C’è una nuova piattaforma fintech di invoice trading che si apre al mercato in Italia. Si chiama Fifty e ha alle spalle già un track record di oltre 100 milioni di euro in poco più di un anno, perché sinora ha lavorato per il Supply Chain Fund gestito da Groupama Am sgr e operativo dal novembre 2016 appunto nell’acquisizione di fatture commerciali da pmi preventivamente identificate tramite accordi di reverse factoring di filiera, stretti con aziende debitrici di medie e grandi dimensioni.
Il fondo, gestito in prima persona da Alberico Potenza, direttore generale di Groupama sgr, è infatti un veicolo di direct lending specializzato nell’acquisto di fatture commerciali, tutte operazioni che sono passate tramite la piattaforma fintech sviluppata da Fifty, startup fondata da Michele Ronchi e partecipata da Groupama Am sgr e da Tesi Square spa.
Ronchi ha spiegato a BeBeez che “la piattaforma consente l’acquisizione automatica dei crediti, direttamente dai sistemi delle pmi che cedono le fatture. Il flusso di dati è processato in pochi minuti per la verifica di eventuali anomalie, il calcolo dell’importo esatto del bonifico e la sua predisposizione in favore della pmi in questione. Un processo quindi ben più efficiente e veloce di quello offerto dalle piattaforme dei grandi factor, che di norma richiedono l’inserimento manuale di ciascuna fattura da parte del cedente”.
Nel dettaglio, ha aggiunto Ronchi, “a oggi su Fifty sono state processate oltre 2700 fatture per il fondo Supply Chain, con una crescita esponenziale del valore finanziato e quindi processato dalla piattaforma fintech. Si è passati dai 5,7 milioni di euro del quarto trimestre 2016, all’inizio dell’operatività, ai 12,6 e 12,7 milioni del secondo e terzo trimestre 2017, per poi arrivare a superare i 40 milioni di euro . nel terzo trimestre, mentre soltanto tra ottobre e novembre sono state processate fatture per 29,2 milioni, arrivando così a un totale a fine novembre di 100,5 milioni di euro finanziati”.
A differenza di quanto accade per altre piattaforme di invoice financing aperte (come Workinvoice, dove chi cede sono le pmi che di loro iniziativa lo chiedono online) o parzialmente aperte (come Credimi, dove chi cede in alcuni casi fa parte di un gruppo di aziende che ha siglato un accordo di reverse factoring con Credimi e in altri casi può anche essere una pmi che di sua iniziativa ne fa richiesta online), la piattaforma fintech di Fitfy è chiusa e cioé riservata alle sole aziende che hanno siglato un accordo con il fondo di Groupama sgr, che è l’unico investitore nei crediti commerciali ceduti dalle filiere con cui ha siglato gli accordi.
Ma ora, dopo questo primo anno di test, Fifty è pronta per fare un salto dimensionale e apre i suoi servizi anche a investitori terzi rispetto a Groupama sgr, con l’obiettivo di proporsi come piattaforma fintech in grado di mettere in collegamento le filiere del Made in Italy con gli investitori istituzionali, per offrire soluzioni fintech di finanziamento del capitale circolante, replicando l’esperienza del Supply Chain fund. “Stiamo dialogando sia con società di gestione di fondi che hanno intenzione di lanciare veicoli di investimento specializzati per investire in fatture commerciali sia con banche di medie e piccole dimensioni che vorrebbero modificare la loro piattaforma tecnologica di factoring”, ha detto ancora Ronchi.
Le imprese possono infatti accedere a servizi di finanziamento di filiera personalizzati, senza sostenere alcun investimento in infrastrutture informatiche e senza incorrere in lunghi iter autorizzativi, liberando subito risorse finanziarie, tempo ed energie da destinare alla crescita del business. Quanto agli investitori, questi possono avere accesso all’asset class dei crediti commerciali, beneficiando della visibilità in tempo reale sui flussi informativi e documentali scambiati tra i diversi attori della filiera: possono così intervenire, con i propri capitali, in modo controllato, mirato e puntuale per far fronte alle reali esigenze di finanziamento delle imprese.
Tornando al fondo Supply Chain di Groupama sgr, è partito un anno fa con una dotazione iniziale di 50 milioni di euro e target di raccolta complessiva di 200 milioni. Oggi, ha detto Potenza a BeBeez, “le sottoscrizioni degli investitori sono arrivate a 100 milioni, di cui 80 milioni del gruppo Groupama e il resto da Alifond fondo pensione negoziale del settore alimentare (all’interno di un mandato di gestione preesistente) e da Byblos, fondo pensione dei lavoratori dipendenti delle aziende grafiche, editoriali, della carta e del cartone, cartotecniche e trasformatrici. Ma entro fine anno è atteso anche un terzo investitore esterno a Groupama. Quanto ai capitali effettivamente richiamati, siamo a quota 65 milioni. In ogni caso, considerando che la durata media dei crediti è di 60-90 giorni, la dotazione del fondo rappresenta una potenza di fuoco di oltre quattro volte in un anno”. E infatti a oggi, ha detto ancora Potenza, “sono stati deliberati finanziamenti per oltre 300 milioni di euro l’anno prossimo”.
Il fondo lo scorso settembre ha siglato con Green Network spa un accordo per l’acquisto di crediti da utenze commerciali. per un plafond di circa 10 milioni di euro al mese, pari a un turnover annuo di 120 milioni. Green Network è tra i principali operatori italiani del mercato dell’energia e primo operatore italiano del mercato power & gas del Regno Unito.
Il fondo lo scorso luglio ha firmato un accordo con Alpitel, operatore italiano specializzato in reti e impianti tlc, per un’operazione di reverse factoring a beneficio di 16 piccole società fornitrici considerate strategiche, per un turnover annuo di circa 8,5 milioni di euro (corrispondente a un plafond di circa 2,82 milioni di euro per crediti con una durata media di 120 giorni).
Lo scorso aprile, invece, il fondo ha firmato un accordo per finanziare con 16 milioni di euro l’anno l’azienda farmaceutica Special Product’s Line. Lo scorso febbraio il fondo aveva invece siglato un accordo per finanziare per 20 milioni di euro Cmd spa (Costruzioni Motori Diesel), mentre nel novembre 2016 aveva annunciato l’accordo per l’acquisto di circa 24 milioni di fatturato e di oltre 4 milioni di anticipo fatture concordati a favore della Fonderia Tacconi, azienda umbra da oltre 40 anni sul mercato, che fattura circa 85 milioni di euro vendendo componenti per l’industria automotive ai principali player del settore.