I circa 300 milioni di euro (350 milioni di dollari) di crediti deteriorati shipping acquistati da Pillarstone Italy, come anticipato da BeBeez nell’Insight view dello scorso 18 febbraio (scopri qui come abbonarti a BeBeez News Premium 12 mesi a soli 20 euro al mese), erano nel portafoglio di Intesa Sanpaolo e Unicredit. Lo scrive oggi MF Shipping&Logistica precisando che nei prossimi mesi sono previsti ulteriori acquisti di crediti UTP.
I crediti acquisti sinora riguardano cinque compagnie armatoriali: Perseveranza di Navigazione, Elbana di Navigazione, Morfini, Finaval e Motia Compagnia di Navigazione. I crediti incagliati appena passati di mano riguardano mutui ipotecari contratti per l’acquisto di almeno una quindicina di navi, soprattutto navi cisterna e portarinfuse secche.
Resta alta infatti l’attenzione delle banche italiane per i crediti deteriorati dello shipping e gli armatori hanno una fitta agenda di incontri sul tema in questi giorni. Secondo quanto risulta a BeBeez, ieri una delegazione di Confitarma era a Bruxelles per parlare del tema insieme alle delegazioni delle altre associazioni europee nella sede della European Community Shipowner Association (ECSA), mentre il prossimo 28 febbraio è prevista una riunione in Confitarma con un gruppo di fondi specializzati in turnaround aziendali e distressed assets. Infine il prossimo 7 marzo è in scaletta una riunione dei rappresentanti di Confitarma con le banche nella sede dell’ABI, nell’ambito degli incontri periodici che l’associazione di categoria tiene con i principali sei gruppi bancari italiani.
I temi all’ordine del giorno sono in particolare il trattamento dei crediti shipping performing e non performing nei bilanci bancari sulla base delle ponderazioni previste dalla normativa di vigilanza internazionali e in particolare l’introduzione del cosiddetto social green factor, che sarà oggetto di una consultazione dell’EBA. Non è ancora chiaro se si tratterà di un vantaggio per chi potrà fregiarsi di avere una flotta “green” o di uno svantaggio per chi non ce l’avrà. In questo secondo caso il problema potrebbe essere serio, perché coinvolgerebbe moltissime compagnie e quindi moltissime banche.