Ferretti Group, il noto gruppo produttore di yacht di lusso, è stato ammesso alla quotazione in Borsa il 25 settembre scorso e contestualmente ha presentato domanda di negoziazione sul segmento MTA di Borsa Italiana. Lo ha comunicato oggi la società con una nota, specificando che la forchetta di prezzo sarà compresa fra 2,50 e 3,70 euro per azione, pari a un equity value pre-aumento di capitale compreso tra 627 e 928 milioni di euro, corrispondente a una capitalizzazione post aumento di capitale compresa tra 727 milioni e 1,076 miliardi (si veda qui il comunicato stampa).
La scorsa primavera per Ferretti circolavano valutazioni attorno a 750 milioni di euro sulla base di un multiplo di 14 volte l’ebitda 2018 che era stato di 53 milioni a fronte di 669 milioni di ricavi (si veda altro articolo di BeBeez). La posizione finanziaria è sostanzialmente neutra. In vista dell’ipo, a inizio settembre il gruppo cinese Weichai (Shandong Heavy Industry), azionista di controllo con l’86,2% di Ferretti, ha convertito infatti a capitale il finanziamento soci da circa 212 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre Piero Ferrari, a sua volta azionista di Ferretti con il 13,6% attraverso F Investments, e Adtech Advanced Technologies si sono impegnati a investire 40 milioni di euro complessivi (di cui 25 milioni di euro già versati da Adtech Advanced Technologies) attraverso un aumento di capitale pre-ipo.
Come già comunicato a metà settembre, infatti, l’ipo di Ferretti comprenderà sia un aumento di capitale da circa 100 milioni sia vendita di azioni da parte di alcuni degli attuali azionisti. L’operazione avverrà in private placement e sarà rivolta a investitori istituzionali italiani e statunitensi e qualificati italiani, oltre che al top management del gruppo con uno sconto sul prezzo di offerta (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel dettaglio la nota diffusa ieri precisa che saranno offerte al massimo 87 milioni azioni, per un valore complessivo compreso traa 216,8 e 321,9 milioni di euro, pari al 30% circa del capitale sociale dell’azienda, riservate a investitori qualificati italiani e istituzionali esteri (private placement). Di questi, 40 milioni di azioni saranno le azioni di nuova emissione a servizio dell’aumento di capitale, mentre i restanti 47 milioni di azioni sono le azioni poste in vendita da Ferretti International Holding spa (40 milioni) e da F Investments sa (7 milioni). È prevista, inoltre, da parte di Ferretti International Holding, la concessione di una facoltà di sovra-allocazione per una quota massima pari al 10% delle azioni oggetto di offerta (opzion greenshoe). Quindi, in caso di integrale collocamento delle azioni e di integrale esercizio dell’opzione greenshoe, le azioni offerte rappresenteranno complessivamente circa il 33% del capitale sociale di Ferretti post-aumento di capitale.
Inoltre, il 3% del totale delle azioni esistenti alla data di avvio delle negoziazioni, saranno riservate alla sottoscrizione, con uno sconto del 30% rispetto al prezzo di offerta, a dipendenti in posizione chiave e/o dirigenti apicali di Ferretti e/o società dallo stesso controllate e all’amministratore delegato pro tempore della società. Ferretti avrà la facoltà di esercitare l’opzione greenshoe; in tal caso, le azioni offerte saranno pari al 33% del capitale sociale di Ferretti post-aumento di capitale. L’offerta dovrebbe concludersi entro la fine di ottobre. Barclays Bank, BNP Paribas, Mediobanca e UBS Investment Bank agiranno in qualità di coordinatori dell’offerta e joint bookrunner. BNP Paribas agirà, inoltre, in qualità di sponsor, mentre BPER Banca sarà il co-manager.
A seguito del completamento dell’offerta, Weichai rimarrà l’azionista di maggioranza con il 51% e Piero Ferrari resterà con un 10% circa. Guidato dall’amministratore delegato Alberto Galassi, Ferretti è tra i leader mondiali nella progettazione, produzione e commercializzazione di motor yacht di lusso e opera con i suoi 8 marchi (Ferretti Yachts, Custom Line, Riva, Pershing, CRN, Mochi Craft, Itama eWally) con un portafoglio di 43 modelli. I dati di bilancio 2018 indicano un importante aumento dell’utile netto a 31 milioni, che ha fatto un balzo del 29% rispetto ai 24 milioni del 2017. In aumento anche i ricavi netti, arrivati a 669 milioni (dai 623 milioni del 2017), mentre è in leggera contrazione l’ebitda rettificato, sceso a 53 milioni dai 59 milioni dell’anno prima. Nei primi sei mesi del 2019, il gruppo ha registrato ricavi per 332 milioni di euro (+11% dal primo semestre 2018) e un ebitda rettificato di 30 milioni di euro (+26%). A partire da giugno 2019, il portafoglio ordini è salito a 653 milioni di euro, con un incremento del 19% dal giugno 2018.
Weichai aveva investito nel gruppo di yacht a inizio 2012, nell’ambito di un complesso processo di ristrutturazione del debito. Allora il gruppo cinese aveva investito 178 milioni di euro di equity e aveva contestualmente acquistato debito di Ferretti dal fondo Oaktree, da Rbs e da Strategic Value Partners, che aveva convertito in equity, arrivando al 75%. Contestualmente allora Rbs e SVP avevano convertito in equity il resto del debito, arrivando al 25%. Successivamente Weichai ha arrotondato al rialzo la sua quota e nel 2016 Pietro Ferrari, figlio di Enzo, ha comprato il suo 13,6%. Ai tempi d’oro, nel 2006, Permira aveva ceduto il 52% di Ferretti a Candover (mantenendo una partecipazione dell’8%, mentre il fondatore Norberto Ferretti e i manager erano saliti al 40%), sulla base di una valorizzazione di ben 1,7 miliardi di euro, a fronte di ricavi per 770,4 milioni a fine dell’anno fiscale 2006 (agosto) e un ebitda di 118,4 milioni.
Ferretti è una delle società monitorate da BeBeez Private Data.
Scopri qui come abbonarti