Una città storica, dalla volontà operosa, si sta scoprendo sempre più attenta al contemporaneo e alla voglia di sperimentare e sperimentarsi. L’impulso viene dalla nuova gestione GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – che nel suo nuovo corso diretto da Lorenzo Giusti, dimostra di essere dinamica, partecipativa e attenta all’innovazione più ardita. Alla presenza della stampa sono state inaugurate tre mostre, in scena dal 30 maggio al 6 gennaio 2020, che accoglieranno visitatori e turisti estivi, Libera. Tra Warhol, Vedova e Christo e Luke Willis Thompson alla GAMeC e Tutta la verità, personale dedicata a Jenny Holzer a Palazzo della Ragione a Bergamo alta nella piazza che Le Corbusier definì la più bella d’Europa. Con Libera. Tra Warhol, Vedova e Christo si inaugura in Italia un esperimento del tutto innovativo come ha spiegato Beatrice Bentivoglio del Ministero dei Beni Culturali, grazie all’espropriazione di una collezione sottratta alla malavita. Lorenzo Giusti ha confermato in questa scelta e nella programmazione primavera-estate la scelta di essere una galleria libera prima di tutto, quindi audace, innovativa, partecipata e collaborativa ponendosi come spazio impermalente.
Il titolo della mostra Libera. Tra Warhol, Vedova e Christo che diventa un simbolo della filosofia dello spazio bergamasco indica, nelle rispettive sezioni, l’arte libera dalla forma con le correnti dell’Informale e dell’Espressionismo astratto americano, sottraendosi alla forma figurativa e astratta per concentrarsi sulla forza del segno o l’essenza della pura materia, area nella quale troviamo tra gli altri un’opera di Emilio Vedova del 1961; l’arte libera dalla figurazione, un fenomeno globale che ha interessato ad esempio l’arte ottica e personalità come Sol LeWitt. In mostra anche l’arte povera, libera dallo stile, un piccolo capitolo per un movimento che non cercava uno stile comune quanto l’evocazione di un possibile linguaggio originario a partire dai materiali poveri: questa parte riunisce opere di Giuseppe Penone e Pier Paolo Calzolari ad esempio. Un discorso a parte merita il famoso Delfino di Pino Pascali, del 1966, di recente restaurato dalla GAMeC che lo acquisito: opera di forte impatto scenico con la testa e la coda che escono dalla parete. Infine l’arte libera dalla rappresentazione, l’ultimo stadio di un processo di destrutturazione negli anni Sessanta e Settanta come nel caso della corrente New Dada e per certi aspetti dell’Arte Pop dove è l’oggetto ad avere valore in sé prima della rappresentazione come nel caso del ritratto in mostra di Giorgio Armani dei primi anni Ottanta di Andy Warhol. In questa sezione anche un’opera del 1963 di Christo. All’interno di questa sezione anche le opere di Arman e César. L’esposizione era una collezione privata lombarda della quale non si sapeva nulla e il proprietario è stato processato per reati finanziari la cui gravità ha fatto scattare il procedimento antimafia con il sequestro preventivo di tutti i beni. Si tratta di un’operazione che ha portato al ministero dei Beni Culturali la proprietà delle opere e alla GAMeC – che annovera tra i fondatori il Comune e Tenaris Dalmine, tra i sostenitori la Fondazioni UBI Banca Popolare di Bergamo, Lamborghini Bergamo e Carvico – il comodato. E’ un’iniziativa di grande interesse che si impegna a reinvestire nello stesso territorio i beni sequestrati e che in futuro potrebbe dare altri frutti interessanti.
Hysterical Sternght, nella stessa sede, è la prima personale dell’artista Luke Willis Thompson, originario della Nuova Zelanda, ha studiato in Germania e vive e lavora a Londra. Il curatore è Edoardo Bonaspetti che è il responsabile di un nuovo programma di mostre promosso nell’ambito del Premio Lorenzo Bonaldi per l’arte – EnterPrize. Nella sezione presenta la trilogia di film Untitled Trilogy – 2016-2018 – un nuovo lavoro site specific, Black Leadership del 2019, ognuno dei quali esamina il rapporto tra le persone e la loro rappresentazione. L’artista è stato tra i finalisti del Turner Prize del 2018Da anni l’artista è concentrato su tematiche sociali attuali quali il razzismo, il rapporto tra potere e linguaggi, le politiche discriminatorie.
Per quanto concerne il premio intitolato a Bonaldi, ci ha raccontato la figlia Simona Bonaldi che siamo arrivati alla decima edizione di un premio che non è tanto celebrativo per ricordare la memoria del padre, fondatore della Bonaldi Motori, quanto promuovere nella memoria il suo spirito presso i giovani. Bonaldi infatti, originario di una frazione di pochi abitanti nella Val Serina, partito ‘con il nulla in mano’ ha creato non solo un’azienda ma coltivando la passione per la conoscenza ha sostenuto i giovani artisti bergamaschi lasciando in eredità una collezione di oltre 600 opere. Oggi lo sguardo è rivolto al futuro e alla dimensione internazionale dato che da un anno l’azienda è parte di un network internazionale e del principale gruppo automobilistico europeo. A Palazzo della Ragione, uno dei primi edifici comunali costruiti in Italia, eretto nel XII secolo, Jenny Holzer. Tutta la verità, titolo evocativo e provocatorio per questa artista americana, nata a Gallipolis nell’Ohio nel 1950, che sancisce il suo ritorno in Italia dopo tanti anni. Main sponsor della mostra la Fondazione Henraux che ha contribuito alla realizzazione delle panchine in marmo con le sue scritte all’interno della sala. Nella mostra il linguaggio della poesia è impiegato per sfidare le norme sociali, i pregiudizi e la violenza contro il linguaggio dei mezzi di codificazione. A contrasto sugli affreschi una serie di proiezioni di scritte luminose dal titolo Altra gente, parla di partenze e nuovi arrivi e crisi migratorie. L’effetto è intrigante nel contrasto e intreccio tra gli affreschi sottostanti e le frasi tratte da scrittori e intellettuali che hanno vissuto sulla loro pelle condizioni difficili come l’esilio. Anche sulle panchine frasi di poeti noti come Pier Paolo Pasolini.
A cura di Ilaria Guidantoni.