llimity punta a 3,5-4,3 miliardi di attivi al 2020 e a 6,6 miliardi al 2023, a utili per 55-70 milioni nel 2020 e 280 milioni nel 2023, con un Roe del 9-10% l’anno prossimo e del 25% nel 2023. Il tutto per arrivare a regime a distribuire il 25-30% degli utili in dividendi e a investirne i restanti due terzi nella crescita della banca.
Lo ha detto ieri Corrado Passera, amministratore delegato della banca nata dalla business combination tra la Spac Spaxs e Banca Interprovinciale e sbarcata martedì 5 marzo a Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez). L’occasione era la presentazione dei risultati di bilancio 2018 della banca e dell’aggiornamento sul piano industriale (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).
In verità, i numeri attesi a fine piano sono leggermente inferiori rispetto a quanto dichiarato nel luglio scorso, in occasione della presentazione del piano industriale (si veda altro articolo di BeBeez e qui il comunicato stampa di luglio 2018), quando la banca si proponeva di raggiungere attivi per 7 miliardi e un utile netto di circa 300 milioni di euro nel 2023, mentre la redditività al 2020 è prevista più alta di quanto dichiarato a luglio, quando la banca si aspettava un utile netto tra i 40 e i 50 milioni di euro e un 6- 7% di Roe, contro il 9-10%.
E questo perché si è dovuto tenere conto dell’impatto della business combination sul patrimonio netto, che a fine 2018 era di 557 milioni di euro, come risultati di un perdita di esercizio per circa 23,5 milioni di euro; dei 38 milioni di euro di capitale rimborsato per effetto dell’esercizio del diritto di recesso da parte di azionisti di Spaxs corrispondenti al 6,2% del capitale sociale ordinario; dell’aumento di capitale per 10 milioni di euro a servizio del concambio con azioni Banca Interprovinciale; e infine, dei costi connessi all’ammissione di Spaxs alle negoziazioni sul mercato Aim Italia.
La perdita di 23,5 milioni di euro (9,4 milioni da Spaxs, cui si sommano i 13,5 milioni da Banca Interprovinciale) è a sua volta dovuta ai costi di esecuzione della business combination, ai primi investimenti della nuova banca e alla riduzione del portafoglio investito in titoli di Stato. Illimity comunque vanta un CET1 ratio superiore al 90% e una liquidità di 440 milioni di euro, cui si aggiungono titoli prontamente liquidabili per 126 milioni, da impiegare nella crescita della società.
A fine febbraio 2019 Illimity aveva già in portafoglio asset per 415 milioni di euro: oltre 251 milioni nella divisione pmi (87 milioni da operazioni di ristrutturazione cross-over e acquisition finance; oltre 164 milioni dal portafoglio crediti di pmi) e circa 163 milioni di Npl (valore netto). Nei conteggi della divisione pmi rientra già l’operazione Calvi Group (si veda altro articolo di BeBeez). Il conteggio della divisione Npl comprende inoltre un pacchetto di Npl con un Nbv di 15 milioni di euro e un valore lordo di 60 milioni. La divisione pmi sta attualmente chiudendo operazioni per altri 30 milioni mentre quella Npl per 108 milioni.
Sul fronte degli Npl, Illimity ha già condotto varie operazioni su portafogli di crediti deteriorati per un totale di circa 1,2 miliardi di euro lordi a fine 2018: ha acquistato un portafoglio Npl da 155 milioni a settembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), un altro da 263 milioni di euro nello stesso mese (si veda altro articolo di BeBeez); due portafogli a novembre 2018, di cui uno da 347 milioni (si veda altro articolo di BeBeez) e un altro da 206 milioni (si veda altro articolo di BeBeez); infine a fine dicembre ha acquistato crediti non-performing per un totale di circa 175 milioni lordi spalmati su una serie di operazioni (si veda altro articolo di BeBeez). Nei prossimi giorni, invece, si chiuderanno le prime operazioni del 2019, per un investimento netto di circa 26 milioni, che porteranno il portafoglio complessivo Npl a quota 1,4 miliardi di euro lordi.
Un’altra operazione in corso è quella su Condotte, che secondo le indiscrezioni avverrà in cordata con il costruttore Rizzani De Eccher (si veda altro articolo di BeBeez). Interpellato sull’argomento, Passera ha chiarito: “Non stiamo pensando di finanziare Condotte. Abbiamo individuato cantieri per 800 milioni legati a Condotte che a nostro avviso andrebbero comprate e quindi ci siamo fatti avanti. Parteciperemo a una gara con un operatore del settore e metteremo i soldi per facilitare l’acquisizione”.
Infine è stato sottolineato il valore dell’accordo stretto a ottobre 2018 con la piattaforma di invoice financing Credimi, sulla base della quale Illimity farà transitare le sue operazioni di factoring sulla piattaforma (si veda altro articolo di BeBeez).
Gli azionisti di Illimity hanno tutti una quota inferiore al 10% del capitale. I principali azionisti sono Sdr Raif Genesis (fondo di Sdp Capital Management); Amc Metis sarl (controllata dal fondo Atlas); Tensile-Metis Holdings sarl (controllata da Tensile Capital Management) e AZ Fund Management Sa (Gruppo Azimut). Tutti i dipendenti sono azionisti e, a differenza delle Spac tradizionali, le azioni speciali degli sponsor e del top management di Illimity potranno essere convertite solo quando gli altri azionisti ordinari avranno guadagnato il 60%, ossia quando le azioni saliranno sopra i 14 euro.
Quanto al management, come già annunciato a luglio, Andrea Clamer, che ha promosso Spaxs al fianco di Passera, guida la divisione Npl, forte di una esperienza decennale nel settore avendo guidato come Head of NPL Division il team di Toscana Finanza e di Banca Ifis. Enrico Fagioli Marzocchi, che guida la divisione pmi, ha una significativa esperienza nel mondo del credito alle imprese, inclusa la gestione del credito problematico e le ristrutturazioni, avendo ricoperto, tra gli altri, la carica di responsabile della Direzione Crediti ed Assets Problematici del Gruppo MPS e recentemente la carica di ceo della joint-venture tra Quaestio e Cerved. Carlo Panella, a cui è affidata anche la responsabilità dell’Information Technology, guida la divisione Retail dopo essere stato Direttore Generale di CSE Consulting e precedentemente direttore generale di WeBank. Infine Francesco Mele ha assunto la carica di Chief Financial Officer & Central Functions dopo un’esperienza come Cfo del Gruppo MPS e precedentemente una lunga esperienza in investment banking con particolare riferimento alla clientela financial institutions.
(articolo modificato il 7 marzo alle 13.13; aggiunti dettagli sulle operazioni della divisione Npl)