Il Fondo europeo degli investimenti e Cassa Depositi e Prestiti hanno destinato 40 milioni di euro a un nuovo fondo dedicato al biotech italiano, con focus su startup specializzate nella lotta alle malattie genetiche rare, lanciato dal colosso del venture capital francese Sofinnova, con la charity biomedica Telethon come advisor.
I 40 milioni di euro in questione fanno parte della dotazione di 200 milioni di euro di ITATech, la piattaforma di investimento finalizzata a trasformare progetti di ricerca e di innovazioni tecnico-scientifiche pubbliche e private in nuove imprese ad alto contenuto tecnologico ed era stata lanciata a fine 2016 con una dotazione iniziale di 200 milioni di euro, messi a disposizione in parti uguali da Cdp e Fei, ed è aperta all’ingresso di ulteriori investitori (si veda qui altro articolo di BeBeez).
Ai 40 milioni di ITATech si aggiungono 10 milioni di euro provenienti dalla Banca Europea degli Investimenti. Ulteriori risorse proverranno da investitori privati con l’obiettivo di raggiungere un ammontare complessivo di 75-100 milioni di euro. Tutti destinati a progetti in Italia, per un totale di 15-20. Con sede in Italia, il fondo sarà operativo entro la fine del 2018.
L’annuncio ufficiale è arrivato ieri, confermando i timori che parte dei capitali pubblici messi a disposizione per progetti di trasferimento tecnologico andassero a gestori esteri. Tema quest’ultimo che già aveva fatto discutere quando il fondo di fondi di venture capital di Fondo Italiano d’Investimento sgr aveva investito nei fondi Sofinnova Capital Partners VII e Sofinnova Capital Partners VIII, sebbene con l’accordo che quel denaro sarebbe dovuto essere investito in progetti italiani. Tutto questo perché, ovviamente, al momento del disinvestimento, il ritorno economico delle operazioni andrà in Francia e quindi non a irrobustire il settore del venture capital italiano.
In un question time alla Camera, in risposta a un’interrogazione dell’onorevole Antonio Palmieri (FI-PdL) lo scorso 25 ottobre, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan aveva precisato che l’accordo tra Fei e Cdp su ITATech si sostanzia come un contratto di coinvestimento con un commitment complessivo di 200 milioni di euro, impegnato con una quota di 100 milioni ciascuno e che sulla base dell’attuale commitment, si prevede di lanciare almeno cinque fondi sottoscritti da ITAtech. Padoan aveva sottolineato che i gestori dei fondi esistenti o di nuova costituzione sarebbero potuti essere italiani o europei e che nell’ipotesi di gestori non italiani, l’accordo Cdp-Fei prevede comunque il focus dell’attività di investimento in Italia e una stabile presenza del team di investimento in Italia, oltre che, evidentemente, chiare competenze da parte del team in attività di investimento comparabili in Italia.
In particolare, l’accordo prevede che almeno il 90% del capitale disponibile per investimenti dei fondi di trasferimento tecnologico sottoscritti da ITAtech sia investito in Italia ovvero iniziative di ricerca e imprenditoriali conseguenti che siano basate giuridicamente in Italia.
Per ITATech si tratta del secondo investimento, dopo quello annunciato a settembre 2017 nel fondo Vertis Venture 3 Technology Transfer gestito da Vertis sgr, che conta di realizzare impieghi per oltre 50 milioni di euro per favorire la crescita di nuove imprese nei settori dell’automazione e della robotica (si veda altro articolo di BeBeez)
Attiva in Italia da oltre 20 anni, Sofinnova è guidata in Italia dal managing partner Graziano Seghezzi e ha fondato due anni fa BiovelocITA, acceleratore italiano di imprese biotech, insieme al presidente Silvano Spinelli e all’amministratore delegato Gabriella Camboni. I due manager sono stati i fondatori di EOS, società venduta nel 2013 a Clovis Oncologyper 470 milioni di dollari (si veda altro articolo di BeBeez), e, precedentemente, di Novuspharma, quotata sul Nuovo Mercato nel 2000. Sofinnova Partners ha investito in entrambe le società fin dai loro esordi..