio di amministrazione di Banca Finint.
“Siamo tornati a parlarci per trovare una soluzione insieme”, hanno fatto sapere i due soci al 50% della holding di Conegliano Veneto, che da mesi erano in trattative, con de Vido che chiedeva a Marchi di essere liquidato o comunque di cedere alcune attività per fare cassa (si veda altro articolo di BeBeez).
De Vido, infatti, si trova in gravi difficoltà economiche, dopo una serie di investimenti sbagliati e debiti personali per circa 70 milioni, di cui la metà verso Veneto Banca. Tuttavia, perché la quota della holding in mano a De Vido si trasformi in cash, è necessario un accordo con Marchi. Ma quest’ultimo non vuole essere costretto a vendere pezzi di attività.
Le possibili soluzioni potrebbero essere una limatura della quota del 59,6% in Save (Aeroporti di Venezia) oppure la quotazione della stessa Finint, nell’ambito della quale De Vido potrebbe vendere parte delle sue azioni.
In tutta la faccenda, intanto, si è infilata Atlantia della famiglia Benetton, che con un blitz nei giorni scorsi ha comprato dal fondo Amber il 21,3% di Save, per 174 milioni a 14,75 euro per azione, un prezzo più basso dei circa 16 euro ai quali il titolo quota a Piazza Affari da inizio settembre, ma che sarà parzialmente integrato se vi sarà un’opa/ops nei prossimi tre anni (si veda qui il comunicato stampa).
“Riteniamo che, in questo contesto, Atlantia abbia voluto cogliere un’opportunità di investimento inserendosi in una società in cui risulterebbero difficoltà finanziaria per uno dei soci di controllo e il cui assetto dell’azionariato potrebbe ulteriormente evolvere”, hanno commentato gli analisti di Icpbi. Sulla stessa linea anche gli analisti di Kepler Cheuvreux, convinti che questa mossa potrebbe essere solo il primo passo di Atlantia in Save.
Atlantia potrebbe infatti essersi posizionata per rilevare in prospettiva anche la quota di Save in portafoglio al fondo infrastrutturale Star Holdings di Morgan Stanley, che, sebbene abbia rinnovato lo scorso 15 aprile per altri tre anni, fino all’ 8 ottobre 2019, il patto parasociale che lo lega a Finint, in origine in scadenza il mese prossimo, mantiene comunque una finestra di uscita il gennaio 2018. Save ad oggi è controllata al 59,6% da MPH (51,2%), Agorà (7,8%) e Finint (0,6%). MPH e Agorà sono due veicoli che fanno capo per il 56,9% a Finint holding e per il 43,1% al fondo di Morgan Stanley, che quindi indirettamente detiene il 25,4% di Save.