Vino75, l’enoteca digitale fondata nell’estate del 2014 da quattro giovani fiorentini, Andrea Nardi-Dei, Elisa Scapin, Diego Di Sepio e Francesco Limberti e incubata da Nana Bianca, si è assicurata un nuovo round di investimento da 1,5 milioni di euro da parte di Invitalia Ventures e Sici sgr. Lo ha scritto ieri La Repubblica, edizione di Firenze, precisando che al nuovo round hanno partecipato anche i soci già presenti nell’azionariato e cioé Andrea Merloni, Club Italia Investimenti 2 e Club Digitale, che vi avevano investito tra dicembre 2014 e giugno 2015 (si veda altro articolo di BeBeez). Al termine dell’operazione Invitalia Ventures e Sici sgr controlleranno una quota di capitale inferiore al 15% ciascuno.
Vino75 è operativa dal 2015, in meno di due anni è riuscita a mettere in catalogo 1.500 etichette di 600 produttori, a portare sul mercato cinese dieci cantine grazie a un ’accordo con Alibaba e a fatturare poco meno di 2 milioni, in crescita del 23% al mese. Al giugno 2016 aveva già venduto 174.000 bottiglie con uno scontrino medio di 140 euro a ordine. Ha 400.000 iscritti alla piattaforma.
“Vino75 è una vera e propria enoteca digitale che seleziona i vini, va a scoprire etichette sconosciute, stipula contratti di fornitura coi produttori, compra le bottiglie, studia e pianifica le promozioni, vende e consegna in 48 ore ai consumatori di tutto il mondo. E per queste sue caratteristiche, apre per le piccole cantine uno straordinario canale commerciale, in grado di spalancare per le pmi le porte di mercati che queste aziende non potrebbero mai raggiungere con le loro sole forze”, ha spiegato a Repubblica Guido Tommei, direttore generale di Sici sgr.
Sempre Repubblica ricorda che lo scorso aprile proprio Sici aveva analizzato un aggregato di 18piccole e medie aziende vitivinicole toscane e aveva evidenziato che sguadagnano bene ma spendono tutti gli utili per pagare alle banche gli interessi degli affidamenti ottenuti per investire in cantine, nuovi vitigni e strutture agrituristiche, trascurando però i canali commerciali. L’aggregato delle 18 aziende fattura 97 milioni di euro e occupa 608 dipendenti, con un margine di ebitda del 14% di ebitda, ma con un indebitamento bancario di ben 234 milioni che si mangia tutta la redditività: il rapporto tra posizione finanziaria netta ed ebitda di 16,7 volte.