Sarebbero nove i pretendenti ai vari asset di Alitalia in amministrazione straordinaria, che sono stati ammessi alla data room. Lo ha scritto ieri Il Messaggero, precisando che di questi nove, sei si sono fatti avanti per la parte aviation (aerei, rotte, slot, dipendenti) e tre per l’handling, che è il complesso dei servizi per l’assistenza a terra agli aerei e ai passeggeri, durante la sosta negli aeroporti.
Il gruppo a fine febbraio era oberato da un debito finanziario netto consolidato di 1,2 miliardi di euro, in aumento di quasi 200 milioni da fine 2016 (si veda qui la relazione illustrativa).
Il bando per partecipare alla gara era stato pubblicato a inizio agosto e precisava che le manifestazioni di interesse possono essere presentate entro il prossimo 15 settembre (si veda qui il bando), mentre “il termine ultimo, uguale per tutti i soggetti ammessi alla procedura indipendentemente dalla rispettiva data di accesso alla data room, per la presentazione delle offerte vincolanti relativamente all’operazione (le offerte vincolanti) è fissato per il giorno 2 ottobre 2017. La successiva eventuale fase di negoziazione e/o di miglioramento delle offerte vincolanti presentate si concluderà entro il 5 novembre 2017“.
Secondo quanto riferito da Il Messaggero, sul fronte aviation la battaglia è tra Ryanair, EasyJet, Lufthansa, il fondo hedge Elliott, il fondo di private equity Usa di turnaround Cerberus Capital e Greybull Capital, un altro fondo Usa che già possiede la compagnia low cost britannica Monarch Airlines e che nei mesi scorsi, tramite British steel, ha studiato il dossier Piombino.
A proposito di Alitalia ieri il ceo di Ryanair, Michael O’Leary, nel corso di una conferenza stampa a Londra, ha detto che “per Alitalia è probabile uno spezzatino”, che Ryanair è interessata alla flotta, che e che “arà mantenuto anche il marchio Alitalia” e che Ryanair “terrà la maggior parte del personale Alitalia, in particolare piloti e ingegneri, se la sua offerta verrà accettata”. Fino a oggi i commissari avevano invece escluso l’ipotesi dello spezzatino, cioè la possibilità che la compagnia venga venduta “a pezzi” a vari acquirenti.
Per i servizi di assistenza a terra ad aerei e passeggeri invece, si sono fatti avanti Airport handling, acquirente qualche anno fa di Sea Handling; Airport service e Alisud, gestore dei servizi di terra a Capodichino.
Mancano all’appello alcuni dei grandi nomi che si erano manifestati negli step precedenti. Tra questi innanzitutto non ci sarebbero la statunitense Delta Airlines, la compagnia americana partner di Sky Team, e non ci sarebbero nemmeno British Airways e soprattutto Etihad, la compagnia aerea di Abu Dhabi che è stata partner al 49% della vecchia Alitalia in bonis.