Il Tribunale di Udine ha dato il via libera alla procedura di ristrutturazione del debito di Snaidero, il marchio italiano di cucine (si veda l’Ansa), che potrà quindi passare sotto il controllo del fondo Idea Corporate Credit Recovery II, gestito da Dea Capital Alternative Funds sgr, così come previsto dall’accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art 182 bis della Legge Fallimentare siglato tra i creditori e la famiglia Snaidero e depositato lo scorso maggio (si veda altro articolo di BeBeez).
Più nel dettaglio, i giudici Francesco Venier (presidente), Andrea Zuliani e Marco Caienna hanno decretato l’omologa dell’accordo di ristrutturazione stipulato sulla base di un piano quinquennale (2018-2022) di rilancio, che prevede l’ingresso in Snaidero del fondo Idea CCRII. Il fondo, come noto, in precedenza ha siglato con le banche creditrici di Snaidero (tra cui UniCredit, Mediocredito, Mps, Banco Bpm e Bnl BnpParibas) un accordo per acquisire il debito della società per un corrispettivo attorno al 65% del valore nominale. Il tutto nell’ambito di un accordo con un gruppo di banche che hanno poi ceduto al nuovo fondo Idea CCRII (si veda altro articolo di BeBeez) i crediti non solo verso Snaidero, ma anche verso altre aziende, così come era accaduto in occasione del lancio del primo fondo (si veda altro articolo di BeBeez).
Fondata da Rino Snaidero nel 1946 e presieduta oggi dal figlio Edi, Snaidero è attualmente il primo gruppo italiano, per dimensioni, attivo sul panorama internazionale. La strategia di crescita si è sviluppata attorno ai marchi Snaidero in Italia, Arthur Bonnet e Comera in Francia, Rational in Germania e Regina in Austria, un portafoglio di brand orientati all’innovazione, al design e alla valorizzazione dell’identità di prodotto. Il gruppo ha chiuso il 2016 con 126,6 milioni di euro di ricavi e un ebitda tornato positivo per 2,5 milioni, ma con un debito attorno ai 25 milioni.