FSI I, il fondo gestito dall’omonima sgr guidata da Maurizio Tamagnini, ha siglato l’accordo per acquisire il 19,59% del big italiano dei plasmaderivati, Kedrion (si veda qui il comunicato stampa). L’operazione era attesa da qualche giorno (si veda altro articolo di BeBeez).
L’azienda è oggi controllata dalla famiglia Marcucci, tramite le holding Sestant spa e Sestant Internazionle spa, e partecipato al al 25,06% da FSI Investimenti spa, a sua volta controllata al 77,12% da Cdp Equity e per il resto dalla Kuwait Investment Authority.
Nel dettaglio, FSI sborserà un totale di 150 milioni di euro per l’operazione: 100 milioni per l’acquisto di azioni da Sestant Internazionale spa e altri 50 milioni per sottoscrivere un aumento di capitale. Contestualmente FSI Investimenti sottoscriverà un ulteriore aumento di capitale per 16,7 milioni di euro per mantenere inalterata la sua quota del25,06% nel gruppo. Per effetto degli aumenti di capitale di 66,7 milioni di euro, Sestant Internazionale e Sestant si diluiranno e deterranno congiuntamente una partecipazione comunque superiore al 54% di Kedrion.
Grazie all’ingresso di FSI I e ai due aumenti di capitale, Kedrion potrà proseguire la propria strategia di sviluppo a livello nazionale e internazionale, che dal 2012 al 2018 è stata caratterizzata da un tasso medio annuo di crescita dei ricavi superiore al 10%. Il closing dell’operazione sarà subordinato all’approvazione delle competenti Autorità Antitrust. L’advisor finanziario Rothschild & Co e il consulente legale Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners hanno assistito Fsi nell’operazione. Lazard ha affiancato Kedrion e la famiglia Marcucci.
Le voci di un imminente riassetto azionario di Kedrion con l’ingresso di Fsi sgr si rincorrevano insistentemente da qualche giorno, ma circolavano già nel dicembre 2018, in concomitanza di un crollo delle quotazioni del bond da 350 milioni di euro a scadenza luglio 2022 e cedola 3% collocato nel luglio 2017, che erano finite sotto quota 80 centesimi (si veda altro articolo di BeBeez). Allora si diceva che il dossier Kedrion fosse all’esame di Italmobiliare, di Edizione holding, del fondo canadese PSP, del family office della famiglia Usa Koch, ma anche di conglomerate cinesi.
Nella primavera del 2013 la società aveva studiato il progetto di ipo, ma poi non se ne era fatto nulla (si veda altro articolo di BeBeez) e nell’estate 2013 il fondo Investitori Associati aveva ceduto agli stessi Marcucci la sua quota del 32,25% per 196 milioni (nel dicembre 2006 era entrato nel capitale sborsando quasi 67 milioni) a fronte di una valorizzazione complessiva dell’azienda toscana di 602 milioni. Prima ancora, nel luglio del 2008, Kedrion era arrivato anche a definire una forchetta di prezzo per le azioni di nuova emissione di 9-12 euro per una enterprise value totale di 557-703,4 milioni. Ma in quel caso l’ipo era stata cancellata all’ultimo momento perché il prezzo era alla fine stato giudicato troppo elevato dagli investitori istituzionali.
Kedrion ha sede a Castelvecchio Pascoli (frazione di Barga, in provincia di Lucca). La società raccoglie e fraziona il plasma umano al fine di produrre e distribuire prodotti terapeutici plasmaderivati da utilizzare nel trattamento di malattie, patologie e condizioni gravi quali l’emofilia e le immunodeficienze. Da anni l’azienda collabora con il Sistema Sanitario Nazionale italiano, al fine di aiutarlo a raggiungere l’obiettivo dell’autosufficienza nell’approvvigionamento di farmaci plasmaderivati. Negli ultimi anni Kedrion ha ampliato le proprie attività in Ungheria e negli Stati Uniti e oggi è presente in circa 100 paesi nel mondo, in Asia, Europa, nel Nord e nel Sud America. L’azienda ha inoltre potenziato le proprie capacità di raccolta plasma e di produzione, rilevando anche i diritti su prodotti strategici per il trattamento dell’emofilia e per la prevenzione dell’incompatibilità Rh, una condizione che può causare la Malattia Emolitica del Feto e del Neonato (MEFN).
Nel 2018, Kedrion ha registrato un fatturato di 687,9 milioni di euro, con il 41,0% dei ricavi totali generati negli Stati Uniti, il 36,2% in Europa (di cui il 25,3% in Italia) e il 22,8% nel resto del mondo. “L’Italia ha una base industriale che per il 93% è ancora totalmente in mano alla famiglia del fondatore, che ora deve affrontare il passaggio generazionale. La cultura del capitale di rischio si sta diffondendo tra i nostri imprenditori che vogliono far fare il salto dimensionale alle loro aziende e farle cresce a livello internazionale. Le aziende del perimetro di FSI hanno in media il 70% di fatturato prodotto all’estero. Noi le aiutiamo a continuare la crescita finanziando progetti coraggiosi”, aveva detto Maurizio Tamagnini nell’intervista rilasciata lo scorso settembre per il libro Private Capital. Esperienze e soluzioni. Ecco perché la finanza alternativa funziona, edito da EdiBeez, a firma di Stefania Peveraro. Tamagnini aveva aggiunto: “A oggi il Fondo ha già investito il 25% della raccolta in quattro aziende: nel marchio del lusso Missoni; in Adler, il secondo produttore mondiale di componentistica per insonorizzazione del settore automobilistico; in Cedacri, leader italiano di tecnologia per le banche, e in Lumson, il più grande produttore Italiano di packaging per la cosmetica. Dalla data del nostro investimento, Cedacri e Lumson hanno già condotto acquisizioni, comprando, rispettivamente, Oasi e CAD IT e Marino Belotti“.
Kedrion è una società monitorata da BeBeez Private Data
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