Prosegue la riorganizzazione della catena di controllo di Cdp Equity, dopo che lo scorso aprile Fondo Strategico Italiano spa è stato trasformato in Cdp Equity ed è stata costituita FSI sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
MF Milano Finanza oggi spiega che si è già conclusa una prima fase dell’uscita di Banca d’Italia dal capitale di Cdp Equity, di cui detiene il 20% da quando nel marzo 2013 aveva scambiato con azioni di Fondo Strategico la sua partecipazione del 4,48% in Generali, conferita allora per 884 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Da allora la Cdp si era trovata a controllare il FSI con il 77,7% del capitale e Fintecna spa (interamente controllata da Cdp) il 2,3%, appunto al fianco di Bankitalia con il 20%.
FSI si era impegnato a procedere a un’ordinata vendita della partecipazione in Generali a terzi entro il 31 dicembre 2015 e così è poi stato, con il disinvestimento che è avvenuto in più tranche e ha generato un ritorno complessivo o (al lordo delle imposte) di circa il 31%, pari a 276,6 milioni, di cui 229,9 milioni di plusvalenza e 46,7 milioni relativi all’incasso di dividendi durante il periodo dell’investimento (si veda qui la pagina del sito di Cdp Equity dedicata ai disinvestimenti).
Lo scorso 5 agosto poi Banca d’Italia ha annunciato di aver esercitato il recesso dal capitale di Cdp Equity (scarica qui il comunicato stampa), per la quota rappresentata dalle azioni privilegiate, pari al 13% del capitale della società, e da quelle ordinarie, pari al 7%. A fronte della completa uscita dal capitale, alla Banca d’Italia verrà liquidato un importo complessivo di circa 969 milioni di euro, di cui 646 milioni di euro per le azioni privilegiate e 323 milioni di euro per quelle ordinarie, in entrambi i casi al netto dei dividendi già percepiti dalla Banca sugli utili dell’esercizio 2015. La nota di Bankitalia precisava che, tenuto conto dei tempi richiesti per gli adempimenti giuridici e operativi, la conclusione della procedura di exit e il pagamento del corrispettivo alla Banca d’Italia sono previsti per la fine del 2016.
Nel dettaglio oggi MF Milano Finanza spiega che a pagare Banca d’Italia è la stessa Cdp Equity e non i suoi azionisti, che hanno deciso di non intervenire. La società d’investimento presieduta da Leone Pattofatto e guidata dall’amministratore delegato Guido Rivolta, ha infatti già acquistato tutto il pacchetto di azioni privilegiate al corrispettivo di 646,3 milioni, utilizzando integralmente le riserve sovrapprezzo, legale e utili, per un totale di 121,9 milioni, riducendo di 580,1 milioni il capitale sociale che finora ammontava a 4,35 miliardi, con l’annullamento delle 58 milioni di azioni privilegiate rilevate da Bankitalia.
Successivamente passerà di mano anche il pacchetto del 7% di titoli ordinari ancora detenuti da Bankitalia. Un pacchetto che aveva un fair value di 323,1 milioni e che sarà rimborsato con il riscatto e l’annullamento delle 29 milioni di azioni e l’utilizzo di parte della riserva (33 milioni su 55,8 milioni) costituita da Cdp Equity e riveniente dalla differenza tra la riduzione del capitale sociale e l’esborso riconosciuto a Bankitalia per l’acquisizione delle azioni privilegiate.
Quanto alle partecipate, sembra essere stato messo in stand-by il progetto di quotazione di Sia, leader nel business della monetica, dei pagamenti e dei servizi di rete, impegnata ora a digerire l’importante acquisizione delle attività di pagamento con carte di credito di Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez). Anche perché nel frattempo, una decina di giorni fa FSI Investimenti Spa (controllata da Cdp Equity al 77,12% e al 22,88% da Kia) ha ceduto a Poste Italiane il 14,85% di Sia (scarica qui il comunicato stampa).
In particolare, l’operazione prevede che Poste Italiane acquisti – con un investimento complessivo di 278 milioni di euro una quota del 30% di FSIA Investimenti, la società che detiene il 49,5% di Sia e che è controllata al 100% da FSI Investimenti. A seguito dell’operazione, Poste Italiane arriverà a detenere indirettamente una partecipazione pari al 14,85% del capitale di Sia, mentre FSI Investimenti manterrà indirettamente il 34,63% della società. Il trasferimento si è basato su un equity value di Sia pari a 2 miliardi di euro.