Dopo che lo scorso venerdì 29 marzo, come atteso, il Consiglio di amministrazione di Roberto Cavalli ha deliberato la presentazione della domanda di concordato in bianco al Tribunale di Milano (si veda altro articolo di BeBeez), nel corso del weekend la controllata Usa, ArtFashion Corp, in crisi di liquidità, ha chiesto l’ammissione alla procedura di Chapter 7 (concordato liquidatorio) e la chiusura immediata delle attività. Lo ha scritto WWD, precisando che la sera del 29 marzo sono stati chiusi tutti i punti vendita Cavalli con sede negli Usa (sette negozi gestiti direttamente, un corner e quattro outlet) e che è stato sospeso l’e-commerce negli Usa. Tutti i 93 dipendenti sono stati lasciati a casa e il ceo della controllata, Salvatore Tramuto, ha dato le dimissioni. Il mercato statunitense rappresenta il 17% dei ricavi consolidati del fashion brand.
Roberto Cavalli aveva chiuso il 2017 con ricavi in leggero calo a 152,4 milioni di euro (dai 155,2 milioni del 2016) e un ebitda negativo per 7,1 milioni, ma in netto miglioramento rispetto ai -26,2 milioni del 2016, e con una perdita netta in calo a 33,6 milioni (da 55,2 milioni). Il 2018 si dice abbia chiuso con un aumento dei ricavi a oltre 160 milioni, ma il risultato operativo sarebbe stato negativo per 35 milioni (dai -45 milioni del 2017). L’information memorandum fatto circolare dall’advisor Rothschild per la vendita della griffe ipotizza per il 2019 una leggera contrazione del fatturato, a 155 milioni di euro, un margine operativo lordo negativo per 20 milioni e soprattutto un risultato operativo di nuovo in peggioramento a -45 milioni. A fine 2018 il debito bancario del gruppo era di circa 35 milioni.
La maison è oggi controllata da Clessidra sgr dal 2015, affiancata con quote di minoranza dal fondo L-GAM e dalla cinese Chow Tai Fook Entreprises Ltd, una holding con sede a Hong Kong controllata dalla famiglia Cheng. L’operazione era stata condotta allora sulla base di una valutazione di 380-390 milioni di euro, per un multiplo di circa 16 volte l’ebitda del 2014, che era stato di circa 23 milioni, a fronte di ricavi per 210 milioni. Successivamente i fondi hanno ricapitalizzato la società per un totale si dice di altri 15 milioni.
L’unica offerta oggi rimasta sul tavolo per Cavalli si dice sia quella dello statunitense Bluestar Alliance, che avrebbe messo sul piatto oltre 100 milioni di euro tra aumento di capitale e acquisto di marchi.