Il Ministero dell’economia e delle finanze è aperto a un confronto con il parlamento sul tema dei crediti deteriorati delle banche. La legge di bilancio andrà comunque fatta da questo governo entro il 10 ottobree quindi ragioniamo insieme sul tema”. Lo ha detto ieri il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Pier Paolo Baretta nel suo intervento a un convegno sui crediti deteriorati organizzato ieri a Roma dal presidente della Commissione Finanze, Maurizio Bernardo e che ha visto una folta partecipazione di autorità, banche, fondi e casse di previdenza (si veda anche altro articolo di BeBeez).
“I crediti deteriorati hanno superato il 19% del Pil e hanno raggiunto un peso considerevole nei bilanci delle banche italiane. Occorrono azioni mirate, organiche e ben indirizzate. Un osservatorio costituito da tutti gli attori istituzionali pubblici e privati di riferimento può rappresentare una valida soluzione al problema”, ha detto Bernardo, sottolineando che sono necessari “nuovi e ulteriori interventi finalizzati a una accelerazione nel processo di recupero del credito”.
Per esempio ha detto il presidente della Commissione, “andrebbero riviste le modalità concrete di attuazione della direttiva sul bail-in, ad esempio con riferimento al coinvolgimento degli obbligazionisti per i quali andrebbe forse introdotta una soglia come quella in essere per i correntisti. Infine, è cruciale l’importanza di disporre di informazioni adeguate. La qualità e completezza informativa costituiscono presupposto imprescindibile per capire il fenomeno, definire la strategia più idonea e procedere con l’implementazione della stessa. Le informazioni restano tuttavia un presupposto, il fattore umano costituisce invece la chiave di volta”.
Il tutto tenendo conto del fatto che l’obiettivo ultimo è quello di liberare risorse delle banche perché queste possano supportare le aziende sane nella loro crescita. In quesst’ottica va letto anche l’auspicio del vicedirettore generale di Banca d’Italia Fabio Panetta, che i Piani individuali di risparmio (Pir) possano investire anche in titoli derivanti da cartolarizzazioni di Npl garantite con la Gacs.
Panetta ha tenuto a sottolineare che le sofferenze nette sui libri delle banche italiane si fermano a 81 miliardi, ovvero il 4,4% dei prestiti totali, coperte da garanzie reali per 92 miliardi e personali per 36 miliardi. E in tema di cessione di queste sofferenze Panetta ha inserito un ainteressante allegato al suo discorso di ieri, che però non ha letto in pubblico.
Come segnalato oggi da MF Milano Finanza, nel testo dell’allegato Panetta ha invitato le autorità Ue a decidersi su alcuni punti chiave che renderebbero efficace una bad bank europea, senza compromettere la stabilità finanziaria.
Innanzitutto, secondo il vice dg di Bankitalia, “il prezzo di trasferimento degli attivi dovrebbe essere fissato in modo tale da consentire alla Amc (Asset management company, ndr) di conseguire profitti nel lungo periodo, senza appiattirsi sui livelli molto contenuti attualmente offerti da pochi compratori specializzati”.
In secondo luogo, “l’adesione allo schema da parte delle banche dovrebbe avvenire su base volontaria, per evitare gli effetti potenzialmente destabilizzanti connessi con una generalizzata iscrizione di perdite da parte degli intermediari”. Terzo punto: “Le caratteristiche dei piani di ristrutturazione che le banche partecipanti dovrebbero predisporre andrebbero stabilite ex ante dalla Commissione Ue, che potrebbe poi affidare alle autorità di vigilanza il controllo sulla loro effettiva attuazione”. Infine, “la eventuale condivisione degli oneri con i creditori (ovvero il burden sharing) andrebbe accompagnata da forme di ristoro per la clientela al dettaglio”.
Su questi punti, ha osservato Panetta, serve fare chiarezza rapidamente: “Se vi è davvero una effettiva determinazione europea a proseguire su questa strada, è necessario che questi aspetti vengano chiariti al più presto”. Altrimenti continuarne a parlare è controproducente: “Le incertezze che il dibattito rischia di determinare potrebbero riflettersi negativamente sul mercato, rallentando la definizione delle transazioni in corso o scoraggiando quelle che potrebbero realizzarsi nei prossimi mesi”.
A parte queste proposte di Panetta, i temi discussi nel corso del convegno sono stati quelli già ben noti agli addetti ai lavori, ma forse la notizia vera è che esiste la volontà di governo e parlamento di mantenere aperto il confronto sul tema con tutti gli attori, soprattutto, come è emerso dal dibattito, se si pensa che il problema delle banche non sono solo le sofferenze ma anche le inadempienze probabili e cioè i crediti deteriorati che sono in una fase precedente ma che rischiano di trasformarsi in sofferenza se non vengono adeguatamente gestiti. Quest’ultimo tema, in particolare, è stato sollevato da Katia Mariotti, NPE & NCA Mediterranean leader transaction advisory services di EY, che ha calcolato che il tasso di migrazione da inadempienze probabili a sofferenze è stato del 20% nel 2016.