Intesa Sanpaolo potrebbe cedere sino a 5 miliardi di euro di Utp a Prelios e dare altri 5 miliardi in gestione, nell’ambito dell’accordo sul portafoglio complessivo di Utp da 10 miliardi di euro per il quale Prelios è in due diligence dallo scorso marzo (si veda altro articolo di BeBeez). Lo ha scritto Reuters nei giorni scorsi, riferendo le ultime voci che circolano sul deal, dopo che a inizio maggio sembrava che l’orientamento fosse per una cessione di 4 miliardi di Utp e un mandato di gestione per i restanti 6 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez).
La banca guidata da Carlo Messina aveva comunicato a marzo di aver firmato un accordo non vincolante con Prelios, il servicer controllato dal fondo Davidson Kempner Capital Management, a cui aveva concesso un periodo di negoziazione esclusiva per la possibile costituzione di una partnership strategica finalizzata all’ottimizzazione della gestione delle posizioni Utp e che ‘eventuale perfezionamento di tali opzioni non influenzerà la partnership strategica riguardante i crediti in sofferenza già perfezionata con Intrum.
Secondo quanto riferiscono fonti vicine all’operazione all’agenzia di stampa Reuters le due parti si starebbero accordando per la cessione di Utp fino a 5 miliardi di euro, mentre gli altri 5 sarebbero dati in gestione. Nella conference call sui conti del trimestre a inizio maggio, il ceo di Intesa Carlo Messina aveva dichiarato di aspettarsi che l’esame per una possibile partnership possa completarsi entro fine giugno, inizio luglio.
Il piano industriale della banca prevede la riduzione dell’NPE ratio lordo al 6% entro fine 2021, sia attraverso cessioni sia attraverso ottimizzazione della gestione interna. La banca ha già realizzato oltre il 60% del target di riduzione dei deteriorati fissato al 2021 e quindi conta di anticipare di un anno l’obiettivo. La banca ha annunciato a inizio maggio, in occasione della prima trimestrale del 2019, una riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, di circa un miliardo di euro nel primo trimestre 2019 a 35,5 miliardi dai 36,5 miliardi di fine 2018. Nel dettaglio, dei 35,5 miliardi di euro di crediti deteriorati lordi, 21 miliardi sono sofferenze (7,1 miliardi netti), 14 miliardi sono inadempienze probabili o Utp (8,8 miliardi netti) e 500 milioni di euro sono crediti scaduti (400 milioni netti).