La Regione Puglia (tramite la sua finanziaria Puglia Sviluppo) in partnership con la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e tre banche locali, sta per lanciare un fondo minibond con una dotazione di 100 milioni di euro. Cdp coprirà oltre la metà del fondo. Lo riferisce il Corriere del Mezzogiorno. Il progetto rientra nella nuova iniziativa Pes (Partenariato Economico e Sociale), elaborata dall’Assessore regionale allo Sviluppo economico pugliese Mino Borraccino per agevolare l’accesso al credito delle pmi pugliesi e sostenerne lo sviluppo e presentata alla Fiera del Levante di Bari nel settembre scorso (si veda il comunicato stampa). La presentazione ufficiale del progetto si avrà il prossimo
21 giugno a Milano nelle sedi di Assolombarda e Borsa Italiana.
“Il meccanismo ideato dalla Regione è abbastanza semplice: in questa prima tranche di sperimentazione ci saranno gli investitori istituzionali come Cdp, che finanzierà la maggior parte dell’operazione. Poi una parte potrebbe essere rilevata dalle banche del territorio, penso alle tre Popolari, e il resto, circa un quarto del totale, sarà garantito dalla Regione”, ha spiegato Claudio Stefanazzi, capo di gabinetto del governatore della Puglia Michele Emiliano. I minibond in questione avranno un taglio compreso tra 2 e 10 milioni e durata massima di 7 anni, eventualmente comprensiva di un preammortamento massimo di 12 mesi. A ogni emittente sarà attribuito un rating. I minibond saranno destinati alla realizzazione di investimenti in attivi materiali e immateriali; al sostegno dell’attivo circolante.
L’arranger è ancora in fase di selezione da parte di Puglia Sviluppo spa (si veda qui il bando) e avrà il compito di creare la società veicolo e individuare le imprese da coinvolgere (con un fatturato minimo di 5 milioni e un ebitda pari almeno al 4%) dopo aver pubblicato un avviso per la manifestazione di interesse. L’obiettivo è spingere anche le imprese del Sud Italia a ricorrere ai minibond come fonte di finanziamento. Secondo Stefanazzi, “i bond sinora non sono mai stati utilizzati al Sud perché molto costosi, parliamo di interessi fino al 9%. Ma con l’intervento del pubblico la situazione è destinata a cambiare come anche l’atteggiamento del mondo bancario. Il costo del denaro sarà molto più basso e soprattutto la Regione potrà rivestire un ruolo più incisivo nel seguire le iniziative”.