Forte di 30 milioni di euro di impegni sottoscritti dal Fondo Europeo per gli Investimenti, il nuovo fondo di private debt PMI Italia II gestito da Finint Investments sgr ha raggiunto quota 110 milioni di euro e viaggia tranquillamente verso il closing definitivo entro fine giugno a quota 150 milioni di euro. “Magari anche oltre”, ha detto a BeBeez e MF Milano Finanza Mauro Sbroggiò, amministratore delegato dell’sgr del Gruppo Finint, ricordando che il fondo ha un hard cap a 175 milioni e anticipando anche Finint SGR ha in rampa di lancio anche un fondo di private equity e che nei prossimi mesi sarà operativo anche il nuovo fondo di turnaround, al quale l’SGR sta lavorando dallo scorso anno (si veda altro articolo di BeBeez). Il tutto partendo da asset in gestione complessivi dell’SGR per circa 2,6 miliardi di euro, che comprendo anche altri tipi di investimenti alternativi in non performing loan, in real estate e in energie alternative.
Il nuovo fondo di private debt , lanciato poco più di un anno fa, ha come anchor investor la stessa Banca Finint e il Fondo di fondi di private debt di Fondo Italiano d’Investimento sgr (si veda altro articolo di BeBeez), con quest’ultimo che ha investito in due tranche, prima 20 milioni e successivamente altri 15 milioni di euro. Il fondo segue l’esperienza avviata nel 2013 con il fondo Minibond PMI Italia, che ha raccolto 65 milioni, e nel 2014 con il Fondo Strategico Trentino -Alto Adige, a focus territoriale, con una raccolta di 223 milioni, primo esempio nazionale di partnership tra finanza pubblica locale e risparmio previdenziale, grazie al contributo del Fondo Pensione Laborfond e di un gestore di risparmio selezionato tramite un bando europeo.
Obiettivo di rendimento del secondo fondo PMI Italia, ha spiegato Vania Serena, fund manager del fondo Minibond PMI Italia, sarà “in linea con quello del primo fondo e cioè un rendimento lordo del 5,3%, che diventa di circa il 4% netto per gli investitori”. Il Fondo Strategico ha, invece, una vocazione di investimento volta, oltre che al rendimento per l’investitore, allo sviluppo del tessuto economico – produttivo del trentino Alto Adige; il territorio della regione è caratterizzato da tassi di decrescita contenuti e da una significativa competizione sull’offerta di denaro. Tutto ciò fa emergere un ritorno agli investitori del Fondo regionale più calmierato rispetto ad un fondo di private debt a carattere nazionale e puramente di mercato.
Ma non è tutto. “Penso che ci sia spazio anche per un fondo di private debt di secondario, che consentirebbe di dare liquidità a questo mercato. Al momento è solo un’ipotesi, ma potremmo effettivamente lanciare un prodotto simile”, ha detto ancora Sbroggiò, aggiungendo che però in prima battuta “entro fine 2020 verrà lanciato un fondo di private equity, per affiancare lo strumento del private debt quando approcciamo gli imprenditori, in modo tale da avere tutti gli strumenti a disposizione per venire meglio incontro alle loro esigenze. Si tratterà del primo fondo di private equity gestito dalla SGR e avrà un target di raccolta di 100 milioni di euro“. Anche in questo caso Banca Finint sarà anchor investor e sarà affiancata da altri investitori. Sino allo scorso anno il gruppo Finint operava nel private equity tramite la holding di investimento NEIP III di cui era advisor un team di manager che nel marzo del 2019 ha condotto lo spin-off dell’attività per mettersi in proprio e lavorare inizialmente su base club deal, in attesa di lanciare una propria sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto alle aziende in difficoltà, Finint Investments aveva allo studio già dalla primavera 2019 il lancio di un fondo di private equity di turnaround. Allora, però, si parlava di un fondo che avrebbe dovuto supportare le aziende manifatturiere del Nordest in difficoltà (si veda altro articolo di BeBeez), mentre ora il progetto riguarda aziende di tutta Italia, acquisirà crediti di aziende in difficoltà e investirà nuova finanza. “Sarà un fondo di dimensioni importanti, dell’ordine di alcune centinaia di milioni di euro di valore lordo, che potrà comprare crediti di decine di pmi in crisi in portafoglio a 6 banche di medie e grandi dimensioni con le quali, insieme ad un advisor di alto standing, siamo attualmente in trattativa. Lo stesso partner che ci affiancherà nella gestione del fondo e che investirà nuova finanza per il rilancio delle aziende”, ha spiegato Sbroggiò, delineando una struttura che ormai è stata adottata dalla maggior parte degli attori di questo mercato. Tempo fa il presidente di Banca Finint, Enrico Marchi, parlando della prima versione del progetto aveva detto: “Come per gli altri fondi che gestiamo cercheremo degli investitori per le risorse necessarie a entrare nel capitale delle imprese da 20-30 milioni in su, potremo anche lavorare insieme con Veneto Sviluppo e Pillarstone“. Un progetto sul quale la Banca non è più andata avanti e ha deciso di proseguire in altro modo.
Sul fronte degli asset distressed, Finint Investments SGR gestisce anche il Fondo Finint Principal Finance 2, che nel 2018 ha raccolto 68 milioni, acquista da banche Npl immobiliari, e il fondo Fenice, che gestisce immobili a garanzia di Npl originati da banche, che nel 2015 ha raccolto 105 milioni. L’idea è quella di acquistare singole posizioni corporate e non arrivare all’esecuzione, bensì a un accordo tra le parti che riduca al massimo il tempo del recupero e massimizzi quindi l’Irr.
Nel real estate Finint SGR è attiva con un team specializzato nell’hotellerie e in particolare nella riconversione a hotel di immobili originariamente con altra destinazione d’uso. L’attività viene condotta in collaborazione con le maggiori catene alberghiere internazionali di gestione. “A oggi i nostri fondi hanno investito circa 400 milioni di euro, e appaltato opere di ristrutturazione per oltre 100 milioni. Abbiamo in portafoglio hotel a 4-5 stelle per un totale di 1500 camere tra Milano, Roma, Verona, Venezia, Bologna, Torino, e stiamo valutando opportunità di investimento anche in Toscana”, ha detto Sbroggiò, ricordando che il fondo principale per questo tipo di attività è il fondo Euripide, che ad oggi ha un patrimonio immobiliare che supera il mezzo miliardo di Euro, affiancato dal fondo Xenios, che ha in portafoglio l’hotel Sheraton San Siro di Milano.
Sempre Finint Investments sgr gestisce anche il fondo Ca’ Tron – H-Campus, sottoscritto nel 2017 da Cattolica Assicurazioni (56% del patrimonio), da CDP Investimenti sgr (40%, tramite il fondo FIA 2 Smart housing, Smart working, Education & Innovation) e da Ca’ Tron Real Estate, la società dei fondatori di H-Farm, che detiene il restante 4% (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo è il finanziatore di H-Campus, il campus di H-Farm di Ca’ Tron (Treviso), destinato a diventare il maggiore polo di innovazione in Europa, in grado di ospitare complessivamente oltre 3 mila persone, tra studenti, giovani startupper, docenti, imprenditori e manager. Il fondo ha una dotazione di equity di 80 milioni e i lavori del campus sono partiti nel settembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Finint opera anche nel social housing con tre fondi che hanno un obiettivo di investimento complessivo di oltre 250 milioni per la gestione di oltre 1.200 alloggi. Sul fronte dei fondi energy, infine, l’SGR gestisce oltre 120MWP in impianti fotovoltaici e dedicati al risparmio energetico.
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