Mediobanca cerca 50-60 famiglie di imprenditori che vogliano cofinanziare in club deal investimenti in imprese italiane di medie dimensioni pronte a crescere a livello internazionale. Il progetto di MB Private Banking individuerà infatti disponibilità complessive fino a 300 milioni di euro per finanziare il lancio di una serie di veicoli di investimento, ciascuno dedicato all’acquisto di una partecipazione di maggioranza o di minoranza nel capitale di un’azienda target. Il tutto con un impegno di Mediobanca pari al 20% e con un ticket minimo di investimento per i clienti-imprenditori coinvolti di 5 milioni. Lo spiega nel dettaglio MF Milano Finanza in edicola da sabato 9 dicembre.
Non si tratterà di operazioni spot, ma sotto la regia di una origination company che sarà incaricata di monitorare il mercato e scovare le opportunità di investimento più interessanti. La società, che si occuperà quindi di originare i deal, è stata battezzata Equity Partners Investment Club e sarà dotata di un suo management guidato da due nomi noti del private equity europeo: il managing partner Roberto Ferraresi, ex partner del private equity francese PAI Partners, e il senior advisor Giancarlo Aliberti, già partner di Apax Partners.
Il responsabile della divisione MB Private Banking, Angelo Viganò, ha spiegato che “la società sarà capitalizzata al 20% dalla stessa Mediobanca e per il resto dalle famiglie interessate a investire in club deal nelle opportunità via via proposte”. Mentre Mediobanca avrà un impegno vincolante a investire in tutti i deal che saranno via via chiusi, sempre con una quota del 20%, le famiglie del network avranno un impegno più flessibile e quindi potranno scegliere in quali deal investire.
MB Private Banking, in sostanza, ha aggiunto Viganò, “in questo segmento ha sposato l’approccio all’investimento in club deal non solo dal punto di vista finanziario, ma anche dal punto di vista di condivisione di conoscenze e di business da parte di investitori che siano a loro volta imprenditori e che trovano più interessante fare parte di una sorta di club privato”. Il tutto con la regia di un soggetto finanziario che a sua volta rischia il suo bilancio, in pieno allineamento di interessi con i propri investitori.
E anche i manager responsabili degli investimenti, secondo la più classica tradizione del private equity, saranno chiamati a essere direttamente coinvolti nei deal: saranno infatti obbligati a investire per circa l’1% in ciascun deal proposto e incasseranno un carried interest al momento del disinvestimento. Uscita dall’investimento, peraltro, per la quale non è prestabilito un tempo massimo come nel caso dei fondi di private equity e senza management fee a carico degli investitori.
Le aziende potenziali target avranno un valore compreso tra i 200 e i 300 milioni di euro, con un ebitda tra i 15 e i 30 milioni e ogni investimento avrà una dimensione di 70-80 milioni, appunto per una maggioranza o una minoranza del capitale.
MB Private Banking ha comunque già un track record in questo tipo di deal, anche se su dimensioni di investimento e target diversi. Banca Esperia, infatti, quando ancora era una joint venture tra Mediobanca e Mediolanum, aveva organizzato in più occasione dei deal di venture capital oppure misti di equity e debito per pmi. Per esempio, nel febbraio 2016 Banca Esperia aveva individuato un gruppo di investitori privati che in club deal avevano sottoscritto un aumento di capitale da 1,4 milioni di euro in Tensive, startup biomedicale nata come spin-off della Fondazione Filarete. In precedenza, nel marzo 2015, la private bank aveva permesso alla biotech Genenta Science di completare un round di investimento da 10 milioni di euro grazie a un gruppo di investitori privati raccolti dai clienti del private banking. Nell’ottobre 2014 Banca Esperia aveva curato il collocamento di 40 milioni di euro di bond convertibili della società specializzato in microcredito nei paesi emergenti, Credit Access, per la quale nella primavera 2013 aveva curato un aumento di capitale da 18,5 milioni, sempre coinvolgendo propri clienti.
Ora però le cose sono evolute. Mediobanca, dopo aver comprato l’altro 50% che non possedeva di Banca Esperia, lo scorso 1° dicembre ha fuso la private bank in Mediobanca, dove è andata a costituire la divisione MB PrivateBanking, con l’obiettivo dichiarato da Viganò di diventare la private & investment bank italiana di riferimento (si veda qui il comunicato stampa).
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